24 gennaio, 2012

"Ieri sapevo suonare questa musica, oggi no! Perché?". Il fenomeno del "foro nel cervello"



Se suonate uno strumento, avrete sicuramente avuto l’esperienza di aver imparato una frase, un passaggio o tecnica specifica ed aver avuto la sensazione di averla conquistata. Poi, in una seconda istanza, nel momento in cui andate ad eseguire quel brano o passaggio specifico, il tutto è svanito ed avete avuto la sensazione che non siete stati nemmeno voi ad averla imparata in precedenza... qualcosa è successo, come se l’aveste dimenticata, o comunque sia, quando la eseguite, non c’è più la stessa dimestichezza con cui vi ricordate di averla eseguita prima.
Può essere disarmante per un musicista questa sensazione di aver conquistato qualcosa sullo strumento per poi scoprire, magari in serata o alla festa tra amici, che quella conquista era stata solamente parziale e quella parte non si è riusciti a suonarla allo standard di precisione o pulizia con cui ci si ricorda averla eseguita in precedenza, a meno che non si comprenda il fenomeno del “FORO NEL CERVELLO”. Una volta compreso questo concetto, avrete una prospettiva più realistica dei miglioramenti che si possono realizzare su uno strumento, delle modalità e tempistica di quei miglioramenti e potrete, di conseguenza, gestire molto meglio la inevitabile frustrazione che spesso vive chi è determinato a imparare uno strumento.
Immaginate il vostro cervello come un vaso. Sotto il vaso immaginate che ci sia un foro. Quando vi esercitate, state semplicemente mettendo l’acqua nel vaso. Più ci si esercita (e soprattutto, meglio ci si esercita), più riuscirete a riempire il vaso d’acqua. Con sufficiente esercizio, il livello dell’acqua raggiunge una particolare altezza nel vaso, in quel momento specifico. Il problema sorge nel momento in cui si torna al vaso in un momento successivo e ci si aspetta che il livello dell’acqua sia rimasto tale a dove lo si era lasciato. Può venire naturale pensare: “ma come? Avevo versato tanta acqua in questo vaso, dov’è andata a finire?!” Allora, magari un po’ indisposti, ci si accinge a riversare più acqua nel vaso e a riportare il livello dell’acqua a dove lo avevate portato la volta precedente. Questa volta penserete: “Sono sicuro di aver portato il livello dell’acqua all’altezza prestabilita del vaso”. Poi, purtroppo, quando andate a ricontrollare, di nuovo, trovate che il livello dell’acqua si è abbassato ulteriormente. A questo punto viene spontaneo pensare che ci sia qualcosa di sbagliato col proprio vaso. Qualcuno penserà: “Ma che senso ha continuare a versare l’acqua in un vaso difettoso?”.
La verità è che il “vaso” di ciascuno di noi è già in partenza forato; solo chi ha la pazienza e la determinazione di versare continuamente acqua nel proprio vaso potrà mantenere costante il livello dell’acqua e innalzarlo nel tempo. Si può speculare che la grandezza del foro di ognuno di noi varia, e su questo ci sono pochi dubbi, ma è anche fuor di dubbio che CHIUNQUE impara a versare l’acqua nel proprio vaso (impara ad esercitarsi in maniera efficace) e capisce che è altrettanto importante (se non più importante) tornare il giorno dopo ed innaffiare il vaso di nuovo per MANTENERE il livello dell’acqua raggiunto e, solo nel corso del tempo, INNALZARE il livello dell’acqua, potrà veramente godere nel vedere miglioramenti sostanziali sul proprio strumento
Credo fermamente che la mancanza di consapevolezza intorno a quest’argomento sia la principale causa dell’abbandono della pratica musicale o di uno strumento. Se non si conoscono le dinamiche del processo di apprendimento relative alla musica (e questo fenomeno in particolare), la maggior parte delle persone non sono preparate ad affrontare l’inevitabile frustrazione che deriva dal non riuscire a mantenere il livello dell’acqua costante nel vaso e a non riuscire ad alzarlo nel tempo. Capito e accettato questo concetto (e introdotte poi metodologie precise per monitorare il proprio percorso sullo strumento), si può acquisire la giusta prospettiva del proprio percorso e imparare a porsi degli obbiettivi realistici e, soprattutto, acquisire la consapevolezza del proprio progresso sullo strumento, chiave fondamentale nel perseguimento di un rapporto duraturo con la musica.

Dario Napoli

Sull’autore dell'articolo:
Dario Napoli è un chitarrista professionista, produttore, compositore e insegnante. Il suo ultimo progetto è DIENNE MANOUCHE e ha pubblicato un album intitolato GYPSY BOP distribuito anche su itunes e Cdbaby (http://www.cdbaby.com/cd/diennemanouche). Dario insegna privatamente e al Laboratorio Musicale Varcobianco di Castiglion del Lago (www.varcobianco.it)
Per chi volesse contattarlo:
darionapoli74@hotmail.com
www.darionapoli.com

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