26 settembre, 2013

PRIMA DELLO SPECCHIO. IL NUOVO LIBRO DI ENZO ANTONIO CICCHINO. Di Maria Pettinato


Prima dello Specchio è il titolo di una raccolta di testi teatrali realizzata dal grande Enzo Antonio Cicchino, artista coinvolto nel campo cinematografico e televisivo, regista di documentari e autore di libri di storia, romanzi e, come dimostra il suo ultimo lavoro, anche di testi teatrali.
È una trilogia per teatro che va ad accomunare generi teatrali diversi, la tragedia, la commedia e il monologo, tutti e tre caratterizzati, come ho potuto notare dalla lettura, da una ricerca sull'uomo e  sul male, caratteristica presente purtroppo ancora oggi, come in epoca passata, e quindi strettamente collegata  al contesto sociale. Sono tre storie completamente differenti ambientate in epoche diverse anche se il richiamo al nazismo e alla seconda guerra mondiale si sente e non poco, principalmente nel primo lavoro. Ciò che accomuna il tutto è però una riflessione sull'uomo, infelice per sua natura a causa del male e dell'ignoranza che vige nel sistema di ieri e in quello di oggi.
La tragedia che ci viene presentata è Gli ombrelli, i cui protagonisti sono degli ombrelli posseduti da una coppia di coniugi. Oggetti prigionieri si direbbe dal cartellino appeso al loro manico con su scritto un numero di matricola a cinque cifre, un codice che fa pensare, così come fa pensare il labirinto di specchi costruito da Franco e così come fanno pensare i continui richiami a parole quali razza, inferiorità, fumo, cenere. Tutti termini che fanno riflettere il lettore-spettatore e che lo portano ad una conclusione, cioè l'Olocausto nazista. Chi sono in realtà questi ombrelli? Che crimine hanno commesso? Qual è il segreto a cui si fa riferimento in tutto il testo?
Cicchino utilizza l'ombrello come metafora. È un oggetto da distruggere secondo Franco, così com'erano oggetti gli ebrei per i nazisti. Non a caso in seguito verranno a galla i legami di Franco con il nazismo e l'appartenenza di questi ombrelli ai poveri ebrei uccisi quarant'anni prima nei campi di sterminio. L'ennesimo richiamo è l'esplosione finale in cui rimane ucciso anche Franco, un'esplosione seguita dallo spegnimento dello schermo di un computer, inserito come sfondo alla tragedia. Finale drammatico il cui scopo è quello di far riflettere.
Il secondo testo presentato da Cicchino è la commedia Pugilatori che narra la storia del pugile Buck, il cui scopo è quello di vincere sul ring contro Roger. Uno scopo ormai diventato ossessione anche a causa delle continue pressioni da parte del suo allenatore Smith, ossessione che lo porterà a perdere la moglie Mary, stanca di aspettarlo. La scenografia ideata da Cicchino è un ring che si trasforma in cucina e in camera da letto a seconda delle situazioni, modo assolutamente intuitivo per descrivere la situazione di Buck, in cui la boxe e quindi la vittoria sono la priorità più assoluta, qualcosa che va al di là di tutto e di tutti.
Anche in questo testo grande importanza hanno gli oggetti, oggetti che ci portano indietro nel tempo e che ci parlano dell'infanzia di Buck e quindi della perdita di un fratello ancora bambino a causa della guerra - fratello che poi si rivelerà essere ancora vivo ed essere il suo peggior nemico, Roger - e del suo legame con la boxe già in collegio quando tirava pugni al materasso per allenarsi a difendersi dalle violenze dei preti. In questo testo emerge la volontà di cambiare, ognuno infatti prenderà la propria strada, una strada intrapresa tristemente, ma una decisione necessaria.
Cicchino infine ci presenta un monologo, Sentenza, la cui protagonista è Penelope, perito settore di trentacinque anni, intenta ad analizzare davanti alla Corte di un tribunale il corpo senza vita di una donna morta suicida e responsabile della morte di altre persone avvenuta a causa di un'esplosione avviata da lei. Durante l'analisi Penelope si renderà conto che la donna che si trova davanti è sua madre, la quale aveva abbandonato lei e suo padre molti anni prima a causa dei suoi problemi mentali. Alla fine del testo molto toccante e forse un po' inquietante è la voce registrata di questa donna la quale esprime il suo amore per la figlia, un amore che non le ha mai manifestato ma che in realtà c'è sempre stato.
Cosa si nasconde quindi prima dello specchio? Io credo che ci sia il dolore, la sofferenza degli ombrelli-ebrei la cui vita è in mano a un pazzo assassino, Franco-Hitler, di un uomo che per la vittoria ha perso quella che in realtà era la felicità, cioè l'amore di una moglie che non tornerà mai più indietro e infine quella di Penelope, una sofferenza presente da sempre a causa dell'abbandono di una madre.
Dietro ognuno di noi si nasconde un dolore, ma abbiamo la tendenza di non farlo vedere, di tenercelo dentro e credo che Cicchino abbia voluto esprimere tutto ciò in questa splendida trilogia.

Maria Pettinato


  
Enzo Antonio Cicchino lavora e vive a Roma, è stato assistente alla regia di Paolo Taviani e di Valentino Orsini per vari film quali Il Prato, La notte di San Lorenzo, Uomini e no e Figlio mio. È regista di documentari e inchieste storiche per Mixer della Rai. Attualmente lavora per la Grande Storia. È autore di saggi storici e romanzi come La grande guerra dei piccoli uomini (con Roberto Oligo), Centocelle di nani, Il Duce attraverso il Luce e La fonte di Mazzacane. Quanno ri tideschi ammazzarono all'intrasatta.


Prima dello Specchio è edito da La Rondine Edizioni (anno pubblicazione:2013), Catanzaro.

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