01 maggio, 2015

Puccini Opera Gala. Di Laura Cavallaro



Venerdì 24 Aprile la Badia di Sant’Agata ha ospitato l’ottavo appuntamento della rassegna “In Cordis Jubilo” dal titolo Puccini Opera Gala, una serata interamente dedicata all’estro creativo del compositore lucchese che ha visto come protagonisti assoluti il soprano Gonca Dogan e il tenore Filippo Micale, accompagnati al pianoforte da Francesco Drago.
                                                                                                  

Una carriera lunga quarant’anni quella di Puccini, nato in una famiglia di musicisti da cinque generazioni nella quale fu il primo a prendere le distanze dalla musica sacra e della quale ci rimangono alcune composizioni scritte nei primissimi anni giovanili tra cui una Messa per quattro voci e orchestra. Si racconta che fu talmente affascinato da una messa in scena dell’ Aida di Verdi, cui assistette nel 1876, da capire che quella sarebbe diventata la sua strada. Il Dio santo mi toccò col dito mignolo e mi disse: “Scrivi per il teatro: bada bene –solo per il teatro ”e ho seguito il suo supremo consiglio, fu così che con assoluta dedizione approcciò al mondo dell’opera scrivendo per questa dieci capolavori. Osannato dal pubblico per la straordinaria capacità di raccontare tematiche nuove lontane dagli schemi ottocenteschi e per un modo di scrivere diverso, pagò a duro prezzo i suoi trionfi, non venne risparmiato dagli attacchi feroci degli altri compositori e dei critici che vedevano in lui un mercenario, lo accusavano di ritagliare la durata delle arie per adattarle alle incisioni discografiche , e cosa peggiore non riconoscevano nelle sue opere respiro culturale e morale. La rivoluzione del linguaggio e l’evoluzione psicologica avvicinarono i suoi protagonisti ad un nuovo gusto artistico, dove era palpabile l’influenza proveniente dal nuovo medium cinematografico . Le stesse eroine pucciniane si svelano al pubblico alle volte come sconfitte, è il caso di Mimì, Butterfly, Suor Angelica e Manon, altre distanziandosi completamente da questo prototipo come accade con Tosca, Minnie, Giorgetta e Turandot.                                                       
Da buona primadonna Gonca Dogan, perfezionatasi con alcuni dei più grandi nomi della lirica da Luciano Pavarotti a Mirella Freni a Dieter Fisher Discau, ha aperto la serata con una superba interpretazione di Floria Tosca eseguendo con estrema grazia e potenza vocale la celeberrima romanza Vissi d’arte. La voce della Dogan ha il pregio di essere ricca di sfaccettature, è calda e rotonda ma negli acuti si fa limpida quasi cristallina, inoltre ha la capacità, per nulla scontata, di saper usare a dovere l’espressività, calibrando con dovizia i momenti di pathos ed emotività. Dopo la performance di E lucevan di stelle nella quale non sono mancate alcune imprecisioni, il tenore Filippo Micale ha fatto sfoggio di una piacevolissima versione di Ch’ella mi creda dalla Fanciulla del west, ponendo l’accento su un fraseggio pulito che ha esaltato le peculiarità del brano. A seguire l’aria Chi il bel sogno di Doretta da La rondine, nella quale ancora una volta il soprano ha dato prova di grandi qualità interpretative che non sono mancate in Senza Mamma da Suor Angelica. La serata è stata allietata dalle reminiscences per pianoforte del Valzer di Musetta dalla Bohème e da un intermezzo da Manon Lescaut, eseguite con grande precisione e brio da parte del maestro Drago.                                                                                                  
La grande sensibilità musicale di questi due artisti e le loro belle voci sono emerse appieno nell’aria Mi chiamano Mimì e nel duetto O soave fanciulla tra quest’ultima e Rodolfo, entrambi i brani sono stati resi con l'ardore e la tenerezza che testo e partitura esigono. Non poteva mancare un sentito omaggio a Turandot, l’ultima opera del compositore completata da Franco Alfano a causa della prematura scomparsa di Puccini. Affascinato dalla favola di Carlo Gozzi Giacomo, voleva una Turandot vista da una mente moderna, il suo sogno divenne concreto vista la trattazione estremamente attuale sia della musica sia della tematica femminista ante-litteram. L’eccellenza vocale sia per l’emissione che per agilità di Gonca Dogan ha raggiunto l’apoteosi in Tu che di gel sei cinta.                                                                                       
A conclusione della serata alcuni brani dalla Madama Butterfly; l’opera tratta dal testo teatrale di David Belasco con libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica debuttò il 17 febbraio del 1904 alla Scala ma fu un vero e proprio fiasco. Puccini che aveva attinto ad un’atmosfera puramente esotica, introducendo autentici elementi della musica giapponese e imitandone anche lo stile, si trovò costretto a modificare il tema della protagonista che troppo da vicino ricordava quello di Mimì nel primo atto della Bohème. Dopo aver apportato le dovute modifiche ripresentò l’opera a Brescia, dove questa volta fu un vero trionfo, lo stesso trionfo che hanno suscitato l’esecuzione di Un bel dì vedremo, Addio, fiorito asil e Bimba dagli occhi pieni di malia per il pubblico estasiato, che a conclusione del concerto è esploso in uno scrosciante applauso.

Laura Cavallaro


Puccini Opera Gala

Gonca Dogan, soprano
Filippo Micale, tenore
Francesco Drago, pianista

Monumentale Chiesa della Badia di Sant'Agata, Catania
24 Aprile 2015 ore 20:30


Programma

TOSCA
Mario, Mario; Vissi d'Arte; E Lucevan le Stelle
LA RONDINE
Chi il Bel Sogno di Doretta
LA FANCIULLA DEL WEST
Ch'ella Mi Creda
SUOR ANGELICA
Senza Mamma
LA BOHEME
Valzer; Si, mi Chiamano Mimì; O Soave Fanciulla
MANON LESCAUT
Intermezzo; Sola, Perduta, Abbandonata; Fra le Tue Braccia Amor
TURANDOT
Signore Ascolta; Non Piangere Liù; Tanto Amor Segreto; Tu che di Gel sei Cinta
MADAMA BUTTERFLY
Un Bel dì Vedremo; Addio, fiorito asil; Bimba dagli Occhi pieni di Malia



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