24 novembre, 2011

La commedia del non ridere


Tre persone sulla scena che attaccano manifesti dello spettacolo “Pornobboy” della compagnia “Babilonia Teatri” di cui sono proprio loro gli attori: Valeria Raimondi, Ilaria Dalle Donne ed Enrico Castellani, rappresentanti di sé stessi. Dopo la pubblicità, si mettono frontali al pubblico e cominciano, a una sola voce, una sorta di cantilena meccanica e ritmica. La triade intona un “monologo a tre” comico e allo stesso tempo tetro che, tramite rime, giochi di parole e ossessive ripetizioni, ripercorre la più conosciuta attualità del nostro paese. Si passa dal caso Franzoni al rapimento di Quattrocchi; da Eluana alla vicenda di Veronica Berlusconi. Questi e molti altri diventano i protagonisti di una farsa che giunge ad alti picchi di tragico descrivendo, con disgusto per la società, il bombardamento mediatico da cui siamo continuamente e inconsciamente condizionati. Noi non conosciamo i fatti per quello che sono, ma per quello che ci costringono a credere. Fatti vomitati dai Babilonia in uno sfondo di ironica sessualità, la stessa sfruttata dai media solo a titolo d’immagine appetitosa: da qui “Pornobboy”.
Le parole finiscono ed è il silenzio che regna, rotto dopo alcuni istanti da una canzone: una ninnananna infantile invocatrice di una pace imprendile, distorta. Terminata la musica la scena viene invasa da una schiuma bianca che ricopre e mangia gli attori: metafora della verità soffocata dall’artificio.
Lavoro ben costruito, equilibrato in tutte le sue parti, “Pornobboy”, ha il limite, rappresentando argomenti attualissimi, di correre il rischio di un forte apprezzamento nel presente e di una caduta nell’immediato futuro, il pericolo che si trasformi in uno spettacolo a sua volta consumistico, benché l’amarezza che lascia dentro porti a una più profonda riflessione sull’uomo e su quello che lo circonda.

Stefano Duranti Poccetti (dal giornale del Kilowatt Festival, 29 luglio 2009)

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