06 ottobre, 2014

Mario Gelardi, "Raccontare è l’unico modo per Resistere!". Intervista di Andrea Axel Nobile


Mario Gelardi,  autore e regista teatrale, esponente di primo piano del teatro civile in Italia. Dal suo incontro con Roberto Saviano, nasce l’idea di portare in scena Gomorra, questo si è rivelato un successo senza precedenti, portato in giro anche fuori dai confini Italiani. Attualmente è il direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità, che è diventato in pochissimo tempo una realtà costante e presente nel panorama artistico Italiano, divenendo uno dei teatri di innovazione più seguiti. Diversi gli autori e registi che si sono alternati al Nuovo Teatro Sanità, tra questi ricordiamo: Giulio Cavalli, Margherita di Rauso, Roberto Azzurro, e tanti altri. Come regista sta preparando due spettacoli,  « Don Not Disturb », che debutterà all’ Hotel Parker il 10 Ottobre e « Nessuno ci farà del male », che  vedrà la sua messa in scena a Novembre, al Teatro Nuovo di Napoli.

Questo é il secondo anno del Nuovo Teatro Sanità, che bilancio si è fatto di questa nuova realtà artistica?

Il bilancio è complesso, a livello di numero di presenze da parte del pubblico siamo più che soddisfatti, stessa cosa vale per i riscontri della stampa. Stiamo costruendo una casa, per ora siamo alle fondamenta, la vogliamo fare salda e bella.

Quest'anno, oltre che il teatro, verranno utilizzati dei luoghi non deputati per fare spettacolo, questa scelta ha destato un bel successo… come nasce questa idea e cosa ci si aspetterà ?

C’è sempre di più da parte del pubblico l’interesse a spazi alternativi rispetto alla classica sala teatrale, sarebbe ingenuo pensare che per fare teatro un artista abbia bisogno di un palcoscenico, poltrone rosse e sipario ; il teatro ha bisogno di qualcuno che racconta e qualcuno che ascolta, tutta la città è il nostro teatro naturale, tutto il nostro quartiere ha dimostrato di gradire questo “teatro diffuso”, che è la logica con cui ci spostiamo in vari luoghi. Nel Rione Sanità ci sono luoghi di grande suggestione come la basilica e il chiostro di santa Maria alla Sanità, le catacombe di San Gaudioso e quelle di San Gennaro… uno spettacolo nello spettacolo.

È stata da poco presentata la stagione del nuovo teatro sanità, ce ne può parlare ?

Portiamo avanti temi a noi cari : la nuova drammaturgia, un’attenzione particolare alle giovani Compagnie, il teatro di impegno civile. Abbiamo generosi e cari ritorni come Ciro Pellegrino, Roberto Azzurro, Tina Femiano e Cristina Donadio. Per chi vuole visionare per intero il nostro cartellone e le varie attività del teatro può andare sul nostro sito, www.nuovoteatrosanita.it.

Sono anche presenti diverse compagnie fuori dal territorio campano?

Sì,  in particolare Vucciria teatro e Tino Caspanello, due realtà siciliane molto interessanti e inoltre siamo felici di ospitare  Gabriele Carbotti ed Elena Gigliotti da Roma.

Ha suscitato molto interesse, nella stagione presentata il progetto su Pasolini, con registi ed attori molto amati dal pubblico, ce ne può parlare?

Il mese di gennaio sarà tutto dedicato a Pier Paolo Pasolini, in occasione del quarantennale della sua morte. É un progetto che vogliamo portare avanti per tutto il 2015. Racconteremo Pasolini da vari aspetti, quello poetico, con un progetto affidato a Claudio Finelli,  quello più intellettuale affidato a Ciro Pellegrino, che farà uno stage con i giovani attori del laboratorio teatrale del Nuovo Teatro Sanità, e poi quello umano con uno spettacolo di Massimo Stinco. Infine Ivan Castiglione ed io  abbiamo immaginato una notte napoletana di Pasolini, che ambienteremo nella galleria Primo Piano di Napoli.

È stato definito un teatro di innovazione il suo, ma come si sta evolvendo la sua attività sia come regista e che come direttore artistico?

Non so se stia evolvendo, certamente mutando, ma il bello del teatro è questa sua mobilità, instabile come certe molecole. Il mio modo di pensare il teatro cambia perché passano gli anni e cambia in generale il mio modo di vedere il mondo.

Si parla sempre di più di una Napoli violenta e compromessa, quanto crede sia vero questo ? Non crede che bisogna gettare un sguardo su una Napoli differente?

É d’obbligo fare una premessa : chi nega i problemi è complice degli stessi, è istigatore di una cultura omertosa. Detto questo, da artisti sensibili e curiosi quali dovremmo essere, la voglia di raccontare i mille aspetti di una città che sembra più uno stato d’animo, dovrebbe essere un’esigenza indissolubile. Spesso ci vogliono ridurre ad uno stereotipo, se una volta era pulcinella, ora è il malavitoso.

Lei ha portato Gomorra sulle tavole da palcoscenico, fu un successo grandissimo, ma quest’anno si festeggia una ricorrenza importante. Per tutti i fan che si domandando se ci sarà una ripresa dello spettacolo, cosa risponde?

Quest’anno sono dieci anni dalla messa in scena di Gomorra, sicuramente riportarlo in scena significherebbe attuare una riscrittura, giacché le problematiche legate alla mala vita organizzata che si sono sviluppate negli ultimi anni sono diverse rispetto a dieci anni fa, e inoltre il pubblico di oggi è più informato rispetto ai meccanismi legati alla Camorra. Non lo so ancora se ci sarà una nuova messa in scena, ma francamente mi piacerebbe.

Quali saranno i suoi prossimi impegni ?

Le nuove repliche di DO NOT DISTURB al Grand Hotel Parker, un progetto che mi dà sempre molte soddisfazioni e poi sarò a Novembre al Teatro Nuovo di Napoli con « Nessuno vi farà del male ».

Nella direzione del teatro quale è un suo prossimo obbiettivo?

Intanto la creazione del laboratorio di teatro, poi la formazione di una compagnia e inoltre vorrei che il teatro diventi un punto di riferimento anche per gli artisti di altre città. In una città complessa come Napoli la cultura è la risposta che dà risultati alternativi al brutto… raccontare è l’unico modo per resistere.


Curata da Andrea Axel Nobile

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