18 dicembre, 2014

"Scende giù per Toledo" di Giuseppe Patroni Griffi. Regia di Arturo Cirillo. Di Daria D.


Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder, Milano. Dal 16 al 21 dicembre 2014

Un testo, questo romanzo breve di Giuseppe Patroni Griffi pubblicato nel 1975, di grande poesia e realismo, quasi a sfiorare l’oscenità, le si posa sulla bocca, tenta di inghiottirla, la lecca, la lavora, ma poi se ne distacca, non per moralismo o pudore ma perché è l’unico modo per raggiungere vera bellezza e forza. Un sesso audace, eccessivo, provocatorio, è quello di cui Rosalinda Sprint, "una figura maldestramente ritagliata nella carta, le forbici si sono mangiate parte del bordo intorno intorno, n'è scappata fuori una silhouette in scala ridotta" si nutre, vive, soffre. E di cui non può fare a meno, quasi un bisogno animalesco e spirituale insieme.
Due meravigliose napoletanità, quella di Patroni Griffi e quella di Cirillo si incontrano ed ecco che prende vita la storia di Rosalinda Sprint, precedentemente Rosa di Napoli, un femminéllo che ci racconta delle sue solitudini, dei suoi incontri, delle sue delusioni, dei suoi amplessi “irregolari”, dei suoi amori.


Cirillo, vestito da donna, è bello o bella che dir si voglia, non esagera mai, è attento a non caricare, perché le parole pesano già, e allora, con modi delicati e sensibili, ma intrisi anche di autoironia e umorismo incarna il femminéllo, personaggio quasi mitico della tradizione culturale partenopea, rispettato perché considerato di buon augurio, e infatti è tradizione dei quartieri popolari di fargli tenere in braccio il neonato. Viene però anche sbeffeggiato, ridicolizzato, ma senza cattiveria e ostilità. Tanto più che il femminéllo saprà rispondere ai commenti con ironia, umorismo e umanità tutti tipici dello spirito partenopeo.
Rosalinda, tra carnalità e romanticismo, si sdoppia in altri personaggi del suo mondo, come Marlene Dietrich, la sua “maestra” e affittuaria, o la baronessa, che dimora sui gradini come una balena alla deriva, con guanti di pizzo “che diventano carne della sua carne”, Gaetano, il cliente “brutto che piace” di cui si innamora, Gennaro il cugino, che rivede al funerale del padre. Patroni Griffi in maniera sublime descrive “quel filo di bava come una catena d’amore” del rapporto sodomita fra Rosalinda e Gennaro, e ci fa venire la pelle d’oca, per il livello di poesia e sensualità cui arriva.
Rosalinda non è mai volgare nei suoi atteggiamenti, delicato è il suo modo di descrivere gli altri personaggi, gli amanti, i clienti, i parenti, tante facce della sua stessa esistenza, maschere grottesche che nascondono sogni e fantasie. Lei sente il peso della prostituzione, la consapevolezza di essere “recchione” e tale dover morire, dice che vuole andarsene da Napoli, “farsi forestiera”, ma poi si chiede se là “le vorranno bene”. Perché quello che lei cerca, al di là dei soldi, è l’amore, è trovare “colui che sarà” .
La scenografia e i costumi, al contrario, sono volgari, ma è così che devono essere, moquette di pelo rosa, paraventi e copriletto di satin, vestaglie di finto raso, stivali di finta pelle, e lei cammina sulla scena come una soubrette del varietà, una passeggiatrice dei vicoli, una regina della notti perverse. E parla parla senza sosta, come una Molly Bloom dei quartieri spagnoli, di cose che sono accadute o mai accadranno. Ci emoziona il suo correre giù per Toledo, il suo rivivere i rapporti anali con gli uomini “per bene”, la sua innocenza, la sua voglia di fuggire, il suo bisogno di trovare l’amore, nonostante tutto.
Stupendo Cirillo che con il suo accento napoletano ci fa sorridere delle miserie umane, e che sa rendere tutto leggero, schiarendo le brutture, lo squallore, le tristezze con un tocco di camomilla Schulz, e la cui interpretazione e regia hanno la forza di lasciare un segno ben più marcato dei pesi che si porta addosso.

Daria D.


Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi. Regia di Arturo Cirillo
Con Arturo Cirillo
scene Dario Gessati,
costumi Gianluca Falaschi
musiche originali Francesco De Melis
luci Mauro Marasà
produzione MARCHE TEATRO -Teatro Stabile Pubblico

e Fondazione Napoli Teatro Festival

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