10 agosto, 2015

SECONDA SETTIMANA ALL’ANFITEATRO FESTIVAL DI ALBANO LAZIALE. Di Paolo Leone


Albano Laziale, Anfiteatro Festival (via dell’anfiteatro 40). Fino al 15 agosto 2015

MERCOLEDI’ 5 AGOSTO. “Ti amo o qualcosa del genere”, scritto e diretto da Diego Ruiz. Con: Roberto Ciufoli, Gaia De Laurentiis, Francesca Nunzi e Diego Ruiz.


Diego Ruiz rispolvera un suo vecchio (2007) successo e rinnova il cast con la bravissima Gaia De Laurentiis e con la verve comica di Roberto Ciufoli. La “coppia di fatto” del teatro brillante, Ruiz-Nunzi, affiatatissima dopo i successi mietuti con “Il matrimonio può attendere”, fa ancora centro con questa graziosa commedia degli equivoci (e quanti equivoci!) e l’intero cast dimostra di divertirsi molto ad interpretare i rispettivi ruoli con armonia. Due fidanzati, l’amica di lui (o qualcosa di più), il boyfriend dell’amica..trasformeranno una seratina romantica in un vero incubo. Storia d’amore e d’amicizia, verrebbe da dire, se la penna di Ruiz non avesse ingarbugliato così tanto la storia da far sorgere il sospetto che nulla è come appare, o forse si. Insomma…qualcosa del genere, ma molto divertente. Attori molto bravi. I due personaggi interpretati dalla Nunzi e da Ciufoli sono detonatori comici, affidati in giuste mani.

Giudizio: Spettacolo leggero ma dalle tante sorprese. Gradevolmente pirotecnico.

VENERDI’ 7 AGOSTO“Lettere dalla danza – omaggio a Isadora Duncan”. Lettura scenica a cura di Paola Sarcina. Traduzione e adattamento teatrale di Paola Sarcina su testi tratti da My life e The art of the dance di Isadora Duncan, Musiche di Bach, Beethoven, Brahms, Caijkovskij, Chopin, Gluck, Mozart, Schubert, Wagner. Voce recitante: Cinzia Villari; Soprano: Rosaria Angotti; Pianoforte: Paolo Tagliapietra; Percussioni: Massimo Carrano; Danzatrici: Clarissa Andrei, Kimberly Beu, Giulia Picchi, Stefania Toscano. Coreografie di Stefania Toscano. Mise en espace di Paola Sarcina.

Omaggio a colei che è universalmente riconosciuta come la creatrice della danza moderna. La bella voce narrante di Cinzia Villari ci porta nel mondo della Duncan, mente sublime e vita tormentata, e nella sua concezione di arte, di danza. L’influenza del ritmo delle onde, del movimento della natura come unità cosmica, la danza come sorgente dell’anima. La narrazione (anche ben interpretata), intervallata e accompagnata dalle suggestive percussioni di Carrano e da brani lirici e coreografie di danza (troppo poco presenti), non ce la fa a rompere la quarta parete e a catturare il poco pubblico presente.Quello che delude è proprio ciò da cui ci si aspettava molto di più, la messa in scena. Se “la danza del futuro sarà un movimento nuovo” e “l’intelligenza più elevata nel corpo più libero” sono gli assiomi dell’innovazione della Duncan, ispirati alla plasticità greca, ci saremmo aspettati ben altro pathos nella rappresentazione scenica, che invece risulta lenta e molto poco appassionante. Peccato.

Giudizio:  Noioso.

SABATO 8 AGOSTO. “Don Giovanni” di Mozart. Prodotto da Europa Musica. Direttore Musicale: Stefano Seghedoni. Regista: Gianmaria Romagnoli. Scenografo: Giovanni Di Mascolo. Costumista: Andrea Sorrentino; Maestro del Coro: Renzo Renzi. Orchestra Sinfonica Europa Musica; Coro Lirico Italiano. Interpreti: Don Giovanni è Pierluigi Dilengite; Leporello è Alessandro Calamai; Donna Elvira è Paola Di Gregorio; Don Ottavio è Raffaele Abete; Donna Anna è Maria Tomassi; Zerlina è Raffaella Di Caprio; Masetto è Andrea Sconsolini; Commendatore è Carlo Di Cristoforo.

Un’altra grande produzione di Europa Musica che riesce a portare in questo Festival un’opera lirica emozionante, per esecuzioni, scenografia e costumi (meravigliosi). Il capolavoro mozartiano del 1787, diretto sulla scena dalla suggestiva regia di Gianmaria Romagnoli, fa rivivere ancora una volta la storia del grande seduttore e dissoluto Don Giovanni, dai toni ora tragici, ora comici, ora grotteschi, in un allestimento che non ha nulla da invidiare alle più blasonate location operistiche nazionali. Una scenografia gigantesca, monumentale nella sua perfetta simmetricità, permette alla regia di operare movimenti scenici di grande efficacia e ai cantanti di esaltarsi nelle diverse fasi dell’opera. L’ouverture è una sintesi di grande teatralità, così come il finale drammatico con Don Giovanni inghiottito dalle fiamme degli inferi. Bellissime le interpretazioni di tutti i protagonisti, in un’armonia d’insieme che non fa pesare le oltre tre ore di spettacolo.

Giudizio: Una grande Opera, un grande lavoro curato in ogni particolare. Delizia per le orecchie e per gli occhi.

DOMENICA 9 AGOSTO. “Un the - tango per Evita”. Commedia musicale in prosa e tango dedicata ad Eva Peron. Testo di Fernando Pannullo, da un’idea di Fatima Scialdone. Con: Fatima Scialdone, Eduardo Moyano, Luciano Donda, Cinzia Lombardi, Mariano Navone. Al pianoforte: Giovanni von Gartner; Consulenza musicale: Elio Paoloni; Organizzazione: Roberto Di Palma; Costumi: Isabella Scialdone – sartoria Marri.

Il suo “posticino nella storia” se lo conquistò con la sua forza di donna moderna e scomoda ancor prima della prematura scomparsa, che la trasformò poi in leggenda. Evita Peron rivive per una serata surreale sul palco dell’Anfiteatro Festival grazie a Fatima Scialdone, che da anni la omaggia con questo spettacolo, e invita alcuni personaggi, anch’essi trapassati, al suo particolare thè – tango: l’amico musicista Discepolo, Astor Piazzolla, Augustin Magaldi suo primo amore, l’attrice Lamarque e naturalmente lui, il generale Juan Peron. Un fugace momento nell’altra dimensione per raccontare la sua vita, i suoi amori, le sue inimicizie, forse per riconciliare tra loro esistenze travagliate, alla luce dell’eternità. Toni ora ironici, ora nostalgici, tra un tango, un racconto e una milonga, materializzano un’epoca cancellata dal tempo inesorabile, giusto un istante prima che la luna sorga, ad annunciare che la riunione si deve sciogliere. Un ultimo, intenso saluto, e la donna di sogni, di lotte e di potere, torna al suo posto, certa dell’amore dei suoi “descamisados” e con la speranza di rinascere, forse, nel 3001, chissà.

Giudizio: Ironico, garbato, surreale omaggio. Nonostante qualche incertezza iniziale, la rappresentazione acquista intensità col passare dei minuti, divenendo un delicato, etereo quadro surrealista. Finale emozionante.

Paolo Leone


Albano Laziale, Anfiteatro Festival (via dell’anfiteatro 40) fino al 15 agosto.
Foto di scena di Elena Lanfaloni e di Patrizio Paganucci

Si ringrazia l’ufficio stampa del Festival Comunicazione Integrata, nelle persone di Esa Ugazzi e Fabio Bruno.

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