02 aprile, 2014

Il Gran Galá Il Cigno Nero. GRANDISSIMA DANZA FRA PIUME BIANCHE E NERE. Di Chiara Pedretti


Teatro Della Luna, Milano. Dal 29 marzo 2014

Difficile vedere negli ultimi tempi uno spettacolo di tale livello a Milano: chiuso il Teatro Smeraldo, con qualche eccezione al Teatro degli Arcimboldi, ormai la danza classica è praticamente esclusiva del Teatro alla Scala, cui si conoscono gioie (poche) e dolori (molti) del Corpo di Ballo e i cui ospiti, da alcuni anni a questa parte, sono sempre gli stessi e quasi sempre russi. Per fortuna Daniele Cipriani, che da anni diffonde la danza di qualità, ha riunito qualche étoile internazionale ed un gruppo di giovani promesse dando vita a Gran Galà Il Cigno Nero, una rassegna a tema cigno; stelle della serata, ben visibili anche in locandina, Ashley Bouder e Giuseppe Picone.
Il Lago dei Cigni è uno dei balletti classici più antichi ed amati, un vero e proprio cult della danza: qui ne sono presentate delle parti, insieme ad altre coreografie. Il Galà si apre proprio con il bellissimo assolo del Giullare: il giovane Alessio Rezza, dal Teatro dell’Opera di Roma, vola sulla coreografia di Marius Petipa. Ancora, il Pas de Trois dal I Atto, dove ad Alessio Rezza si affiancano Marianna Suriano e Roberta Paparella, anche loro dall’Opera di Roma: tutti e tre precisi, tecnicamente corretti, fanno sì che l’esecuzione scivoli via in modo molto fluido. Il Pas de Quatre, nota anche come Variazione dei Cignetti, dove quattro giovani (Giorgia Calenda, Viviana Melandri, Roberta Paparella, Flavia Stocchi), dopo un inizio decisamente non coordinato, concludono degnamente una delle variazioni più note del balletto. Giuseppe Picone ritaglia per sé diverse variazioni di Siegfried, qui mixate insieme: pulito, precisissimo, nel ruolo, non ha bisogno di commenti, solo una parola: splendido. Guida poi Marianna Suriano nel Pas de Deux del I Atto: entrambi belli, alti e tecnici, danno vita ad una sequenza sentita, dolce e drammatica allo stesso tempo. La giovane Marianna, vent’anni appena, sembra già navigata e con l’étoile internazionale forma una bellissima coppia.
Non solo cigni però: Flavia Stocchi (Teatro Massimo di Palermo) e Giuseppe Picone ricamano, fluidi, dolci ed appassionati il bel passo a due, in tre parti, Three Preludes di Ben Stevenson su musica di Rachmaninov: visto in Scala qualche anno fa, ha sempre il suo fascino. Due danzatori, alla sbarra, partono eseguendo esercizi come se fossero a lezione, per continuare un passo a due armonico, con molte prese, e la caratteristica della sbarra sempre in mezzo, come a dividere i due. Ancora, uno splendido Joaquín de Luz (New York City Ballet, per la prima volta a Milano) interpreta Five Variations On A Theme, un assolo di David Fernández su musica di Bach: pulitissimo, tecnicamente perfetto, interpretativamente convincente, danza una bellissima coreografia molto tecnica, come se niente fosse: salti, pirouettés, grand-jetès si susseguono con una semplicità disarmante, incantando il pubblico che gli tributa una meritata ovazione. Si torna al cigno, anche se non parte del Lago, come molti pensano, con La Morte Del Cigno, notissima coreografia del 1901 di Mikhail Fokine creata per Anna Pavlova: Ashley Bouder (New York City Ballet) è precisa, tecnicamente impeccabile, forse solo un po’ fredda nell’interpretazione.
La conclusione vede altri due estratti dal Lago: la Danza Spagnola, con le quattro giovani (Giorgia Calenda, Viviana Melandri, Roberta Paparella, Flavia Stocchi) più Alessio Rezza, ed il Pas de Deux del Cigno Nero che dà il nome al Galà: qui AshleyBouder e Joaquin de Luz eseguono una dei passi a due più noti, più belli e più difficili del repertorio. Lui, oltre a dimostrarsi un ottimo porteur, esegue perfettamente la sua variazione, mettendoci anche il cuore. Lei, sfrontata come il ruolo richiede, affronta bene il difficile compito che include i trentadue fouettés, terminandoli però prima del tempo.
Possiamo dire che la danza in Italia c’è: giovani promesse come Flavia Stocchi e Marianna Suriano (bellissima, alta, con arti lunghissimi e un fisico che ci ricorda un mito, Sylvie Guillem) ci fanno sperare in un futuro di nuove Ferri, Savignano, Abbagnato. Stelle navigate come la Bouder, Picone e De Luz, ottimi esempi da imitare per i giovani, ci fanno invece sperare di vedere più spesso artisti di questo calibro. Decisamente da non perdere.

Chiara Pedretti


Teatro della Luna
Via G. Di Vittorio – Assago (MI)

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