27 giugno, 2014

LA CITTA’ INCANTATA DI MIYAZAKI DI NUOVO AL CINEMA! Di Francesco Vignaroli


Eccezionalmente nei giorni 25-26-27 Giugno (avete ancora a disposizione l’ultima data, quindi!), torna in sala La città incantata, il capolavoro del regista giapponese Hayao Miyazaki premiato con l’Orso d’oro a Belino –prima vittoria di un film animato al festival tedesco- e con l’Oscar 2002 per il miglior film d’animazione. L’iniziativa fa seguito alla recentissima riproposizione, nel Maggio scorso, di un altro classico di Miyazaki, Princess Mononoke (1998), ultima tappa di un percorso di recupero pressoché completo delle opere del Maestro, compresi i film usciti da noi direttamente per il mercato domestico, quindi finora inediti in sala, come Il castello nel cielo e Kiki - Consegne a domicilio. Non mi dilungherò di nuovo (l’ho già fatto spesso!) circa l’importanza e il piacere di poter vedere per la prima volta sullo schermo cinematografico film che abbiamo potuto apprezzare solo alla televisione o che, meglio ancora, non abbiamo mai visto…

In viaggio verso la loro nuova casa, la piccola Chihiro e i suoi genitori si ritrovano per errore all’entrata di un parco divertimenti abbandonato; incuriositi, decidono di visitarlo, ignari che l’ingresso del parco è in realtà il portale d’accesso di una misteriosa città magica governata dalla burbera strega Yubaba che, tanto per dar loro il benvenuto, trasforma i genitori di Chihiro in maiali, punendoli per aver mangiato del cibo senza permesso. In realtà, la città non è altro che un gigantesco centro termale per spiriti in cerca di relax, di cui la vecchia maga è proprietaria e direttrice; aiutata dal giovane Haku, Chihiro scopre che l’unico modo per riportare i genitori alla normalità e tornare con loro nel proprio mondo è farsi assumere come dipendente dello stabilimento e conquistare il rispetto e la fiducia dell’esigentissima Yubaba…



 La pluripremiata ottava opera di Miyazaki, paragonata non a torto ad Alice nel paese delle meraviglie, è senz’altro il suo film più famoso e quello che gli ha meritatamente conferito prestigio e ammirazione presso il grande pubblico di tutto il mondo. Il film è caratterizzato dal tipico e irresistibile fascino pittorico delle produzioni del Maestro, che continua a proporre la sua animazione tradizionale –con interventi digitali minimi-  in netta controtendenza rispetto al trend imposto da Pixar e affini, fondendo con mirabile sincretismo elementi tipici della cultura, dell’arte e della spiritualità giapponesi con suggestioni surrealiste e vagamente horror, e avvalendosi per le musiche dell’insostituibile apporto di Joe Hisaishi, suo collaboratore abituale. A livello tematico, La città incantata è forse la storia più immaginifica di Miyazaki –autore anche della sceneggiatura- che, come di consueto, focalizza la sua attenzione sull’infanzia adottando il punto di vista pieno di meraviglia, ingenuità ed emozione tipico dei bambini dell’età della protagonista Chihiro; ed il film, di fatto, è la storia dell’iniziazione –decisamente sui generis e dalla forte cadenza onirica- di Chihiro alla vita adulta ed alle responsabilità (in questo la storia è simile a quella di Kiki, protagonista dell’omonimo film): come le viene più volte ripetuto dai personaggi che la accompagnano nel bizzarro mondo della città magica, la salvezza sua e dei suoi genitori dipende unicamente da sé stessa e dalle forze di cui dispone; dopo un comprensibile scoramento iniziale, la piccola si rimbocca le maniche –non solo metaforicamente, viste le mansioni che le vengono assegnate- e prende pian piano le misure alla nuova situazione in cui si è misteriosamente ritrovata, finendo per ambientarsi alla perfezione nel folle regno di Yubaba che, come se non bastasse, ha pure una sorella gemella, uguale nell’aspetto ma di carattere opposto: Zeniba! Concentrato sull’esperienza iniziatica di Chihiro come tema portante del film, Miyazaki mette da parte, per una volta, le tematiche ecologiste e l’incombenza minacciosa e indefinita del male insito nell’animo umano, mentre rimane immutata l’ambivalenza morale dei personaggi che popolano il suo mondo, nel quale i confini tra Bene e Male risultano sempre piuttosto sfumati e indefiniti. La città incantata assume i connotati di una splendida fiaba piena di trovate fantastiche e sorprendenti, dove poesia e comicità si rincorrono continuamente senza soluzione di continuità e dove non può certo mancare, per quanto minoritario rispetto ad altri suoi film, un ulteriore tema ricorrente nell’opera di Miyazaki: il fascino per l’elemento-aria e per il volo; volano sia Yubaba che Zeniba (ciascuna secondo la propria “tecnica”) e vola anche Chihiro insieme ad Haku, quando questi assume le sembianze della divinità del Fiume. Almeno due le sequenze memorabili all’interno del film: l’attraversamento iniziale del ponte popolato dai pittoreschi abitanti della città e il viaggio in treno sulla ferrovia sommersa.
Un’ultima annotazione, a beneficio di tutti gli appassionati di vecchi videogiochi o retrogamers, come dicono quelli che parlano bene: il volto di Kamaji, l’aracnoide uomo delle caldaie, ricorda quello del Dr. Robotnik/Eggman, lo storico cattivo della mitica saga di Sonic the Hedgehog, mentre il triste e vorace Senzavolto assomiglia al mostriciattolo Shyguy -da noi Tipo Timido- di Super Mario...qui risaliamo ai primi anni ’90 ed all’epico dualismo NINTENDO/SEGA: ragazzi, che tempi!!! Somiglianze casuali o citazioni volute? Alle console l’ardua sentenza…

Per chiudere, un breve commento sull’evento: l’edizione speciale proposta al cinema sfoggia un nuovo adattamento dei dialoghi -con relativo doppiaggio- a parer mio migliore del precedente (ho utilizzato come riferimento la versione VHS), oltre che, naturalmente, la qualità audio/video garantita dalla sala cinematografica. Tutto molto bello, peccato solo per il prezzo del biglietto, un neo tutt’altro che trascurabile: i 10 Euro richiesti costituiscono un’esagerazione davvero difficile da accettare e non sono certo giustificabili in base ad una piccola novità, sia pure positiva, come il doppiaggio alternativo!
Comunque, questo gradito -ma un po’ caruccio!!- ritorno in sala de La città incantata può essere considerato come un ottimo diversivo per ingannare l’attesa dell’uscita italiana, si spera nel corso del prossimo autunno, di Si alza il vento, il film con cui il maestro Miyazaki ha annunciato di voler chiudere la sua straordinaria carriera registica.

Francesco Vignaroli

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