19 aprile, 2014

GIGOLO’ PER CASO (FADING GIGOLO’). SCRITTO E DIRETTO DA JOHN TURTURRO. Di Daria D.


Sharon Stone, una dermatologa di successo, bella, ricca, elegante, gambe da togliere il fiato, carica sensuale ai massimi livelli, chiede al suo paziente, Woody Allen, un vecchietto furbo ed ebreo, se conosce un gigolò disposto, dietro lauto compenso,  a un ménage à trois, o anche a deux, in alternativa. L’importante è fare sesso, uno sport come un altro.
 Siamo già in zona assurdità.
Allen, per fare un favore all’amico di lunga data John Turturro, che sbarca il lunario come può, ma in realtà perché è parecchio furbo e parecchio ebreo, gli propone la redditizia attività commerciale di diventare uno squillo (!).
Turturro, dopo le iniziali giuste perplessità, accetta e i soldi gli piovono come noccioline. Fare lo stallone rende, anche se il 40% degli incassi va al pappone Allen.
La Stone, che è una donna generosa, passa il contatto a un’amica, Sofia Vergara, una specie di porno star, tutta fuoco, taglia reggiseno sesta o forse più, labbra da idrovora, occhi perennemente puntati tra le gambe di Turturro. La spagnola assatanata accetta il regalo e per fare sesso con Turturro (!) sarà disposta a pagare.  Credevo fosse il contrario…
Nel frattempo, il gigolò s’invaghisce di una noiosa e slavata vedova di un rabbino, Vanessa Paradis/Avigal, madre di sei figli, che per mestiere toglie i pidocchi dai capelli dei ragazzini neri (se qualcuno ha capito in modo diverso, pregasi avvisarmi), praticante, ligia alle regole della sua religione, timorata del suo Dio. Una vera palla. Gli ebrei nel film ci fanno una figura misera e meschina, come pure le donne, i poliziotti, gli avvocati, insomma tutti quanti, pure i bambini.
Anche il poliziotto di quartiere è però innamorato di Avigal ma solo dopo che Turturro in qualità di massaggiatore riesce a risvegliare nella donna il desiderio carnale, sarà in grado di dichiararle il suo amore.
Turturro, però, da quando è caduto innamorato, non fa più tanto bene il suo lavoro, anzi, addirittura va in bianco con la Stone e l’amica che lo aspettano per il famoso ménage à trois, seminude nell’appartamento tutto vetrate della dottoressa.




La sua carriera sembra finita, ma riprenderà dopo che la vedova lo avrà lasciato per il poliziotto e così Allen non sarà più un vecchietto disoccupato.
Film noioso nonostante si sforzi di essere divertente, oppure si sforza di essere intelligente, non ho ben capito, molti cliché sugli ebrei, il sesso e tutto il resto, Allen non fa ridere, anzi è patetico, e Turturro fa ridere solo quando assume l’aria drammatica e pensosa.
E poi sembra che per il regista/sceneggiatore l’universo femminile si divida tra ninfomani/assatanate/virago/porno star e timorate/ bigotte/frigide ebree.  In mezzo proprio niente?  Prova a venire in Europa, Turturro…
Altri significati vanno cercati pazientemente come i pidocchi tra i capelli dei ragazzini di colore e  poi liquidati in fretta per mancanza di vero interesse.
L’unica cosa non male la colonna sonora jazz.
Da perdere, senza rimpianti.

Daria D.


USA 2013
CON : John Turturro
Woody Allen
Sharon Stone
Vanessa Paradis

Sofia Vergara

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