25 aprile, 2015

LA RADIO SI RACCONTA: LINUS E CRUCIANI AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL GIORNALISMO. Di Francesco Vignaroli


Perugia, Sala dei Notari, sabato 18 aprile 2015


Il Buono e il cattivo della radio”, questo il titolo dell’incontro che ha messo amichevolmente a confronto, nell’ambito della nona edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, due tra i più noti e apprezzati conduttori radiofonici italiani: il capitano di lungo corso Linus (che l’anno prossimo festeggerà i suoi primi 40 anni di carriera), direttore artistico di Radio Deejay nonché conduttore della trasmissione Deejay chiama Italia, e l’indomabile Giuseppe Cruciani, signore e padrone de La Zanzara (Radio 24), forse il programma radiofonico di maggior successo – sicuramente il più discusso- degli ultimi anni. Se avete un minimo di familiarità con i due personaggi, caratterizzati da personalità e stile conduttivo letteralmente antitetici, non credo che vi risulti difficile capire chi tra i due sia il “buono” e chi il “cattivo”… nel caso in cui, invece, tale distinzione non vi sia chiara, provate ad ascoltare i due programmi…

Due modi molto diversi di fare radio, ma entrambi di successo: da un lato (così vi aiuto un po’) il garbato intrattenimento mattutino di Deejay chiama Italia, programma che mescola notizie, musica, approfondimenti legati all’attualità e interviste con personaggi noti e meno noti, provenienti dagli ambiti più disparati (musica, cinema, letteratura, sport…); dall’altro, il linguaggio politicamente scorretto, i temi controversi, le provocazioni e la spregiudicatezza de La Zanzara, la trasmissione che ha aperto una clamorosa breccia di sguaiataggine trash (roba che a Radio 105 non sognano nemmeno!) nella sobria Radio24. Se il primo è un programma che, in qualche modo, unisce idealmente gli ascoltatori di tutta l’Italia, il secondo sembra essere nato apposta per dividere. L’approccio brusco e volutamente arrogante –fino a sfociare nella maleducazione- di Cruciani, che non di rado prende a pesci in faccia (ricambiato) gli ascoltatori, oltre al modo di trattare i principali temi dell’attualità politica –un misto di cinismo, paradossi, grottesco, comicità e follia, grazie anche all’apporto degli ospiti freak chiamati a dar man forte- che finisce spesso per dare all’ascoltatore l’impressione (esatta, peraltro…) di avere assistito a due ore circa di nulla (dal quale, però, non riesce a staccarsi!), fanno sì che, senza mezzi termini, La Zanzara suddivida il pubblico in due fazioni contrapposte. Da un lato, gli entusiasti, cioè quelli che la amano per i suoi eccessi e per la sua pazzia, e dall’altro coloro che, al contrario, considerano il programma come l’equivalente radiofonico dell’onnipresente spazzatura televisiva, ossia come una prova tangibile della “decadenza morale” della radio.

Nel corso di questa chiacchierata, svoltasi nell’eccezionale cornice della splendida Sala dei Notari (una gioia per gli occhi!) del Palazzo dei Priori, i due hanno messo a confronto le rispettive esperienze professionali, affrontando temi interessantissimi per tutti gli amanti della radio che provano il desiderio di sbirciare dietro le quinte, per cercare di capire davvero COME si fa la radio. Si è dunque parlato di questioni specifiche, come il modo di impostare il programma (scaletta, argomenti da trattare…), le relazioni con l’editore, i margini di libertà artistica, i compiti e le responsabilità di un direttore artistico (nel caso di Linus), il rapporto umano e professionale con i rispettivi co-conduttori (Nicola Savino per Linus e l’impagabile David Parenzo per Cruciani), il paragone tra il panorama radiofonico italiano e quello internazionale, i progetti futuri, le prospettive della radio… Com’era forse prevedibile, data la sua consueta affabilità e semplicità, Linus si è dimostrato più efficace e comunicativo nel raccontarsi rispetto al “rivale” Cruciani (molto più “personaggio” che “persona”, in confronto al primo), che ha saputo comunque difendersi, mostrando il suo lato più “umano” con inattesa disponibilità.
Un incontro imperdibile per tutti quelli che ritengono l’intrattenimento radiofonico come un’alternativa valida, se non migliore (ed è il mio caso), rispetto a quello televisivo.


Francesco Vignaroli

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