11 gennaio, 2014

“Love letters”, di A.R. Gurney. Una lettera lunga due vite. Di Paolo Leone


Teatro Ghione, Roma Dal 10 al 26 gennaio 2014

E’ beffarda la vita, o siamo noi che non riusciamo a coglierne l’essenziale? E’ sfuggevole, o nella nostra presunzione di immortalità rimandiamo i momenti decisivi per rimanere poi sorpresi dalla fine? Se è vero che la vita è quella cosa che accade mentre si progetta il futuro, “Love letters” mette a nudo questa verità. Due vite raccontate in un infinito carteggio epistolare, un ragazzino e la sua compagna preferita che non smettono di scriversi per l’intera esistenza. I primi turbamenti, scambio di bigliettini, sentimenti confusi. Con il passare degli anni si invitano, si evitano, si incontrano, litigano furiosamente, si desiderano, senza mai fare un passo deciso l’uno verso l’altro. Le vite prenderanno il sopravvento, ognuno farà il suo percorso, continueranno a scriversi, a cercarsi, ma saranno sempre più lontani. Gireranno il mondo e si invieranno saluti, speranze, promesse, delusioni. Metteranno su famiglie, con esiti non sempre felici, lui entrerà con successo nella politica, lei avrà problemi di alcool e solitudine, nonostante il suo temperamento solare. La vita non concede sconti a nessuno e quando la fine si avvicina diventa più forte il bisogno di concretizzare quanto scritto, per un intero percorso esistenziale, sui fogli di carta. Ma le famiglie, la carriera, la discrezione, le apparenze, è tardi…
La prima di Love letters, andata in scena al teatro Ghione di Roma, è stata una lunga e intensa emozione. Vedere un teatro con tanti adolescenti è una gioia, respirare il loro entusiasmo, la loro freschezza e, consentitemi, la loro educazione durante lo spettacolo non è cosa di tutti i giorni. Tutti giovanissimi “colleghi” dei due ragazzi che hanno aperto e chiuso questa pièce, gli emozionatissimi Andrea Amato e Veronica Benassi della “Compagnia Piccoli per caso”. Emozione più che giustificata, non solo per stare su un palco prestigioso come quello del Ghione, ma soprattutto per aver avuto l’opportunità e l’onore di poter recitare alla presenza di due icone del teatro italiano, due “mostri sacri” come Valeria Valeri e Paolo Ferrari. Il piglio sicuro dei due ragazzi lascia la scena ai due maestri che continuano a leggere il carteggio dei protagonisti, Andrew e Melissa, trasportandoci nel lungo viaggio delle loro vite. La naturale verve della Valeri ben sottolinea il carattere ribelle della ragazzina, poi donna, poi anziana, con la giusta leggerezza e simpatia. Da parte sua, Ferrari, con la sua voce ancora soave, dà risalto alla maggior riservatezza di Andrew, alla sua tenera timidezza ed alla sua ostinazione nel preferire la penna al telefono. L’ovazione che riserva loro il pubblico presente è il naturale sfogo alle emozioni che i due, con i loro giovanissimi compagni che tornano nel finale in un suggestivo effetto scenico, hanno dispensato con le loro letture. Oggi si è avuto il privilegio di aver assistito al passato (?) e al futuro del teatro italiano, insieme per una sera. Ai giovanissimi della compagnia, due diversi in ogni replica, auguriamo la metà del successo e delle capacità del duo Ferrari-Valeri. Basterebbe per essere felici e per proseguire una grande tradizione artistica, tutta italiana.

Paolo Leone


Teatro Ghione, Roma (via delle Fornaci 37). Dal 10 al 26 gennaio.
“Love letters” di A. R. Gurney. Con: Valeria Valeri, Paolo Ferrari e i giovani della Compagnia Piccoli per caso. A cura di Guido Govenale e Veruska Rossi.

Musiche originali di Luciano Francisci; Luci di Gianluca Cioccolini; costumi di Gerardina De Bonis; aiuto regia: Fabiana Bruno

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