04 agosto, 2015

All’Anfiteatro Festival la musica è ponte tra culture. Di Paolo Leone


Albano, Anfiteatro Festival (via dell’Anfiteatro 40 – Albano Laziale). Fino al 15 agosto 2015

Due importanti, consecutive, serate musicali, sabato 1 e domenica 2 agosto, hanno concluso la prima settimana di spettacoli nella spettacolare cornice dell’anfiteatro severiano di Albano Laziale. Sabato la voce straordinaria di Nicky Nicolai ed il sax di Stefano Di Battista, hanno portato sul palco lo spettacolo Mille bolle blu – Un viaggio nei migliori anni della nostra canzone, in una formazione ridotta rispetto a quelle ammirate nei teatri italiani durante le stagioni passate. Con Andrea Rea al pianoforte, Daniele Sorrentino al basso e Marcello Di Leonardo alla batteria, ed il virtuoso Di Battista col suo sax e il clarinetto, le tonalità inarrivabili e le capacità interpretative della Nicolai ci hanno condotto nella storia della musica italiana negli anni 60/70 e oltre, rileggendone in chiave jazz alcune canzoni, più o meno celebri.
Dall’immancabile Mina (verso cui la voce di Nicky non sfigura affatto) con Non gioco più e Se stasera sono qui,  ad una chicca come un brano che Gabriella Ferri cantò con Stewie Wonder nel Sanremo 1969, Se tu ragazzo mio, ad un altro dalle bellissime sonorità quale Dall’inizio nei finali. Dopo un inizio imbarazzante per un un imprevisto tecnico e i dovuti accorgimenti in corso di concerto, non proprio il massimo per un pubblico pagante, la serata è proseguita con qualche lentezza di troppo a cui i virtuosisimi vocali e strumentali dell’ensemble hanno, in qualche modo, posto rimedio. 

Toccanti gli omaggi a Lucio Dalla e Pino Daniele, il primo con una singolare interpretazione di Piazza Grande della Nicolai; il secondo, strumentale e struggente (Dimmi quando) con Di Battista sugli scudi. Il doppio bis, con Nel blu dipinto di blu, anche in versione reggae, e La banda, ha congedato gli artisti dal pubblico. Decisamente sorprendente la seconda serata musicale, un vero e proprio incontro tra culture diverse. L’arguzia del Direttore Artistico del Festival, Renzo Renzi, ha voluto sul palco dell’Anfiteatro l’Orchestra Nazionale Tzigana di Budapest, composta da sette elementi diretti dal Maestro Antal Szalai, considerato il miglior violinista Gipsy del mondo. Davanti ad un numerosissimo pubblico (inaspettato, considerato che era la prima domenica di agosto), dopo i primi dieci minuti di approccio a sonorità non proprio comuni a queste latitudini, la bravura e la professionalità dei musicisti ha letteralmente stregato la platea, attenta e sempre più convinta nell’applauso al termine di ogni brano. 

Fondata dallo stesso Maestro nel 1969, l’Orchestra ha eseguito brani ungheresi dell’epoca delle riforme del XIX secolo nonché arrangiamenti di canzoni e danze popolari, alcune riconoscibili, dando spazio, alternativamente, ad ogni singolo musicista. Non sono mancati omaggi alla Grecia e all’Italia (La danza di Zorba e Violino tzigano). Stupore e curiosità ha destato uno strumento in particolare, suonato con incredibile virtuosismo, il Cimbalom (o Cymbalum che dir si voglia), capace di suoni a metà strada tra uno xilofono e un pianoforte. Da vedere, oltre che da  ascoltare. Uno spettacolo nello spettacolo le esecuzioni al violino di Szalai, tutte rigorosamente (e questo per ogni musicista) senza l’ausilio di spartiti. Una sintonia crescente con il pubblico, che ha calorosamente salutato gli artisti a fine concerto, i quali hanno risposto a sorpresa con una travolgente Marcia di Radetzky di Johann Strauss. Un grande colpo della produzione Europa Musica, aver portato questa orchestra al Festival. Quando la musica, con la sua bellezza, diventa ponte tra culture!

Paolo Leone


Albano, Anfiteatro Festival (via dell’Anfiteatro 40 – Albano Laziale) fino al 15 agosto

Si ringrazia l’ufficio stampa del Festival, Comunicazione Integrata, nelle persone di Esa Ugazzi e Fabio Bruno. Fotografie di Elena Lanfaloni e Patrizio Paganucci.

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