04 luglio, 2015

"PORCILE" DI BINASCO DEBUTTA A SPOLETO: METAFORA DEGLI ISTINTI PIÙ SPORCHI DELL’UOMO. Di Sara Bonci


Spoleto, Festival dei 2Mondi 2015

Una proposta che viene dal direttore artistico del Metastasio Paolo Magelli, una sfida indirizzata al regista della Popular Shakespeare Kompany Valerio Binasco: dirigere la compagnia Stabile del Teatro toscano in un testo teatrale di Pasolini. Qualcosa di inaspettato che si preannuncia una fusione teatrale interessante e si traduce con il debutto di "Porcile" al Festival dei 2Mondi di Spoleto. Noi ci siamo stati.
Dopo una lunga salita arriviamo a San Simone, chiesa sconsacrata da più di cento anni, un tempo ambito sepolcro delle famiglie nobili. Iniziamo una piacevole conversazione con Roberto Innocenti, che ci confessa che in un luogo così particolare è stato affascinante quanto difficile creare il progetto luci. Entriamo e un freschino piacevole ci accompagna di fronte alla scenografia minimale di Lorenzo Banci: una panchina di marmo e uno schermo retrostante in cui sono proiettate alte colonne o gracili alberi e dove, a ogni passaggio da un episodio all’altro, vedremo l’immagine di un sipario che si chiude. Una semplicità unica che dovrà confrontarsi con la complessità dei personaggi.
In scena ci sono Ida, una ragazzina di vent’anni (Elisa Cecilia Langone), ma già con chiare idee politiche e Julian, giovane di 25 anni privo di ideali, figlio del ricco signor Klotz che rifiuta sadicamente l’amore incondizionato dell’amica. Incredibile la trasformazione attoriale di Francesco Borchi nell’interpretazione di questo alienato dai capelli biondi e dall’erre moscia, tormentato da un segreto che cerca in qualche modo di confessare, ma di cui ha profonda vergogna: l’amore carnale per i maiali. Un ragazzo, come dirà il severo padre (uno sprezzante Mauro Malinverno) all’accondiscendente madre (Alvia Reale), “né obbediente né disobbediente” e proprio per questo più complicato da gestire. Fino alla tragica conclusione i genitori si rifiuteranno di convivere con l’ossessione del figlio, anche quando quest’ultimo entrerà in uno stato fisico e psicologico catatonico.
La vicenda è ambientata nella cittadina tedesca di Godesberg dopo il nazismo, anni in cui il potere è passato nelle mani della borghesia, rappresentata dai due coniugi e da un terzo individuo, Herdhitze (un Fulvio Cauteruccio dalla voce rauca e pungente), imprenditore avversario di Klotz che si è arricchito rubando dai campi di sterminio i denti d’oro dei cadaveri e per questo accusato di crimini contro l’umanità. Da un’ambigua conversazione su ebrei e maiali nascerà la fusione tra le due aziende, finalizzata a oscurare qualsiasi scandalo. "Porcile" vuole essere una critica proprio a quella società borghese chiusa nelle sue convinzioni, che guarda con orrore alla natura più istintiva e selvaggia e non può far altro che contribuire alla sua morte.

Sara Bonci


PORCILE
di Pier Paolo Pasolini
regia Valerio Binasco
scene Lorenzo Banci
costumi Sandra Cardini
musiche Arturo Annecchino
luci Roberto Innocenti
personaggi e interpreti
Padre Mauro Malinverno
Madre Alvia Reale
Julian Francesco Borchi
Ida Elisa Cecilia Langone
Hans-Guenther Franco Ravera
Herdhitze Fulvio Cauteruccio
Maracchione Fabio Mascagni
Servitore di casa Pietro d’Elia
coproduzione Fondazione Teatro Metastasio di Prato / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi

in occasione dei 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini

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