11 agosto, 2015

I BLUVERTIGO ALLA PRIMA EDIZIONE DEL “SIMMETRIE FESTIVAL”: LUCI E OMBRE. Di Francesco Vignaroli


“Simmetrie Festival”, Arezzo, Piazza San Domenico. Venerdì 7 agosto 2015

“MOLTO SPESSO UNA CRISI E’ TUTT’ALTRO CHE FOLLE, E’ UN ECCESSO DI LUCIDITA’” (da La crisi)

Dopo alcuni anni di pausa, dovuti soprattutto ai molteplici impegni personali del leader Morgan, i Bluvertigo sono tornati in piena attività, come ha testimoniato la loro partecipazione al “Concerto del Primo Maggio” scorso. La tappa aretina del loro nuovo tour ha costituito senz’altro uno degli eventi di punta della prima edizione del “Simmetrie Festival”, manifestazione che è andata finalmente a colmare il vuoto lasciato dai defunti“Arezzo Wave” e “Play Art Festival”. Come sede del concerto è stata scelta la piccola Piazza San Domenico, uno dei luoghi più caratteristici della città, più che sufficiente ad accogliere il non foltissimo pubblico partecipante.

I Bluvertigo debuttano su disco nel 1995 con ACIDI E BASI, cui fanno seguito METALLO NON METALLO (1997) e ZERO (1999), a tutt’oggi l’ultimo album in studio, in attesa della pubblicazione del nuovo lavoro. Con David Bowie e i Depeche Mode come principali modelli e fonti d’ispirazione, il gruppo si è distinto per una proposta musicale pressoché unica nel panorama italiano degli anni ’90: un pop/rock elettronico con venature psichedeliche -soprattutto nei testi- che ha rielaborato, aggiornandola, la lezione della new wave britannica anni ‘80. Il tutto, sotto la guida geniale e folle al tempo stesso del carismatico e capriccioso Marco “Morgan” Castoldi, indiscusso polo magnetico della band. I testi, che parlano di introspezione, malessere esistenziale, filosofia, attualità, riflessioni “cosmiche” e altro ancora (fino a lambire anche il nonsense), sono specchio fedele di un’anima inquieta e sensibile, e testimoniano i molteplici interessi culturali di Morgan.

Come già anticipato nel titolo, il concerto aretino ha avuto un andamento un po’ in chiaro scuro: pregi e difetti si sono mescolati a comporre un quadro finale nel complesso discreto ma tutt’altro che memorabile. Tra i punti di forza dell’esibizione –come, credo, mi darebbero conferma i fedelissimi del gruppo- cito in primis la scaletta. Nelle due ore tonde di musica il gruppo ha riproposto tutti i gioielli di casa, a cominciare da Cieli neri, il brano di apertura, per proseguire con Fuori dal Tempo, L’assenzio –canzone con cui i Bluvertigo hanno partecipato a Sanremo 2001-, L.S.D., Sovrappensiero, Il dio denaro, Vivosunamela, Ideaplatonica, Decadenza, Sono = Sono, La crisi, Complicità (cover di Here is the house dei Depeche Mode) e Andiamo a Londra, l’inedito già presentato durante l’esibizione del primo maggio e qui arricchito da un finale in cui Morgan ha lasciato pianoforte e basso per dilettarsi alla batteria. Spazio anche per due cover: l’intramontabile Stand by me (Ben E. King) e una bella versione di Heroes, uno dei cavalli di battaglia di “papà” Bowie, omaggiato anche durante il bis (per concedere il quale i nostri si son fatti attendere un po’ troppo…) con Always crashing in the same car, brano di cui il gruppo ha registrato una versione in studio, contenuta in ZERO. Tradizionale chiusura con il pezzo più famoso di tutto il repertorio, Altre forme di vita, inno contro l’antropocentrismo “cosmico”, di matrice prettamente cristiana, che nega incondizionatamente la possibilità dell’esistenza di vita extraterrestre (“E’ PRATICAMENTE OVVIO / CHE ESISTANO ALTRE FORME DI VITA”) e pone l’uomo al centro dell’Universo.
Ciò detto, aggiungo che la band ha dimostrato una notevole verve strumentale (belli gli arrangiamenti), suonando con energia e senza mai strafare, Morgan compreso; quest’ultimo ha dimostrato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di essere un signor musicista e di saperci fare sia con le tastiere che col basso, con la curiosa aggiunta del breve fuori programma alla batteria, nel corso del quale non ha certo sfigurato.
Veniamo alle note dolenti. A fronte della più che buona prova generale del gruppo e della già menzionata abilità strumentale del leader, purtroppo ho avuto l’ennesima conferma dell’involuzione vocale –già manifestata in altre occasioni- dello stesso Morgan, che sembra aver subìto una netta alterazione -temo irreversibile- del proprio timbro, forse a causa di una condotta di vita non proprio da atleta modello (ho perso il conto delle sigarette che si è fumato sul palco…). Quali che siano le cause, la sua voce è diventata roca, più bassa di tonalità e quasi sgraziata, come se si fosse un po’ “chiusa” -gli esperti perdonino questa mia espressione poco tecnica. Il risultato è che, almeno sul palco, Morgan ormai farfuglia o urla, quasi mai canta, e, quando gli riesce, fa una gran fatica a infilare le note. Se si conoscono bene le versioni studio delle sue canzoni, il confronto con le recenti esibizioni live è a dir poco impietoso!
A migliorare le cose, poi, non ha certo contribuito la pessima acustica della serata, non so se dovuta a fattori ambientali o alle scelte dei fonici (o a entrambe le cose): mentre non ci sono stati particolari problemi per distinguere –relativamente- bene gli strumenti, le parole, già penalizzate dalla voce “sporca” di Morgan e soffocate dalla preponderanza degli strumenti stessi, uscivano fastidiosamente incomprensibili (cosa peraltro non così rara nei live, almeno in base alle mie esperienze…), e questo per lunghi tratti del concerto, compromettendo notevolmente l’ascolto.
Peccato, perché la musica dei Bluvertigo, almeno nella sua incarnazione “ufficiale” (i dischi), rappresenta quanto di meglio il panorama rock italiano abbia saputo offrire negli anni ’90, e meriterebbe perciò ben altro trattamento dal vivo!

Francesco Vignaroli

Un ringraziamento speciale a Sarah (prima le signore!) e Massimo di Roma per la “consulenza musicale”

1 commento:

  1. E Sarah e Massimo ringraziano te per l'articolo e la piacevole serata!!!

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