27 luglio, 2013

"Sweet Mambo". Un sogno tutto al femminile La Compagnia di Pina Bausch debutta in Italia e nella sua prima nazionale incanta il Petruzzelli di Bari. Di Manola Mita


Anche se un po' ritardo proponiamo questa bella recensione di Manola Mita sulla prima italiana della Compagnia di Pina Bausch al Teatro Petruzzelli di Bari, con "Sweet Mambo".

Teatro Petruzzelli, Bari. 29 giugno 2013

Julie Anne Stanzak, foto di Carlo Cofano
Nel tempo della memoria, le sette protagoniste fluttuano in un continuum scenico perennemente dinamico, in una dimensione ironicamente vissuta in cui si alternano  sequenze struggenti e talvolta inquietanti, volte  a scandire il tempo di un percorso fantastico che si materializza magicamente sulla scena.
La tecnica coreutica, intuizione geniale, diventa la quintessenza di una mise en scène in cui la gestualità spesso reiterata, l’intensità del movimento, l’identità personale seguono conformi la “coreografia dell’esistenza” su cui lavora la Bausch.
 Si definiscono in questo modo, veri e propri corto-circuiti semantici in cui, il vissuto femminile si carica di un fortissimo impatto emozionale.
Lo stesso Leit-Motiv fatto di rimandi, lapsus freudiani, riferimenti musico-letterari fa sì che l’intera visione si fissi attraverso il movimento del corpo, la mimica del  volto, l’importanza del gesto tra giochi di luce-ombra, solidità e permeabilità, che animano l’azione davanti al fondale di stoffe chiare firmate Peter Pabst.
Ma questa è anche una danza di parole, messaggi sussurrati, talvolta appena accennati o antiteticamente urlati in uno spazio scenico sfruttato fino all’osso a tal punto da garantire una diretta interazione con lo spettatore, che è chiamato ad in intervenire in più occasioni, diventando parte stessa dello spettacolo.
Il Recitar danzando dei singoli che strisciano, corrono, oscillano cullati dai tendaggi, ricorrono all’uso di oggetti di scena(tacchi, secchi pieni d’acqua che si rovesciano addosso, microfoni) rende magistrale il lavoro dell’ensemble. Si finisce così per  volteggiare assieme a Julie Anne che invita il pubblico a brindare con lei, a Julie che nella sua struggente corsa  percorre il palco verso una voce che chiede aiuto,  alla straordinaria Cristiana Morganti che dispensa ironicamente massime di vita.
Resta centrale anche il rapporto con l’universo maschile tra attrazione e repulsione, in cui si innesca una prorompente dinamica del desiderio e della sensualità manifestata attraverso fughe e ritorni, baci su schiene nude, abbracci.
Si resta dunque intrappolati in un vortice di emozioni contrastanti, di luci, di brani d’autore, di morbide stoffe bianche, di abiti colorati ed elegantissimi firmati Marion Cito, che rompono la consuetudine domestica per lasciar spazio alla teatralità mondana. Allusione quest’ultima, ottenuta anche con il frequente ricorso a uno sfondo cinematografico; una vecchia pellicola tedesca tra glamour salottiero e retrouvailles.
La standing ovation finale, riporta spiacevolmente alla realtà pur conservando un retrogusto di incanto che permane nel tempo.

Manola Mita


Prima italiana

Andres Neumann International presenta
Tanztheater Wuppertal Pina Bausch

regia e coreografia            Pina Bausch
scene e video         Peter Pabst
costumi        Marion Cito
musiche       Matthias Burkert, Andreas Eisenschneider

Una produzione Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
danzatori      Regina Advento, Andrey Berezin, Clémentine Deluy, Daphnis Kokkinos, Cristiana Morganti, Helena Pikon, Julie Shanahan, Julie Anne Stanzak, Michael Strecker, Aida Vainieri

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