Piccolo Teatro
Grassi, Milano, dal
13 marzo al 5 aprile 2014
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| Foto Luigi Laselva | 
Chissà
se col titolo originario “Akteon” 
che  Witold Gombrowicz  aveva dato nel 1959 al romanzo prima di
optare per  il più stuzzicante
“Pornografia”, probabilmente su suggerimento dell’editore per cui  le vendite sono sempre una fissazione,
avrebbe smosso in egual modo conversazioni 
nei salotti, al bar, o nelle sale di università tra intellettuali e
studiosi,  lettori e curiosi, spingendo
addirittura un famoso regista come Luca Ronconi a metterlo in scena?
Il
dubbio rimane, ma ce ne facciamo una ragione, in fondo tutti oggi vogliono
vendere qualcosa, usando molto, anzi troppo 
spesso,  riferimenti al sesso,
Freud docet, sia che si tratti di un paio di scarpe, una macchina, un libro, un
film. Insomma toccare certe corde è sempre una specie di garanzia, cui nessuno
si sottrae, costi quel che costi.
Ma
lasciamo da parte Atteone, ricordando prima, però,  che era un personaggio delle “Metamorfosi” di
Ovidio  e che un giorno, andando a
caccia, si era imbattuto in Artemide che faceva il bagno nuda e lei, per
punirlo di averla guardata,  lo aveva
trasformato in un timido cervo. La povera bestia,  inseguita da trentasette cani, gridava ai
suoi compagni di salvarlo e di non farsi ingannare dall’apparenza fenomenica di
cervo.  Atteone era stato punito perché
aveva visto la bellezza di Artemide, penetrando nella sua intimità e bellezza,
svelati al suo sguardo. Non era mica un pornografo il povero Atteone! 
La
pornografia, lo sappiamo, è la concretizzazione di fantasie perverse, la
raffigurazione esplicita di soggetti sessuali, in forma letteraria, fotografica
e spettacolare al solo scopo di farne del commercio. L’erotismo è invece immaginazione,  sogno, 
fantasia e come tale rimane, perciò mai 
imputabile di atti osceni, manipolazione o sfruttamento dei corpi. 
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| Foto Luigi Laselva | 
Lasciati
gli amici di Varsavia, si trasferiscono insieme in campagna,  ma qui, forse perché annoiati,  abituati com’erano alla frenesia sensuale e
creativa della città, qui perfino la guerra, siamo nel 1943, è un’eco lontana,
forse perché a  disagio  in quell’ambiente di contadini e di cattolici
praticanti,  forse perché tra i due si
stabilisce un rapporto di grande complicità, lasciandoci addirittura il dubbio
che siano omosessuali, cominciano a fare progetti libidinosi sulle due ignare
giovani vittime. 
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| Foto Luigi Laselva | 
Il
romanzo di Gombrowicz è pochissimo dialogato, tutta letteratura,  concettuale, difficile da trasportare sulla
scena ma Ronconi non è uomo che si ferma davanti agli ostacoli, anzi ama  le sfide, che a volte si vincono altre… beh…
è stato bello provarci.  Per quasi tre
ore ci sembrava di sentire un radio dramma, che 
purtroppo non era a puntate… 
pieno di troppi concetti, troppe parole, troppa insopportabile senilità.
 Ma che altro doveva fare Ronconi, oltre
a questo miracolo di bravura?
Daria D.
PORNOGRAFIA  regia di 
LUCA RONCONI 
dall’omonimo romanzo
di WITOLD GOMBROWICZ 
traduzione Vera
Verdiani
scene Marco Rossi
luci Pamela Cantatore
Personaggi                 Interpreti
Witold                 Riccardo Bini
Federico             Paolo Pierobon
Ippolito               Michele Nani
Maria                   Franca Penone
Enrichetta          Lucia Marinsalta
Carlo                   Loris Fabiani
Vencislao           Ivan Alovisio
Amelia                Valentina Picello
Siemian              Francesco Rossini
Beppe                 Jacopo Crovella
coproduzione Piccolo
Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Centro Teatrale Santacristina,
in collaborazione con
Spoleto 56 - Festival dei 2Mondi
Foto di scena Luigi
Laselva
 
 
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