21 febbraio, 2016

"Cock" di Mike Bartlett, con la regia di Silvio Peroni. Recensione di Daria D.


Teatro Franco Parenti, Milano. Dal 16 al 28 febbraio 2016

Se esistesse il gene della debolezza, dell’indecisione, della ricerca di identità certamente John, interpretato da Fabrizio Falco, premio UBU  2015 come migliore attore under 35, ne sarebbe il rappresentante più titolato.
Un quartetto di attori, tutti molto bravi, porta sulla scena,  sotto la direzione di Silvio Peroni un testo del drammaturgo inglese Mike Bartlett, classe 1980,  che  racconta  semplicemente una storia, nuda e cruda, come è anche la scena, priva di qualsiasi elemento ma di cui non sentiamo affatto  la mancanza, così totalmente assolutamente  incentrata sulla recitazione e sul rapporto tra i personaggi. Il regista ha fatto una scelta coraggiosa, estrema, coerente, ha tolto il superfluo e ha lasciato l’essenziale, come in fondo dovrebbe essere il teatro.
Cock è un titolo che suona assai meglio di  c… anche se durante lo spettacolo viene nominato spesso nella sua traduzione italiana, ma è giusto che sia così, infatti è l’elemento intorno al quale dibattono il giovane John,  il suo amante di lunga data, M., broker e dominatore, Jacopo Venturiero, una ragazza. W., molto femminile e molto sola, con un matrimonio alle spalle, Sara Putignano, cui si aggiungerà il padre vedovo di M., l’attore Enrico Di Troia.
Non è tanto il problema dell’essere gay o straight che Bartelett mette in luce quanto la mancanza di decisione, la ricerca di una propria identità, la dipendenza affettiva, la debolezza di carattere. Tutti elementi che John si trova ad affrontare, diviso tra un rapporto d’amore con un uomo più grande e benestante ma che lo fa sentire continuamente un bambino, un buono a nulla, lanciandogli  parole di scherno e facendo ironiche considerazioni sulla sua personalità, o mancanza di tale, e una improvvisa infatuazione per W. con la quale avrà un rapporto affettivo e carnale completamente soddisfacente. Ecco che il ragazzo, scoperta la parte “normale” di se stesso, parte che certamente covava sotto la cenere, e pronta a riaccendersi al momento giusto, si trova obbligato a  prendere una decisione: o continuare ad essere gay, “sopportando” per amore il rapporto con M. o lanciarsi dall’altra parte, dove lo aspetta una ragazza che invece lo apprezza per quello che è e che lo incoraggia ad essere semplicemente e onestamente se stesso. Ma John è debole, vorrebbe fare piacere ad entrambi, sentendosi da una parte non riconosciuto abbastanza come persona, e dall’altra trovandosi sedotto dall’idea di una vita normale, figli, matrimoni e altre “normali banalità”.
Questa sua indecisione ferisce entrambi gli amanti, che si contendono il suo cock come un trofeo, sollevando gelosie e accuse di ogni genere. Ognuno spinge il ragazzo a decidere, ognuno lo incalza ad essere “uomo”, o meglio “un essere umano” consapevole e forte e più spingono e più lui si trova nella shit. Tropo forti le altre personalità, e lui così fragile, così dibattuto tra quello che vorrebbe veramente e quello che gli altri  vorrebbero  che lui fosse.
Ma i geni non si cambiano, quelli che ci fanno essere uomo o donna, e così alla fine John rimane con il suo uomo, che comunque è più forte di lui, ma che ama e con il quale magari si sposerà e avranno figli, celebreranno il Natale e le altre feste comandate, illudendosi di essere normali come gli altri.
Ma in fondo cos’è la normalità? Non è forse il desiderio dei mediocri e dei deboli di sentirsi protetti e sicuri, evitando di uscire da quel tracciato in cui qualcun altro ci ha messo? Forse  è questo ciò che John  desidera: una vita normale nell’assoluta mancanza di normalità. In fondo, tutti aspiriamo a qualche certezza.

Daria D.


Cock di Mike Bartlett
Regia di Silvio Peroni
Traduzione di Noemi ABe
Con: Fabrizio Falco, Sara Putigliano, Jacopo Venturiero, Enrico Di Troia.
Produzione Pierfrancesco Pisani e Nidodiragno/Coop CMC in collaborazione con Infinito Sr.

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