06 agosto, 2014

Agostino – tutti contro tutti. Ordinarie disperazioni di periferia, straordinario modo di raccontarle. Di Paolo Leone


Fontanone Estate, Roma. Martedì 5 agosto 2014

Risulterebbe tutto estremamente comico, se non sapessimo che questa è una storia vera e che ne sono accadute e continuano ad accadere nelle nostre città. Storie di ordinaria disperazione, guerre tra poveri. Appunto, tutti contro tutti. Il surreale che diventa attualità, cronaca da quattro righe nei giornali, a fronte di esistenze sconvolte. Perché chi scippa una casa a un’altra famiglia è solo l’altro capo del filo di una tragedia sociale. Ora, posto sul piatto l’argomento, il problema è come tradurre una storia così piena di implicazioni sociali e umane, in uno spettacolo teatrale perlopiù nella forma del monologo. Dopo aver visto uno straordinario attore come Rolando Ravello, solo sul palco ma in compagnia di tutti i personaggi a cui lui stesso dà vita, mi convinco che la stessa storia rappresentata con più artisti non avrebbe la stessa forza, lo stesso pathos. Merito dell’autore, Massimiliano Bruno, bravissimo a dipingere storie scomode con la leggerezza dell’ironia e con una punta di feroce sarcasmo, ma soprattutto di aver affidato un simile testo al sorprendente Rolando. Definirlo monologo è fuorviante perché Ravello, da solo e grazie a una regia attenta e ricca di movimenti efficaci (di Lorenzo Gioielli), e le bellissime e funzionali musiche di Mannarino, crea una commedia vera e propria.
 

Pupo e puparo allo stesso tempo, con l’artifizio drammaturgico del racconto del figlio a scuola, in un tema sulla loro disavventura, si sbatte sul palcoscenico in una ventina di ruoli, cambiando voci e volti, situazioni ambientali, in un gioco affascinante tra passato e presente che lascia sbalorditi senza confondere. Il lato comico è sempre pervaso dal senso del dramma (e questo decreta il valore e il successo di questa pièce), in un equilibrio difficile ma tenuto con maestrìa. Argomento spinoso, che potrebbe facilmente declinare verso la macchietta, grazie alla sua interpretazione diverte sì, ma commuove nella dolcezza del suo personaggio, pur di fronte a un terremoto esistenziale di quella portata. Realtà delle nostre periferie, nuove povertà, integrazioni che non si integrano, solidarietà (invocata da Agostino, il protagonista: “amici del palazzo, fratelli di periferia!”) che si sgretolano di fronte alle solitudini egoiste che prendono possesso delle nostre vite. Istituzioni sorde ed incapaci. Sentimenti. Ci sono tante cose in questa opera, in questa storia raccontata in punta di penna sulla carta e con infinita grazia sul palco. Una via crucis del povero Agostino e della sua famiglia, in cui le stazioni che è costretto a subire strappano un sorriso e una lacrima. “E’ una vita che sto in ginocchio”, dice al prete a cui si rivolge con la speranza di trovare una soluzione. Nessuno gliela sa dare. Nella sua battaglia, dal finale genialmente farsesco, la troverà. Almeno fino alla prossima battaglia. Un monologo/commedia che diverte ed emoziona, tanto. Quello che si chiede al teatro. Chapeau.

Paolo Leone


“Agostino – tutti contro tutti”, di Massimiliano Bruno
Con Rolando Ravello
Regia di Lorenzo Gioielli
Musiche di Alessandro Mannarino
Scene e costumi di Claudia Cosenza


Si ringrazia l’ufficio stampa nella persona di Elisabetta Castiglioni

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