30 settembre, 2014

Allievi e maestri in scena per "Studio per Storia di Qu". Al Festival Trame d’Autore debutta un testo inedito di Dario Fo, aspettando Expo 2015. Di Greta Salvi


Piccolo Teatro, Teatro Studio Melato, Milano. 24 e 25 settembre 2014

Prendete dei giovani artisti in erba: attori, musicisti, scenografi, costumisti e acrobati. Aggiungete un testo inedito di Dario Fo e Franca Rame. Mescolate tutto con la regia di Massimo Navone. Eccovi servito “Studio per Storia di Qu”, presentato in anteprima il 24 e 25 settembre al Piccolo Teatro Studio Melato, nell’ambito del Festival Trame d’Autore (18-28 settembre).
Appena superato il foyer, la magia ha inizio. Ad attendere gli spettatori negli ambulacri del teatro ci sono alcuni dei giovani attori, nei panni di soldati: imbracciano armi da fuoco, ma i loro costumi ricordano le statue dell’Esercito di Terracotta dell’imperatore Qun Shi Huang (III secolo a.C.). Un anacronismo che caratterizza tutto lo spettacolo, dove agli echi di una Cina fiabesca si alternano sapientemente elementi di attualità ed espliciti riferimenti alla Cina comunista.
Gli altri attori sono già in scena: il sorriso con cui accolgono il pubblico dà l’impressione di trovarsi  ad un incontro tra amici. Tra questi amici, ne manca solo uno, che presto arriva: dopo il saluto di Massimo Navone, Dario Fo fa il suo ingresso in scena. E il pubblico lo accoglie con il calore che si riserva alle persone care.
Il maestro si presenta con la testa infilata in una piccola gabbia di legno: si tratta di una “gabbietta da morto”, spiega, un supplizio che in Cina era inflitto ai condannati al silenzio e prossimi all’esecuzione capitale. Come accade a Qu, il protagonista dello spettacolo.
Dario Fo si emoziona, mentre racconta del suo primo viaggio in Cina con Franca Rame, negli anni Sessanta. Si emoziona guardando i giovani attori che lo circondano: sono tutti allievi o neo-diplomati della Scuola “Paolo Grassi” e di altre scuole di teatro milanesi e hanno la stessa età che aveva lui quando iniziava a calcare le scene. «Cerchiamo di dare ai giovani un futuro, ora, prima che questo futuro diventi passato!» conclude. E tra gli applausi, lo spettacolo inizia.
Tra monaci volanti, ribelli rossi mascherati da scimmie, appassionate arringhe sul “comunismo utopico” e denunce della corruzione del potere, si snoda la vicenda di Qu. Il personaggio appartiene alla cultura popolare cinese: è un po’ Arlecchino, un po’ fanfarone, un po’ un fou savant che nel suo candore disarmante si oppone strenuamente al potere costituito, mettendosi dalla parte dei più deboli, degli emarginati come lui.
La sua storia è narrata in Ah Qu, del filosofo e poeta cinese Lu Xun, l’inventore della scrittura cinese semplificata. Il suo racconto, nella traduzione di Franca Rame e Gisella Palumbo, è stato adattato e sceneggiato, fino a trasformarlo in un testo di teatro all’antica italiana.
Qu è interpretato da un frizzante Michele Bottini, insegnante di Commedia dell’Arte alla Scuola “Paolo Grassi”. Tra gli altri interpreti spiccano Carolina Leporatti (nel ruolo di narratrice e di guida della popolazione contadina), Betti Rollo (la bellissima Luna, donna colta ed emancipata, amata da Qu) e il terzetto composto da Graziano Sissessi, Veronica Franzosi ed Enrico Pittaluga, che in perfetta alchimia scenica interpretano rispettivamente il tirannico governatore, la sua diabolica concubina e un malvagio generale, caricature di un potere corrotto e manipolatore.
Le scenografie, realizzate dagli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, evocano la leggerezza degli aquiloni; praticabili mobili modificano e ridisegnano lo spazio scenico, muovendosi intorno ad una struttura principale che diventa, di volta in volta, tribuna, macchina da guerra, patibolo.
Completano la suggestione le canzoni e le musiche originali, eseguite dal vivo dagli allievi della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” e i numeri acrobatici a cura del Laboratorio di Circo “Quattrox4”.
Storia di Qu andrà in scena dal 30 giugno al 5 luglio 2015, nell’ambito degli eventi di Expo dedicati alla Cina. Questo Studio ne ha offerto al pubblico un saggio, in forma ancora provvisoria: nei prossimi mesi, il lavoro della compagnia permetterà di intervenire su qualche dettaglio, di migliorare alcuni passaggi non del tutto chiari tra le scene. Ma al di là di qualche lieve imperizia, la bravura degli interpreti è innegabile e la scelta di Massimo Navone di puntare sui giovani si è già dimostrata vincente.


Greta Salvi

2 commenti:

  1. E' Marta Lunetta che interpreta Luna e non Betti Rollo

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  2. Dalla foto della locandina si vede che accanto a Michele Bottini (interprete di Qu) c'è Marta Lunetta (interprete di Luna
    nella prima serata e nel ruolo di narratrice in seconda serata.

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