Teatro
Dovizi, Bibbiena (AR). Mercoledì 16 marzo 2016
L’incontro tra teatro e sport non di
rado fa scintille. Se, poi, a “recitare” la propria vita è un grande (in tutti
i sensi!) uomo di sport in carne e ossa, lo spettacolo è assicurato! A
sorprendersi e sorprenderci ne La
leggenda del pallavolista volante è un monumento vivente dello sport
italiano, uno dei più grandi giocatori di pallavolo al mondo di tutti i tempi:
Andrea “Zorro” Zorzi!
Veneto, cinquant’anni, Zorzi è stato
uno dei pilastri della “generazione di fenomeni”, cioè la nazionale azzurra che
negli anni ’90, sotto la guida del mitico condottiero argentino Julio Velasco,
ha strabiliato il mondo vincendo i mondiali del ’90 e del ’94 (oltre a tre
Europei, varie World League e altro…) e sfiorando l’impresa olimpica ad Atlanta
’96, nella sfortunata finale contro l’Olanda. Una nazionale formidabile e
ineguagliabile che, oltre a Zorzi, vantava campioni del calibro di Andrea
Lucchetta, Lorenzo Bernardi (eletto “miglior giocatore del XX secolo” dalla
FIVB), Marco Bracci, Fefè De Giorgi, Andrea Giani e Andrea Gardini (giusto per
fare un po’ di nomi), e che è meritatamente passata alla storia come “squadra
del secolo”. Vi basta? Aggiungo che, in ambito nazionale, Zorzi ha giocato ben
otto finali scudetto, vincendone due (con Parma e Treviso).
Leggendo questo preambolo, potreste
pensare che lo spettacolo sia un semplice, classico incontro celebrativo come
tanti, col campione esibito a mo’ di totem che, dall’alto di un immaginario
podio (il palco), ascolta compiaciuto l’elenco delle sue vittorie, rispondendo
magari a qualche domanda del pubblico… e invece vi sbagliate di grosso! Zorro
racconta sì la propria vita (non solo sportiva), ma lo fa rimettendosi in gioco
con coraggio e umiltà…recitando! E se la cava pure bene! Accompagnato dall’attrice
Beatrice Visibelli -voce narrante e “complice” nei gustosi duetti col
protagonista- e diretto con mano sicura dal regista Nicola Zavagli (assieme al
quale ha scritto il testo), Zorzi ripercorre le principali tappe della propria
carriera e della propria vita con grande autoironia e notevole vis comica, mettendo in scena un “racconto
autobiografico recitato” (spero di essere stato chiaro…) dal ritmo frizzante e
piacevole. Davvero grande, poi, l’emozione –almeno per quanto mi riguarda- per
la rievocazione, attraverso la viva voce di uno dei principali protagonisti, della
leggendaria epopea della “generazione di fenomeni”, davvero una pagina indimenticabile
per lo sport italiano!
Partendo da un affettuoso amarcord dell’infanzia in Veneto (condita
da tipiche e colorite espressioni dialettali del luogo), la coppia ha sfogliato
l’album dei ricordi di Zorro alternando vicissitudini private e sportive, e tenendo
ben salda la rotta verso la stella polare dell’ironia e della
sdrammatizzazione. Senza reticenze né imbarazzo, Zorro ha rievocato i tanti
momenti di luce ma anche le ombre della sua carriera: accanto alle innumerevoli
vittorie, giustamente enfatizzate, ha fatto capolino, ancora viva nonostante i
vent’anni esatti trascorsi, l’amarezza per quel sogno olimpico finito in
frantumi proprio sulla linea del traguardo (con un finale ripetutosi, purtroppo
per la nazionale italiana, anche ad Atene 2004, ma questa è un’altra storia,
poiché Zorro aveva già chiuso…); per quanto riguarda la vita extra-sportiva,
cito almeno l’esilarante racconto delle prime, maldestre esperienze col gentil
sesso del giovane Zorro, all’epoca un pennellone timido e impacciato, protagonista
di improbabili figuracce (come la “barzelletta dei limoni”…)! Tali -ehm-
incidenti di percorso non gli hanno comunque impedito, alla fine, di incontrare
la donna della sua vita, Giulia Staccioli, atleta a sua volta (ginnasta),
conosciuta durante le Olimpiadi di Seul nel 1988. Anche qui, alti e bassi,
raccontati senza censure: un matrimonio felice, poi una crisi coniugale
sfociata in una dolorosa separazione, quindi il lieto fine della
riappacificazione. Smessi gli abiti da
pallavolista, Zorro è rimasto legato al proprio ambiente, facendosi apprezzare
come spigliato e competente telecronista sportivo, in attesa di questa imprevedibile
svolta artistica…
C’è vita dopo lo sport? A giudicare da
Andrea Zorzi, e dalla seconda giovinezza che sta vivendo come attore, sembrerebbe
proprio di sì! Non contento del successo de La
leggenda del pallavolista volante, Zorro ha da poco debuttato a Firenze
(teatro di Rifredi) con un nuovo spettacolo teatrale, Avventuroso viaggio a Olimpia (testo e regia ancora di Nicola Zavagli),
come ha raccontato lui stesso nel corso della piacevole chiacchierata col
pubblico dopo lo spettacolo (a proposito: se tutti i “grandi” fossero
disponibili e gentili come lui…), svoltasi sempre all’interno del piccolo e graziosissimo
Teatro Dovizi.
Non c’è dubbio: il teatro italiano ha
scoperto un nuovo talento!
Il “gigante buono” ci ha però lasciato
con un tormentoso interrogativo, mantenuto da sempre tale per una sorta di
vezzo: quanto è alto esattamente? Secondo le statistiche ufficiali 2, 01 m , mentre, stando a ciò che
ci ha rivelato, la sua statura reale è compresa tra i 2,05 m e i 2,10 m . In ogni caso,
avrebbe senz’altro potuto far domanda per entrare nei Corazzieri…
Francesco
Vignaroli
La
leggenda del pallavolista volante
di
Nicola Zavagli e Andrea Zorzi
con
Andrea Zorzi e Beatrice Visibelli
regia
di Nicola Zavagli
produzione
Teatri d'imbarco
Si
ringrazia la compagnia NATA
This post traces the main stages of the career of the famous Italian volleyball player Andrea Zorzi. Thank you for your interesting information.
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RispondiEliminasvoltasi sempre all’interno del piccolo e graziosissimo Teatro Dovizi.
RispondiEliminaNon c’è dubbio: il teatro italiano ha scoperto un nuovo talento!
Il “gigante buono” ci ha però lasciato con un tormentoso interrogativo, mantenuto da sempre tale per una sorta di vezzo: quanto è alto esattamente? Secondo le statistiche ufficiali 2, 01 m, mentre
Gli uomini o esaltarono l'uomo, trasformandolo in un dio, o relegarono il padre dei mondi dal cielo, incarnandolo in forma umana. Cosa pensi dei film, sono gli stessi https://altadefinizionenuovo.co/horror/ nella formazione...
RispondiEliminaGreat shhare
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