05 ottobre, 2015

“All’opera, ragazzi!” Al via la quarta edizione dell’iniziativa dedicata agli studenti di Trieste. Di Paola Pini


Il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste si conferma protagonista nel favorire la diffusione e la divulgazione della conoscenza della musica classica, sia essa sinfonica o lirica, attraverso iniziative diversificate e aperte a tutti. È di particolare rilievo il progetto “All’opera, ragazzi!”, dedicata agli allievi delle scuole secondarie di primo e secondo grado della provincia, che in questa quarta edizione presenta ulteriori novità. Come negli anni scorsi il Comune di Trieste metterà a disposizione delle scuole 150 abbonamenti, cui quest’anno si aggiungeranno dei percorsi di approfondimento e di aiuto all’ascolto, perché la presenza a teatro si arricchisca di significato, sia inserita in un contesto organico, qualitativamente importante e favorisca così la conoscenza di un ambito dell’espressione artistica umana fondamentale e stimolante per la costruzione in ognuno di noi di un senso critico ed estetico autonomo, necessario soprattutto per le nuove generazioni.
Il Comune, la Provincia, l’Istituto Scolastico Regionale assieme alla rete delle istituzioni scolastiche, oltre alla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste si allea così ancora una volta mettendo in contatto anche luoghi fisici distinti, presenti sul territorio: i cinque appuntamenti di approfondimento che verranno proposti a cura dell’Orchestra della Fondazione, diversificati per fasce d’età, verranno infatti tenuti all’interno dei ricreatori comunali, storica istituzione cittadina nata più di cent’anni orsono come luogo per l’aggregazione giovanile e sempre attenta nel proporre iniziative in grado di favorire la crescita civile e sociale dei ragazzi che li frequentano. Inoltre, il programma della stagione lirica di quest’anno sembra fatto apposta per favorire la crescita musicale, soprattutto se supportata da un’adeguata guida all’ascolto; titoli fondamentali della storia dell’opera lirica si susseguiranno, creando un excursus di tutto rispetto sul tema dell’Amore: Don Giovanni, Werther, L’Elisir d’Amore, Norma, Luisa Miller, La Cenerentola, Coppelia, La Bohème, Die Fledermaus, iniziando il 30 ottobre per finire il 18 giugno prossimo.
Gli interventi fatti dai rappresentanti delle istituzioni si sono dimostrati portatori di concretezza: il Sovrintendente Stefano Pace ha infatti parlato della “grande sfida per i teatri di riportare i giovani a teatro, realtà viva e profondamente sociale”; l’Assessore comunale all’Educazione e Cultura Antonella Grim ha definito l’iniziativa “una grandissima opportunità”, in linea con “uno dei pilastri della legge di riforma 107/2015 su ‘La Buona Scuola’  costituito dal potenziamento delle discipline artistiche e della cultura musicale”; da parte sua, l’Assessore provinciale alle Politiche formative, Adele Pino, ha rimarcato l’importanza di “acquisire importanti conoscenze e competenze nel campo della musica classica”. La presenza di due dirigenti scolastici ha confermato il fatto di quanto l’entusiastica risposta da parte delle scuole non sia un semplice pro forma: Gianfranco Angeli capofila della ‘rete’ di istituti scolastici coinvolti nell’iniziativa e particolarmente attento allo sviluppo della conoscenza e alla pratica musicale degli allievi del proprio Istituto Comprensivo, “Ai Campi Elisi”, ha così riportato la convinta motivazione dei docenti, mentre la dirigente scolastica del Liceo Classico e Linguistico “Francesco Petrarca”, Cesira Militello, ha sottolineato le novità di quest’anno rimarcando il fatto che la costruzione di “percorsi didattici finalizzati all’ascolto consapevole dell’opera favorisca l’inserimento dello spettacolo in un contesto formativo coerente e completo”.
In questi ultimi anni si afferma da ogni parte di quanto sia importante sostenere un’educazione musicale di qualità, non soltanto per arricchire la propria cultura generale, ma anche come strumento di potenziamento cognitivo per favorire l’apprendimento di tutte le materie curricolari. Le pubblicazioni scientifiche che avvalorano questa prospettiva si sprecano al punto di essere a volte quasi pleonastiche. Non sempre a questa pletora teorica corrisponde un’adeguata realizzazione pratica. Il progetto di Trieste sembra muoversi, fortunatamente, in controtendenza.


Paola Pini

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