05 maggio, 2013

Cocktail Party di Thomas Stearns Eliot. Regia di Annig Raimondi. Di Daria D.



Milano, Teatro Oscar. Prima assoluta. Dal 3 maggio al 2 giugno

Il Teatro Oscar presenta, con la regia di Annig Raimondi, anche attrice, ha il ruolo di Celia, un omaggio al Premio Nobel T.S. Eliot portando sulla scena tre spettacoli dell’autore americano, naturalizzato inglese.
 A questo “Cocktail Party” seguiranno “La terra desolata” il 7 e 8 maggio e “Cats e altri gatti pratici” il 12 maggio.
T.S. Eliot nacque negli Stati Uniti nel 1888, ma si trasferì a Londra nel 1914, dove lavorò come impiegato alla banca dei Lloyd’s e nello stesso tempo cominciò a pubblicare le prime poesie. Studiò a Harvard e alla Sorbona, fu critico, poeta e drammaturgo. Morì nel 1965 a Londra. Nel 1948 ricevette il premio Nobel per la letteratura. Eliot assieme a James Joyce ed Ezra Pound fa parte della corrente del modernismo, volta a rompere con la tradizione letteraria vittoriana, con il romanticismo a favore di un recupero della poesia del Seicento inglese, come John Donne e i metafisici. Insieme al modernismo si affacciano ai primi del ‘900 le varie correnti del dadaismo, del surrealismo, del cubismo. L’arte prende le distanze dal sentimento e diviene rottura, critica, provocazione, diventando espressione di una crisi esistenziale generale. La psicoanalisi influenza l’arte e le correnti di pensiero, con i suoi simbolismi e la trattazione di temi tabù come la sessualità.
Il “Cocktail party” di Eliot, nonostante il titolo piacevole, mondano, leggero, ci appare da subito come uno scavare senza pietà nelle vite dei personaggi, tutti benestanti borghesi, che si ritrovano in casa di Edward e Lavinia Chamberlayne. Essi sono Celia Coplestone, che si scoprirà essere l’amante di Edward, Peter Quilpe quello di Lavinia, Julia Shuttlethwaite, un’anziana signora pettegola e alquanto impicciona, malata di protagonismo. L’interpretazione di Antonio Rosti, molto calzante e grazie a Dio sdrammatizzante, ricorda molto Quentin Crisp.
Tra di loro uno sconosciuto, interpretato da un ottimo Massimo Loreto che recita il suo personaggio, alquanto scomodo, con trasandata eleganza e ironica filosofia, sentendosi a perfetto agio tra “malati”, come richiede il denso e difficile testo.  Lo sconosciuto sembra non partecipare dei loro pettegolezzi, eppure li ascolta attentamente, per studiarne i comportamenti, le reazioni, le vite.
 Il padrone di casa ne è affascinato ma anche spaventato, vorrebbe che se ne andasse, eppure, se lo facesse, rimarrebbe solo, ora che la moglie Lavinia, proprio la sera del party, se ne è andata di casa, lasciando sospeso nel mistero l’inizio di questo strano cocktail party e il perché della sua assenza.  Edward ha lo stesso atteggiamento verso l’incomodo ospite che ha con Lavinia quando le dice”Né con te né senza di te riesco a vivere”. Alla fine è lo sconosciuto che lo tiene in pugno, perché, scoprendosi nel terzo atto essere lo psichiatra Henry Reilly, ne sa una più del diavolo, tanto che a volte pensiamo lo sia davvero.
Il povero Edward è tacitato da frasi come” Accetti di essere lo sciocco che è” oppure “ Questa è un’esperienza di valore indimenticabile” e ancora “ “Non strangolatevi con il nodo dei ricordi”. Ma soprattutto che lui “è incapace di amare e Lavinia non sa essere amata”.
La ricetta del burbero medico è la seguente: “Accettare le conseguenze delle scelte”.
Semplice da dire, non troppo facile da mettere in pratica.
Allora Eliot lascia dire al dottore “lavorate con diligenza alla vostra saggezza”.
Amen.
La mancanza apparente di logica, mote volte ci rende faticoso seguire la filosofia di cui è impregnato il testo, molto cerebrale e che forse andrebbe un po’ scorciato, ma il teatro deve essere anche uno stimolo a pensare, a indagare, a sforzarci di capire.  E quando sono grandi autori a chiedercelo, non possiamo rifiutare la proposta. Qualcosa di buono ci rimarrà.
Dopo due anni si ritroveranno tutti al “Cocktail party” meno Celia che è morta uccisa dai cannibali che afflitti da una pestilenza, la tengono come vittima sacrificale.
Lasciamo al dottor Reilly analizzare quest’ultimo simbolismo e godiamoci un cocktail in santa pace.

Daria D.


Teatro OSCAR
Progetto Cocktail Eliot
Dal 3 maggio
Al 2 giugno 2013
(tranne 7, 8, 23 e 29 maggio)
Prima assoluta
COCKTAIL PARTY
di Thomas Stearns Eliot
Traduzione Maria Teresa Petruzzi
Regia Annig Raimondi
Con
Maria Eugenia D’Aquino, Massimo Loreto,
Riccardo Magherini, Annig Raimondi,
Antonio Rosti, Vladimir Todisco Grande
Musiche originali Maurizio Pisati
Scene Giuseppe Marco Di Paolo
Disegno luci Fulvio Michelazzi
Costumi Nir Lagziel
Assistenti alla regia Giovanni Di Piano, Claudia Galli
Produzione PACTA Dei Teatri
In collaborazione
Con Studio Exhibita Spettacolo
Inserito nell’abbonamento
‘Invito a Teatro’

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