25 luglio, 2015

ANDREA FRANCHI PRESENTA IL SUO ULTIMO ALBUM AD AREZZO. Di Sara Bonci


Festival delle musiche, Arezzo. Venerdì 24 luglio 2015

A volte bisogna sapersi fermare, dimenticare tutto il resto e restare in ascolto. È quello che abbiamo fatto venerdì 24 luglio all’Eden Lab in occasione del Festival delle musiche. Sono le 19.30, fatidica ora dell’aperitivo, ma noi ci concentriamo nel sentire scorrere le parole di Andrea Franchi, accompagnate dalla sua stessa chitarra. Sono parole che nascono da dentro, da un bisogno interiore di esprimersi, che danno uno sguardo esterno della sua intimità, sono parole dette quasi sotto voce, per lasciare a noi il compito di ascoltarle in silenzio.
I pezzi che il cantautore, musicista e compositore pratese propone sono estratti da due suoi dischi, “Lei o contro di lei” (2012) e “Tanz!” (2015). Ci domandiamo che cosa significhi quest’ultimo titolo e Franchi in privato ci risponde che “l’album vuole essere un inno al muoversi, al non stare fermo, al guardarsi da fuori mentre si danza. Una ricerca interiore per fuggire l’immobilismo mentale, dove la più grande conquista dell’uomo è la sconfitta.” Tra i brani notiamo “Guarigioni” e “Doppio delitto”, un inno all’uccidere simbolicamente se stesso, come specifica il musicista con tagliente ironia, “non perché abbia mai desiderato uccidere fisicamente qualcuno.” Ci innamoriamo subito di “Occhio ragazzi”, brano ispirato alla storia del Mostro di Firenze e ai suoi duplici omicidi. Il titolo si riferisce alla tipica espressione che veniva usata negli anni ‘80 e addirittura affissa nei manifesti come avvertimento alle giovani coppie di non allontanarsi in luoghi troppo appartati per non rischiare la vita. Ci fermiamo un po’ a parlare con Andrea e scopriamo che è la prima volta che in un solo album inserisce così tanti pezzi strumentali, quattro su dieci, perché “io mi sento innanzitutto un musicista prima che un cantautore, anche se per me non c’è differenza tra i pezzi, sono tutte canzone.”

La carriera artistica di Andrea Franchi è intensa e varia. Da anni collabora come chitarrista, batterista e coautore con Paolo Benvegnù; come musicista e produttore con Marco Parenti, Andrea Chimenti, Marco Iacampo, Alessandro Fiori, Giorgia del Mese e Matteo Bonechi, per citarne alcuni. Realizza, inoltre, le musiche di “Ivi ci sta lo fegato” del Teatro Metropopolare e la colonna sonora per “Il Topo” con la regia di Paolo Magelli. Ricorda ancora con grande affetto lo spettacolo prodotto dal Teatro Metastasio di Prato: un’esperienza significativa sia per il testo, un riadattamento da un racconto di Raffaello Pecchioli, che per il modo di lavorare del regista con lui e con gli attori. “Io non sono un grande lettore, ma in quel caso il racconto di Raffaello mi era entrato dentro le ossa, era parte di me.”
Progetti futuri? “Costituire una nuova band con cui girare e creare una musica più personale, un mio tratto distintivo contaminato anche dalle percussioni africane.” Noi intanto aspettiamo l’8 agosto per ascoltarlo insieme a Paolo Benvegnù durante il Simmetrie Festival di Arezzo.


Sara Bonci

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