06 dicembre, 2014

“Ciancicagnocchi”. Il potere, mostro camaleontico. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Ambra alla Garbatella (piazza Giovanni da Triora 15) Dal 4 al 7 dicembre 2014

Tumulti in vista. 1849, il potere papale scricchiola e i moti carbonari intensificano la propria azione. Nel marasma politico è facile sobillare e trascinare povere persone senza arte né parte in cose più grandi di loro. Ciancicagnocchi, (che dà il titolo alla nuova commedia di Gabriele Mazzucco) al secolo Luigi Proietti personaggio realmente esistito, è un fannullone di Trastevere, che tira a campare tra un furtarello e un’osteria. Il suo soprannome è dovuto alla balbuzie. Due carbonari gli svelano di essere l’erede del Conte Olimpio Torre del Giglio, inducendolo a far di tutto per ottenere la sua parte di eredità. Il sogno di uscire dalla miseria si intreccia con quello di una nascente rivolta che mira alla costituzione della seconda Repubblica Romana ad opera del triumvirato composto da Saffi, Mazzini ed Armellini.
Fino a dove può spingersi il desiderio di cambiare vita? Gli ideali di uguaglianza e fraternità saranno rispettati? Quanto davvero le classi sociali ciclicamente in lotta vedranno le proprie sorti radicalmente cambiate? In una città e in una nazione gattopardesca, in una barca che non affonda mai mentre i topi si avvicendano nei secoli, Ciancicagnocchi sperimenterà sulla sua pelle e su quella dei suoi amici, sotto le cannonate francesi sul Gianicolo, quanto il potere possa essere camaleontico e rimanere uguale a se stesso pur cambiando i protagonisti in un’illusione rivoluzionaria.

La nuova commedia di Mazzucco, dopo il buon successo della sua “Storia di mezzo” nelle stagioni precedenti, rivela un buon testo. Interessante, figlio di una tradizione tutta romana causticamente critica del presente con l’espediente del ricordo storico. Gigi Magni ne fu eccelso maestro, ma senza scomodare mostri sacri di tal portata, si può dire in questo caso che Ciancicagnocchi è una commedia di genere ben scritta ma che presenta lacune piuttosto evidenti nella messa in scena. Il primo atto presenta passaggi eccessivamente lenti e la sintonia tra regia e attori è palesemente fuori sincrono. Il secondo migliora nettamente, la storia entra nel vivo e gli stessi interpreti appaiono più convinti, riuscendo ad emozionare, in qualche passaggio. La sensazione che rimane però, è quella di un’opera a metà. Da lavorarci ancora tanto, senza dubbio. Peccato, perché questo genere di commedia, se ben rappresentato, può avere grande forza emotiva.

Paolo Leone


Ciancicagnocchi, scritto e diretto da Gabriele Mazzucco.

Con: Valerio De Angelis, Andrea Alesio, Chiara Fiorelli, Federica Orrù, Paola Raciti, Claudio Fabi, Alfonso Federici, Gianluca Foti, Franco Fraschetti, Luciano Lalli, Mauro Mammarella.

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