14 maggio, 2014

Le Vespe di Aristofane e la passione, necessaria ad ognuno di noi a qualunque età. Di Paola Pini


Teatro Greco, Siracusa – dall’11 al 22 giugno 2014

Si ride con leggerezza assistendo a Le Vespe, la commedia scritta da Aristofane e andata in scena per la prima volta nel 422 a.C. in occasione delle Lenee, feste dedicate a Dioniso che si svolgevano nei primi mesi dell’anno. Vi assistevano soprattutto cittadini ateniesi, da cui il frequente uso di approfittarne per mettere alla berlina i personaggi pubblici della città.
Lo spettacolo, allestito quest’anno a Siracusa in occasione del centenario dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, si avvale della traduzione scenica di Alessandro Grilli, al quale il regista Mauro Avogadro ha voluto affiancarsi per riuscire assieme a rendere al meglio la fruizione da parte del pubblico odierno di un testo che, come spesso accade nella commedia greca classica, deve riuscire a stare in equilibrio nel mantenimento della vis comica pur in assenza dei riferimenti legati alla contemporaneità di quell’epoca.
Così, tra i due elementi portanti la vicenda, la critica alla proliferazione dei processi appoggiata da chi allora deteneva il potere politico da una parte e la vicenda umana del protagonista Vivacleone dall’altra (impersonato da Antonello Fassari, perfettamente a suo agio nel ruolo), che tenta con tutte le forze di continuare a nutrire la propria passione dominante di essere giudice popolare pur contro la volontà del figlio, il regista e il traduttore hanno deciso di dare maggior spazio alla seconda, con intelligenza e misura, grazie ad una comicità che arriva al pubblico senza essere mai sopra le righe, senza eccedere troppo, pur concedendosi alle battute o alle situazioni anche pesanti, tipiche in Aristofane.
Emerge allora quanto, anche in età avanzata sia necessario poter “vivere” continuando a fare ciò che piace, anche se forse è inutile, o anche se si viene usati da altri per secondi fini non sempre encomiabili. Sempre attuale la preoccupazione sincera mostrata dal figlio Abbassocleone (il bravo Martino D’Amico, cui è stato dato l’arduo compito di impersonare la spalla “seria”), legata a ragionamenti razionali che non gli permettono però di comprendere veramente le necessità del padre, in un gioco perverso in cui si convince che sia bene per il genitore quello che ritiene essere bene per se stesso.

In questo scontro generazionale, vengono coinvolti i due servi Sosia (Sergio Mancinelli) e Santia (Enzo Curcurù), che dialogano con tutti e fanno, in modo brillante, da mediatori tra i personaggi, interpellando in diversi momenti anche il pubblico presente e il coro delle Vespe, (Francesco Biscione, Giuseppe Bisogno, Massimo Cimaglia, Carlo Di Maio, Lorenzo Falletti, Adriano Giammanco, Francesco Migliaccio, Andrea Romero, Marco Toloni, Carlo Vitiello), costituito dai vecchi giudici popolari colleghi di Vivacleone, dai loro figli (Giovanni Luca Ariemma, Corrado Drago, Dario Fini, Matteo Francomano) e dalla Banda Osiris (Alessandro Berti, Gian luigi Carlone, Roberto Carlone, Giancarlo Macrì, Raffaele Kohler) che uniscono l’esecuzione delle musiche in scena, assieme al cantante Adonai Mamo, con la partecipazione attiva alle gag che spesso contribuiscono ad innescare, favorite anche dalle divertenti scene e dagli azzeccati costumi di Arnaldo Pomodoro.
Le scene si susseguono, facendo intervenire nuovi personaggi: il cane di Cidatene (Francesco Scaringi), accusato dall’asino di Vivacleone (Sebastiano Fazzino) e protagonisti di un processo farsa allestito in casa per riuscire a convincere il padre ad abbandonare le aule per una vita più tranquilla che vede per testimoni Ladrete (Antonio Bandiera), un piatto (Laura Ingiulla), una grattugia (Cristina Coniglio), una pentola (Alessia Ancona) e una graticola (Rossella Zagami), oltre ai figli dell’accusato, i cuccioli (Carmelo Alù, Nicasio Catanese Ruggero, Vincenzo Paterna) , delle convitate (Alice Bronzi, Elisa Golino) ed alcuni servi (Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Andrea Cannata, Riccardo Masi).

Vivacleone si convince e accetta a cambiar vita, partecipando a simposi e facendo “la bella vita”, ma non finirà come vorrebbe Abbassocleone: una serie di disastri a catena causati dalle intemperanze del protagonista in cui vengono coinvolti Mirtia (Doriana La Fauci), una flautista troiana (Giulia Diomede), altri convitati (Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Alessia Ancona, Andrea Cannata, Cristina Coniglio, Laura Ingiulla, Emanuele Lopes, Giuseppe Calvo, Vladimir Randazzo, Rossella Zagami), Cherefonte (Domenico Macrì), un accusatore (Sabastiano Fazzina) con il suo testimone (Gianni Giuga) dimostra quanto sia pericoloso portare qualcuno a fare quel che non vorrebbe.
Finirà con un diretto riferimento alla tragedia, nel quale vengono canzonati certi atteggiamenti supponenti da parte dei ballerini (Dario Battaglia, Gianni Giuga, Domenico Macrì) che le rappresentano, in modo a volte troppo fuori dalla realtà e spesso riscontrabili ancora oggi in certi ambienti dello star system.
È un cast che convince e diverte, in un equilibrio costantemente instabile che favorisce il ritmo fino alla fine.
Sono sorrisi e risate che fanno pensare, lasciando quel po’ di amaro che sempre si accompagna alla fine di una commedia ben riuscita, perché ci mostra in modo implacabile le debolezze umane senza darci la possibilità di nasconderci, perché in fondo si riferiscono ad ognuno di noi.

Paola Pini


Le Vespe di Aristofane
Traduzione  e adattamento Alessandro Grilli
Regia Mauro Avogadro
Scene e costumi Arnaldo Pomodoro
Musiche Banda Osiris: Alessandro Berti, Gian luigi Carlone, Roberto Carlone, Giancarlo Macrì, Raffaele Kohler(musicista)
Movimenti Ivan Bicego Varengo
Regista assistente Lorenzo Fontana
Assistente scene e costumi Dialmo Ferrari
Progetto audio Vincenzo Quadarella
Progetto luci Elvio Amaniera
Costumista assistente e responsabile sartoria Marcella Salvo
Direttore di Scena Alessandro Sindona
Assistente alla regia Sebastiano Fazzina
Assistente volontario Carmelo Alù
Personaggi e interpreti
Sosia Sergio Mancinelli
Santia Enzo Curcurù
Vivacleone  Antonello Fassari
Abbassocleone Martino D’Amico
Coro Francesco Biscione, Giuseppe Bisogno, Massimo Cimaglia, Carlo Di Maio, Lorenzo Falletti, Adriano Giammanco, Francesco Migliaccio, Andrea Romero, Marco Toloni, Carlo Vitiello
Figlio Alessandro Romano
Servo Cantante  Adonai Mamo
Cane di Cidatene Francesco Scaringi
Mirtia Doriana La Fauci
Accusatore – Asino di Vivacleone  Sebastiano Fazzina
Troiana Giulia Diomede
Convitate  Alice Bronzi, Elisa Golino
Accademia d’Arte del Dramma Antico Sezione Scuola di Teatro “Giusto Monaco”:Figli dei Coreuti Giovanni Luca Ariemma, Corrado Drago, Dario Fini, Matteo Francomano
Servi  Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Andrea Cannata, Riccardo Masi
Ladrete  Antonio Bandiera
Piatto  Laura Ingiulla
Grattugia Cristina Coniglio
Pentola  Alessia Ancona
Graticola Rossella Zagami
Cuccioli Carmelo Alù, Nicasio Catanese Ruggero, Vincenzo Paterna
Convitati Salvatore Agli, Valerio Aulicino, Alessia Ancona, Andrea Cannata, Cristina Coniglio, Laura Ingiulla, Emanuele Lopes(sezione senior), Giuseppe Calvo (sez. senior), Vladimir Randazzo, Rossella Zagami
Cherefonte Domenico Macrì
Testimone dell’accusatore Gianni Giuga
Figli di Canchero Dario Battaglia, Gianni Giuga, Domenico Macrì
Costumi Laboratorio di sartoria FONDAZIONE INDA ONLUS Siracusa
Scenografie Laboratorio di scenografia FONDAZIONE INDA ONLUS Siracusa

Area comunicazione: www.indafondazione.org

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