18 luglio, 2012

Paolo Preite, il giovane cantautore che, ancora emergente, collaborò con Fernando Saunders e Kenny Aronoff!



Paolo Preite alla chitarra

Per fortuna, andando ad ascoltare concerti qua e là e andando a scovare gli artisti in quello che oggi è il territorio più vasto: internet, ci si rende conto che esistono dei bravissimi musicisti italiani che avranno di certo la possibilità di rendere, a loro modo, grande la musica italiana nel prossimo futuro.
Credo sia questo il caso di Paolo Preite, un giovane cantautore di 26 anni. L’ho conosciuto su Facebook e sono stato subito incuriosito ad ascoltare i suoi brani, di cui ho notato una certa impronta rock e country, ma, soprattutto, ho notato, e questa è la cosa più importante, un segno originale, un segno solo suo, un segno che rende la sua arte solo sua: la musica di Paolo Preite e basta.
Paolo è un musicista autodidatta. Questo gli ha permesso sicuramente di trovare con più facilità la sua strada, senza essere troppo condizionato dagli ambienti accademici. Nonostante questo ha studiato la musica a fondo, e non solo quella, visto che la sua vasta cultura l’ha portato a scrivere addirittura dei testi in latino! Va detto comunque che la lingua che predilige è l’inglese, anche se Paolo crede che, in fin dei conti, la lingua è solo una forma, poi l’importante è quello che si vuole trasmettere, la sostanza delle cose e non la loro apparenza.
Il cantautore è giovane, ma ha già ottenuto molti consensi, se si pensa che tra non molto pubblicherà il suo primo album, prodotto da un personaggio speciale: Fernando Saunders, storico bassista e produttore di Lou Reed (che ha lavorato anche con Jeff Beck, Ian Hammer, Jimmy Page e molti altri), e vedrà la partecipazione di Kenny Aronoff, uno dei più richiesti batteristi della musica rock, che ha suonato con artisti come Bob Dylan, John Fogerty, Satriani… si tratta di un trampolino di lancio importantissimo per Preite, che vede così appagare i suoi sogni, il suo talento e il suo grande impegno.
Sono molti gli artisti e i generi di cui l’ascolto ha contribuito alla formazione del giovane musicista: dal Soul di Al Green ai Pink Floyd, Queen, Beatles, Rolling Stones, The Who, Jimi Hendrix, Bruce Springsteen… Paolo apprezza anche alcuni cantautori e gruppi italiani come Battisti, Celentano, Rino Gaetano e band come il Banco del Mutuo Soccorso. In ogni caso, come accennavo all’inizio, il suo stile è del tutto personale, uno stile che, certo, ha inglobato in sé un immenso repertorio culturale, ma che alla fine esce come qualcosa di nuovo, influenzato da tutto e da niente. Si tratta di una musica molto emotiva, spontanea, sotto certi aspetti mistica, e sempre capace di entrare con facile complicità nelle corde dell’uditore.
Per gli amici del Corriere dello Spettacolo due brani di Paolo Preite:







1 commento: