09 giugno, 2014

Manuela Tempesta, vi racconto la ricetta del mio «Pane e burlesque». Intervista di Andrea Axel Nobile


Manuela Tempesta, giovane regista che ha debuttato al cinema con il film «Pane e Burlesque», progetto cinematografico che ha coinvolto  un cast importante formato da  attrici e attori amatissimi dal grande pubblico: Laura Chiatti, Sabrina Impacciatore, Giovanna Rei, Michela Andreozzi, Caterina Guzzanti, Leonardo Leo, Raffy Braia e Marco Bonini.
Un film definito da molti un «manifesto della società contemporanea», nel quale vengono esplicate le crisi e le nevrosi del nostro tempo. Emanuela Tempesta riesce così a mettere in luce, i vizi e le virtù del  nostro paese, attraverso il gioco glamour del burlesque. Questo diviene  un pretesto per parlare delle donne della loro forza e  della loro  centralità  nella società contemporanea.

Come nasce l'idea del film?

L’idea nasce dalla mia voglia di raccontare uno spaccato dell’Italia, fare  una vera e propria fotografia del Paese. Allo stesso tempo  ho unito la passione per il burlesque, raccontando quel mondo, celato di grande femminilità, fatto di pizzi e merletti e glamour, dove le donne sono padrone della scena. Attraverso questi elementi, e un pizzico di ironia  è nato “Pane e Burlesque”.

Il Film è definito da molti come un vero e proprio manifesto  del neo-femminismo, come ti senti in questa definizione?

Neo Femminismo è un bel complimento. Credo che nella storia sociale di un Paese come l’ Italia sia palese che gli uomini sono stati al centro di tutto e che noi donne dobbiamo ancora oggi dimostrare tanto. Negli ultimi  tempi la reazione sociale ha spostato le donne in una loro posizione sicuramente più alta. Noi donne ci siamo date da fare per dimostrare che possiamo farcela da sole. Il film cerca anche con ironia di raccontare questa sottile lotta quotidiana che le donne fanno. Cerco di farlo con una certa positività, donando un messaggio di speranza.

L’idea del cast come nasce?

Ci sono stati diversi sviluppi sul cast e alla fine abbiamo deciso per queste attrici per molteplici motivi: Sabrina Impacciatore era perfetta per quel ruolo e aveva l’ironia giusta per affrontarla. Laura Chiatti: ci piaceva metterla alla prova con un ruolo nuovo giacché  aveva lavorato su film d’ autore e si era cimentata meno in ruoli comici. Giovanna Rei: è stata scelta dopo diversi provini ed era ben calata nella parte.
Michela Andreozzi: mi piaceva scommettere e sperimentarla in un ruolo nuovo.

Non è facile fare un film in Italia. Cosa ti senti di consigliare ai giovani e come ci si sente a vivere in momento di successo come questo?

Il tutto lo sto vivendo con tanta serenità. Credo che al successo, se così lo possiamo definire, bisogna arrivare con la consapevolezza  delle proprie capacità e del proprio studio. Per arrivare a fare un film bisogna arrivare preparati; bisogna studiare, essere tenaci, credere nei propri obiettivi. Capire quali sono i propri punti forza e debolezza e lavorare e su questi. Bisogna arrivare preparati quando ti arrivano le occasioni, questo mi sento di raccomandare a un giovane. Studiare è la prima cosa da fare per arrivare al successo.


Curata da Andrea Axel Nobile

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