29 giugno, 2014

“N-sfera”, un libro per aiutare i piccoli degenti del Bambin Gesù. Intervista di Daniela Chessa


Un romanzo allegorico ricco di storie grottesche e personaggi bizzarri dove il tema principale e quello del linguaggio e della sua decadenza in mancanza di amore, desiderio e passione.

Spiazzante, originale, divertente. “N-sfera”, il libro del giornalista Riccardo Ragozzini, pubblicato on line dall’editore Croce (www.bookrepublic.it), oltre a catturarvi in uno sviluppo narrativo avvincente, popolato da personaggi bizzarri e stravaganti, punta a donare un sorriso ai bambini meno fortunati. Parte dei proventi ricavati dalla vendita del libro, infatti, saranno destinati a “Casa Ronald” di Palidoro (Fiumicino). La Casa, gestita dalla Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia, è stata concessa in uso all'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù per accogliere gratuitamente i genitori e i familiari dei bambini ricoverati.

N-sfera è un libro che ha tutte le caratteristiche di un romanzo allegorico e uno dei temi portanti è quello del linguaggio. Anzi, più precisamente, quello della decadenza del linguaggio in mancanza d’amore. La storia è interamente ambientata in un’isola. Una delle tante isole venutesi a creare a seguito dello scioglimento dei ghiacci causato dall’innalzamento delle temperature. Qui troviamo un Re, una Regina e degli n-sfera volanti. Un fiume sul cui letto riposano conchiglie che raccontano storie prodigiose, degli esploratori che vagano alla ricerca di lucrosi giacimenti di cioccolata, avventurieri che solcano instancabilmente i mari e bische clandestine popolate da curiosi personaggi. Poi c’è la Banda dei Sette, ci sono i Cinghiali e c’è un gruppo di bambini pronto a tutto pur di inseguire il proprio sogno.

Com'è nato il tuo romanzo N-sfera?

“L’incipit ricalca a grandi linee una lettera scherzosa che inviai a una mia amica dopo una notte di bagordi per Roma. Lei era rappresentata come un N-sfera (un simpatico volatile paffutello) e svolazzava di qua e di là mentre veniva inseguita da una banda di bambini dispettosi che voleva pizzicare le sue morbide rotondità mentre, allo stesso tempo, una banda di altri bambini voleva renderle omaggio. L’idea di due schieramenti opposti che si contendessero un elemento positivo ha dato il la a tutto un intreccio di avventure e storie bizzarre che si sono poi susseguite fino alla fine del libro”.

Qual è il significato della “decadenza del linguaggio” nel tuo libro?

“In un momento storico in cui la comunicazione tende ad appropriarsi di nuove forme e nuovi codici linguistici ho voluto tenere alta l’attenzione sulla lingua. Una lingua in continua evoluzione che assorbe parole e modi di dire dai campi più disparati (dal mondo della musica, dallo sport, dall’arte culinaria, dal gioco, dai social network…). Inevitabile l’interesse per il dialetto (nel libro sono presenti i dialoghi tra un romano e un sardo) che per la sua forza espressiva e la sua capacità di esprimere sentimenti, valori e culture, permette di risalire quei delicati sentieri della memoria costantemente affollati dalla frenetica vita di tutti i giorni”.

Il testo è anche corredato dalle illustrazioni visionarie dell’artista Benito Saluzzi.


Curata da Daniela Chessa

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