14 giugno, 2015

RUSSIA DI MARCOS MORAU AL NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, UN ROAD MOVIE A PASSO DI DANZA. Di Andrea Arionte


Napoli, Castel Sant'Elmo, Vico S. Elmo. 8, 8 e 9 giugno 2015

Nell'ambito dell'ottava edizione del Napoli Teatro Festival Italia, l'8 ed il 9 giugno 2015 è andato in scena, all'interno dei meravigliosi spazi del Castel Sant'Elmo, Russia, lo spettacolo che affianca alla danza contemporanea, letteratura, cinema e fotografia per delineare l'immagine comunemente diffusa della Russia anni ottanta di regime sovietico.
Presentata da La Veronal, la giovane compagnia catalana di formazione artistica multidisciplinare fondata nel 2005 dal coreografo e regista Marcos Morau, la pièce appartiene ad un progetto creativo che indaga sulla possibilità di instaurare analogie tra danza e geografia. Appartengono a questo filone, altri titoli più recenti firmati da Morau come ad esempio Siena e Portland del 2013 ed Islandia del 2012.
Marcos Morau si forma come drammaturgo e fotografo e solamente in anni più recenti si affaccia al mondo della coreografia collaborando con prestigiose compagnie internazionali del balletto contemporaneo quali il Nederlands Dans Theater, lo Scapino Ballet e la stessa Compañia Nacìonal de Danza. Il suo intento è quello di condurre il teatro ad un livello più alto di comunicazione, rielaborando nuovi codici espressivi in seguito alla commistione di differenti linguaggi artistici.
Sulla base di questa “missione” Russia si presenta al pubblico come un road movie danzato, un lavoro che utilizza l'estetica del modo cinematografico di Hollywood, unita agli aspetti tipici del thriller narrativo.
Sul palcoscenico padroneggia una berlina rosso fuoco che è il fulcro della vicenda, la quale vede un gruppo di ragazzi (gli otto performer della compagnia) in viaggio verso il lago Bajkal, fra le gelide e immense lande siberiane, meta che però non raggiungeranno mai. Il disegno coreografico eseguito dai danzatori, fatto di diagonali, incroci, cambi di angolazione, camminate ─ il tutto diretto dal talento coreografico di Morau ─ si sviluppa proprio intorno a quest'auto, sfruttandone appunto gli spazi esterni ma anche l'abitacolo: il veicolo diventa un luogo di riparo dal freddo e dalla neve, dai pericoli notturni, un ambiente di condivisione in cui si sviluppano scontri relazionali.
Le capacità attoriali dei danzatori sono indiscusse e l'uso della voce durante la recitazione spicca come elemento suggestivo e di impatto dato che sul palco sono installati dei microfoni che amplificano e fanno eco a tutto ciò che accade come se davvero i protagonisti fossero sulle vette innevate della Siberia.
Un vero e proprio set cinematografico quindi l'allestimento scenografico che fa da cornice alla bravura del La Veronal, la quale sfoggia sicuramente un alto livello tecnico per quanto riguarda la danza (le danzatrici sono dotate di incredibile elasticità, fluidità e tenuta muscolare) ed i duetti inseriti nel tessuto coreografico si presentano come rapidissimi incroci di gambe e braccia, tutti eseguiti completamente ancorati al suolo creando talvolta degli stop raggelanti come se fossero immortalati dall'obiettivo di una fotocamera. C'è da dire che la ricerca e l'esplorazione di un movimento qualitativamente astratto è certamente interessante e personale ─ il coreografo ispanico destruttura e rielabora il codice ballettistico per essere adattarlo alla commistione di più discipline artistiche ─ ma spesso grava su tutta la rappresentazione per l'eccessiva ripetizione di assoli che sostanzialmente consistono in un gioco di articolazioni e contorsionismo.
Contribuisce a creare un atmosfera romanzata ed intrisa di enigma, la presenza sul fondo di uno schermo, il quale traduce a mo' di sottotitolo una voce narrante fuori campo. La suspance è alta specialmente in questi momenti e si carica di un forte senso oppressivo, forse claustrofobico, che preannuncia scene di tensione accompagnate da sottofondi sonori assordanti e arrangiati su musiche di Tchaikovsky e Stravinsky: la colonna sonora di un film in stile Hitchcock con un pizzico di humor!
E parlando di humor, non mancano gag sarcastiche che alleggeriscono la complessità della drammaturgia, poiché quest'ultima sostanzialmente mette in scena il paesaggio mentale ed emotivo del gruppo di viaggiatori più che quello topografico della Siberia, rendendo la fruizione dello spettacolo impegnativa e a tratti difficile.
Russia è una creazione che segue la scia dell'anticonformismo e della sperimentazione propria delle nuove tendenze del teatro contemporaneo, un lavoro che nonostante alcuni aspetti strutturali poco chiari, risulta essere un prodotto originale e differente.

Andrea Arionte


RUSSIA

regia Marcos Morau
coreografia Marcos Morau (in collaborazione con gli interpreti)
interpreti Tanya Beyeler, Cristina Goñi, Anna Hierro, Ariadna Montfort, Lorena Nogal, Manuel Rodríguez, Marina Rodríguez, Sau-Ching Wong
testo e drammaturgia Carmina S. Belda, Pablo Gisbert – El conde de torrefiel
scene La Veronal
luci Enric Planas
musiche originali North Howling
costumi Mariana Rocha
produzione La Veronal
coproduzione Mercat de Les Flors, Centre d’Arts Escèniques de Reus

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