10 novembre, 2014

"Sogno (ma forse no)" di Luigi Pirandello, con la regia di Antonio Syxty. Di Daria D.


Teatro Litta, Milano. Dal 7 al 20 novembre 2014. Prima nazionale

                                               VOCE F.C.


“Una camera: ma forse no: un salotto. Certo, una giovane signora vi giace su un letto: ma forse no: sembra piuttosto un divano, a cui per qualche molla si sia abbattuta l'alta spalliera.
Del resto, nulla in principio si discerne bene, perché la stanza è stenebrata appena da un lume innaturale che emana dal tappetino verde prato davanti al divano. Questo lume par debba da un momento all'altro sparire a un lieve moto nel sonno della giovane signora dormente.
Difatti, è proprio il lume d'un sogno: come quel salotto è una camera da letto soltanto nel sogno della giovane signora: e un letto, quel divano.
Nella parete di fondo è un uscio chiuso. In quella destra è un grande specchio su una piccola mensola lavorata artisticamente in forma di cofano, e dorata. Questa mensola per ora non si vede: e anche lo specchio per ora sembra piuttosto una finestra.
La ragione di quest'inganno è semplice: nello specchio si riflette la finestra che gli sta dirimpetto, nella parete sinistra: e naturalmente, per la giovane signora che sogna, la finestra è lì dov'è lo specchio che la riflette: e questa finestra di sogno sarà difatti aperta, più tardi, dall'uomo che verrà”.

Con la sua consueta eleganza formale e sensibilità nel scegliere testi, a volte onirici a volte apparentemente leggeri, Antonio Syxty mette in scena l'atto unico “Sogno (ma forse no)” di Luigi Pirandello scritto tra la fine del 1928 e l’inizio del 1929, e rappresentato nel 1931 a Lisbona, a mio parere testo molto più adatto al mezzo cinematografico, capace di esprimere più efficacemente l’atmosfera onirica dell’opera.
Questa peculiarità rende “Sogno (ma forse no) ” un po’ difficile da tradurre sul palcoscenico, tant’è che perfino Pirandello ne era cosciente. Infatti, le sue note di regia, le indicazioni scenografiche e recitative, diventano una voce fuori campo   fondamentale alla spiegazione della storia, come un personaggio misterioso, un Caronte o una Beatrice, che ci accompagnano nella discesa al sogno.  La vicenda, incentrata su un triangolo amoroso e una collana di perle, che nel sogno della “giovane signora”diventa il segno lasciato dalle mani del suo amante nel tentativo di strangolarla, si svolge su due piani, quello del sogno e quello della realtà. Questi due piani s’intersecano e confondono a tal punto che lo spettatore, cogliendone l’ambiguità, e incapace di capire dove un piano finisca e cominci l’altro, cede le armi e si lascia  trasportare nella riposante dimensione onirica, ma a occhi aperti, che caratterizza l’opera.
Una scenografia fatta di cascate di cellophane che ondeggiano come presenze fantomatiche e che a volte si trasformano in uno schermo su cui giganteggiano volti e oggetti, rende l’atmosfera paurosa e intrigante e la Bajetta, che interpreta “la giovane signora” e Callegaro “l’uomo in frac”, in questo efficace contesto, usando una recitazione da cinema muto, si cercano, si respingono, si tradiscono, si sognano.
Tutto è sospeso e volatile, e se della storia non comprendiamo troppo bene lo svolgimento, è quasi normale, perché in fondo è proprio quello che ci si aspetta da un sogno: se tentiamo di interpretarlo razionalmente, c’è caso che perda di fascino, col rischio di diventare simile a un pezzo di deludente realtà.
Syxty osa anche il rimando esplicito al film “Kill Bill”, facendo vestire la “giovane signora” con una tuta gialla e mettendole tra le mani una spada. Purtroppo l’espediente è un po’ forzato e nulla aggiunge alla storia, lasciando lo spettatore con una domanda in più, purtroppo insoluta “ma perché…?”. O forse è proprio questo, invece, il rimando alle altrui cinematografiche visionarietà ? Non ci convince, ma rispettiamo la scelta artistica come pure quella di far sognare gli spettatori...
A riportarli alla realtà ci penserà il mondo, là fuori.

Daria D.


Sogno (ma forse no) di Luigi Pirandello
Regia di Antonio Syxty
Con Caterina Bajetta e Gaetano Callegaro
Scenografia di Guido Buganza
Costumi Valentina Poggi
Coreografia Lara Vai
Video Pasquale Russo
Voce registrata Marco Balbi
Disegno luci Fulvio Melli
Assistente alla regia Maria Francis La Spada

Staff tecnico Ahamad Shalabi, Marcello Santeramo

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