23 settembre, 2015

"La Cambiale di Matrimonio" di Enzo Dara al Teatro La Fenice. Tradizionale con un pizzico di originalità, squisitamente. Di Stefano Duranti Poccetti


Teatro La Fenice, Venezia. Sabato 19 settembre 2015

Un incontro e scontro tra due mondi: l’Europa, rappresentata da Tobia Mill e l’America, rappresentata dal canadese Mr. Slook. Si tratta di due culture completamente opposte, l’una, quella europea, rigida e gerarchica, con un padre che si prende il diritto di fare della figlia Fanny una merce da “vendere in matrimonio” all’amico Slook, che, scoperta questa scorrettezza e scoperto l’amore che lega Fanny al “computista” Edoardo Milfort, riuscirà, portatore di una morale libera e del tutto contrastante a quella di Mill, a far sì che il contratto nuziale non sia firmato, permettendo invece le nozze tra i due innamorati.
Si tratta del riassuntivo argomento de “La Cambiale di Matrimonio”, la fortunata farsa di Gioachino Rossini, che firma quest’atto unico nel 1810, appena diciottenne, che anche allora fu salutato con grande favore dal pubblico e dalla critica.
 

Enzo Dara sposta la scena dall’Inghilterra a Venezia, trasformando i servitori in divertenti “pulcinella”, che si muovono di qua e di là a mo’ della Commedia dell’Arte. Questo change di ambientazione è perfettamente riuscito, anche se forse toglie all’opera quel pizzico di critica che il compositore di Pesaro e il librettista Gaetano Rossi sembrano appuntare sulla rigida cultura inglese.

La scena, di gusto, è quella di una casa aristocratica, dove predominano un’infinità di scaffali, sui quali stanno appoggiati libri, stoffe... anche gatti, dei quali gli occhi brillano nella penombra. La scaffalatura centrale è mobile e sovente si apre per farci intravedere gli sfondi del canale dal quale Slook giunge. L’atmosfera veneziana è sbandierata, ne sono la dimostrazione le maschere utilizzare per i servitori e i gondolieri che appaiono al centro del palco. In alto pendono arazzi variopinti che completano la cornice della messa in scena.

Farsa estremamente divertente, è interpretata molto bene dai cantanti, sia dal punto di vista scenico che canoro. I ritmi comici sono ben rispettati ed è ottimo il lavoro dei due amici e allo stesso tempo contendenti – il cercato duello finale ne è una prova – Tobia e Slook, messi in scena da due tonalità che sono più vicine al baritono che al canonico basso, ma non per questo non ci hanno deliziato con una prova eccellente, strappandoci continue risa. Si tratta di Omar Montanari e Filippo Fontana. Sono proprio gli ambasciatori di quei due mondi, che per le loro incongruenze reciproche portano a far nascere il gioco comico con spiritosi equivoci. Edoardo Milford (tenore) e Marina Bucciarelli (soprano) formano l’altra coppia di cantanti: i due innamorati Edoardo e Fanny, bravi, con i loro fini timbri, a stare sul filo sottile bilanciato da una parte da un lirismo che sfiora il mélo, dall’altra dalla squisita predisposizione farsesca. Terza e ultima coppia in scena è quella composta dal maggiordomo Norton – Claudio Levantino - e dalla governante Clarina - Rossella Locatelli -, che, dalla parte dei due giovani innamorati, sono complici dell’intrigo che porterà al fallimento del piano di Mill. Il baritono e la soprano esprimono bene l’indole spiritosa, ma anche realmente fedele al sentimento di amore – si lascia intendere che questo sentimento sta per nascere anche tra loro – e di compassione per i due innamorati.

Il giovanissimo Lorenzo Viotti dirige con maturità e con tocco leggero l’Orchestra del Teatro La Fenice e la direzione si sposa a pennello con le voci dei personaggi e con l’andamento ritmico della vicenda, dando valore alla fluidità e limpidezza musicale rossiniana.
Una curiosità dal punto di vista musicale e musicologico è che subito dopo il primo duetto d’amore tra Fanny ed Edoardo “Tornami a dir che m’ami”, il clavicembalo, nel recitativo successivo, accenna il tema della tipica canzone veneziana “La Biondina in Gondoletta”, ripresa anche da Liszt per la sua “Gondoliera”.

In definita un bell’allestimento questo di Dara, allo stesso tempo originale e tradizionale, spiritoso e consistente.

Stefano Duranti Poccetti




ROSSINI "LA CAMBIALE DI MATRIMONIO"

Venezia: Teatro La Fenice
direttore: Lorenzo Viotti
regia: Enzo Dara
Scene: Stefano Crivellari
costumi: Federica Miani
luci: Elisa Ottogalli
durata complessiva: 1h15'
ULTIMO spettacolo:26/09/2015
Tobia | Omar Montanari
Fanny | Marina Bucciarelli
Edoardo Milfort | Francisco Brito
Slook | Filippo Fontana
Norton | Claudio Levantino
Clarina | Rossella Locatelli

direttore | Lorenzo Viotti
regia | Enzo Dara
scene | Stefano Crivellari
costumi | Federica Miani
luci | Elisa Ottogalli

Orchestra del Teatro La Fenice

 allestimento Fondazione Teatro La Fenice

produzione Atelier Malibran

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