17 febbraio, 2016

IL GRANDE DITTATORE. Recensione di Paolo Leone



Roma, Teatro Eliseo. Dal 16 febbraio al 6 marzo 2016

Certo, l’impatto che avrà prodotto nel 1940 il film di Charlie Chaplin, il suo primo film parlato, in piena guerra mondiale, dovette essere dirompente. Ancora non si conosceva tutto sull’orrore nazista, tanto che lo stesso Chaplin dichiarò in seguito che se avesse saputo, non avrebbe girato il film in quel modo. Tra censure di ogni tipo, soprattutto in Europa, la pellicola si affermò al punto di ottenere, nel 1941, cinque candidature al Premio Oscar. Dissacrante satira e parodia del nazismo, come di ogni regime dittatoriale, da qualche tempo quel capolavoro cinematografico è stato portato in teatro, dopo quasi cinque anni di trattative per ottenerne i diritti dalla famiglia Chaplin, grazie alla caparbietà di Massimo Venturiello ed il suo staff ed è ora in scena al Teatro Eliseo di Roma.
L’adattamento al palcoscenico, curato dallo stesso attore, per la regia di Giuseppe Marini, ha l’intelligenza di mantenere vivo l’impianto drammaturgico originale, naturalmente in sottrazione rispetto al film e di non tradirne il messaggio. Venturiello, dall’alto della sua esperienza, sa bene che sarebbe stato disastroso imitare Chaplin, non avendone oltretutto la sua delicata, leggendaria leggerezza. 

I due personaggi da lui interpretati, il dittatore Adenoid Hynkel ed il barbiere ebreo suo sosia, sono resi in maniera convincente. Commedia musicale che percorre sentieri Brechtiani, come dichiarato dal regista, sin dalla scenografia che a me è piaciuta ma che ha diviso il pubblico. E se nel teatro di Brecht si impone lo “straniamento” come metodo per porre lo spettatore in modo critico e non emozionale di fronte alla scena, anche in questo spettacolo all’Eliseo non sono certo le emozioni a farla da padrone, quanto un’asettica osservazione dei fatti e dei simboli utilizzati, primo fra tutti la gigantesca macchina semovente al centro del palco, che muta sembianze fino a diventare una grande svastica intorno alla quale (ma anche sopra e dentro di essa) si svolgono tutti i quadri rappresentati. Per cui rimane sì in piedi la satira al potere ed alla sua teatralità, ma ne perde il coinvolgimento. Permane una sensazione algida, che non entusiasma. Se questo è voluto, è un obiettivo centrato, anche se discutibile.  Venturiello è molto abile nell’interpretazione del doppio ruolo, la bella voce di Tosca sottolinea drammaticamente i passaggi più delicati sulle musiche (brechtianamente stranianti anch’esse, di Mazzocchetti) e lei è divertente nel ruolo della moglie di Bonito Napoloni (un bravissimo Lalo Cibelli).  Questo adattamento teatrale è, ainoi, sempre attuale, in un momento in cui tanti rumori sinistri si rifanno vivi contro le libertà civili conquistate e  in cui l’ombra inquietante del potere, in modi ancor più subdoli, minaccia il futuro dell’uomo. Il celebre “discorso all’umanità” nel finale della commedia, è ancora oggi un dolcissimo invito alla speranza ed una riflessione tanto scontata quanto rivoluzionaria. Lo spettacolo è in scena fino al 6 marzo.

Paolo Leone


Roma, Teatro Eliseo. Dal 16 febbraio al 6 marzo 2016
Società per Attori presenta:
Il grande dittatore. Commedia musicale.
Adattamento di Massimo Venturiello. Regia di Giuseppe Marini e Massimo Venturiello.
Con  Massimo Venturiello e Tosca
E con: Lalo Cibelli, Camillo Grassi, Franco Silvestri, Sergio Mancinelli, Gennaro Cuomo, Pamela Scarponi, Nico Di Crescenzo, Alessandro Aiello.
Scene di Alessandro Chiti; Costumi di Sabrina Chiocchio; Coreografie di Daniela Schiavone; Light designer Umile Vaineri; Sound designer Antonio Lovato

Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Eliseo nelle persone di Maria Letizia Maffei e Antonella Mucciaccio.

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