07 marzo, 2014

“Don Chisciotte, TragiCommedia dell'Arte” da M. De Cervantes, di e con Michele Mori e Marco Zoppello. Di Alberto Nocentini


Teatro Virginian, Arezzo. Martedì 04 Marzo 2014. Spettacolo unico.

“Vox Populi Vox Dei”

La giovane compagnia Tosco/Veneta Stivalaccio Teatro composta da Michele Mori e Marco Zoppello guidati dalla consulenza artistica di uno dei più grandi maestri della Commedia dell'Arte, Carlo Boso, porta in scena ad Arezzo un capolavoro della letteratura mondiale: “Don Chisciotte, TragiCommedia dell'Arte”.
Testo e regia sono di Marco Zoppello che si ispira a Cervantes ma a questo aggiunge abilmente, amalgamati al suo interno, variazioni di tema e citazioni di Leopardi, Ruzzante, Dante, Shakespeare ed altri famosissimi autori che entusiasmano gli spettatori.

In accordo con i canoni della commedia dell'Arte il palco si dimostra spoglio. Un grande telo formato da toppe multicolore sullo sfondo, al centro un piccolo baule che permette agli attori rapidi cambi di costume e maschere. Di lato dietro una quinta ma visibile al pubblico una rastrelliera per bastoni e spade.

Gli attori entrano in platea da una porta laterale ringraziando commossi il pubblico per  averli salvati da morte certa concedendogli la grazia e, così facendo, ci portano subito all'inizio del racconto. Dopo una breve presentazione ci narreranno infatti le loro disavventure.
E' il 25 Febbraio 1545, l'epoca dell'Inquisizione. In questo periodo gli attori erano considerati eretici e malfattori e a loro, durante la Quaresima, era negata qualsiasi rappresentazione popolare che esulasse le Sacre Rappresentazioni.
Giulio Pasquati in arte Pantalone e Girolamo Salimbeni in arte Piombino sono due attori della celebre compagnia dei Comici Gelosi che vengono arrestati e condannati a morte per aver messo in scena uno spettacolo inadatto alla giornata.
E' proprio di fronte all'Inquisitore che inizia questo racconto. Condannati a morte i due attori chiedono che l'Inquisitore esaudisca il loro ultimo desiderio: recitare un' ultima commedia. Il tentativo? Rappresentare uno spettacolo che compiaccia il pubblico per avere così salva la vita perché “Vox Populi Vox Dei”.
Con il loro cavallo monogamba i due compari partono all'avventura. La narrazione è scoppiettante, i ritmi sono serrati ed il pubblico rimane incollato alla scena dalla prima all'ultima battuta. Tra duelli, risse, aggressioni subite, sketch esilaranti tragicomici, momenti commoventi, citazioni letterarie di famosissimi autori ben integrate nel testo, in una costante parodia del mondo cavalleresco medioevale, i due si ritroveranno a parlarci dei giorni in cui hanno patito la fame, di come un oste abbia elevato Don Chichotte a cavaliere, dell'amore per la bella Dulcinea, della battaglia epica contro i mulini a vento ed altro ancora.
In accordo con la tradizione della Commedia dell'Arte dove gli attori avevano solo un canovaccio da seguire Michele Mori e Marco Zoppello coinvolgono attivamente il pubblico. A metà spettacolo infatti ecco una sorpresa inattesa. Un'improvvisazione a tema. I due attori chiedono al pubblico di proporre una città famosa, un oggetto ed un personaggio attuale e, presi una ragazza ed un uomo dal pubblico, improvvisano una coinvolgente ed esilarante avventura in cui Don Chisciotte si catapulta in paesi esotici al salvataggio della giovane Dulcinea ostaggio di un bruto.
Siamo al dunque. Per ottenere salva la vita il pubblico dovrà ora mostrare la propria approvazione con un minuto di applausi.
Meritatissimi.
Uno spettacolo sul pubblico per il pubblico che ha ottenuto un grande apprezzamento.
Una particolare menzione va fatta agli stupendi costumi di scena.

Alberto Nocentini


Don Chisciotte – TragiCommedia dell’Arte
da M. De Cervantes
Testo di Marco Zoppello
Interpretazione e regia Michele Mori e Marco Zoppello
Consulenza artistica Carlo Boso
Maschere Roberto Maria Roberto Macchi
Costumi e fondale Antonia Munaretti
Scenografia Mirco Zoppello
Produzione Stivalaccio Teatro e Accademia del Teatro in lingua veneta

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