04 dicembre, 2013

“Cetra una volta”, di Toni Fornari. La classe e lo stile rivivono per una sera. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Golden. Dal 3 al 15 dicembre 2013

A volte, nel mondo dello spettacolo, le sorprese sono dietro l’angolo. Basta avere l’accortezza di affacciarsi per curiosare in un ambito che non è il solito, per scoprire nuovi talenti o per accorgersi di realtà che semplicemente ignoravi, pur esistenti da tempo. Il trio dei “Favete linguis” (versione latina di “state zitti”) non è certo sulla scena da pochi giorni, ma non avevo mai avuto la possibilità, o la giusta curiosità, di vederlo all’opera. Lo scetticismo iniziale è stato spazzato via in pochi minuti. Rendere omaggio alla storia del celebre Quartetto Cetra, che ha segnato la storia della radio prima, della televisione italiana poi, comporta il rischio di cadere nella trappola delle “cover band”, prigioniere di sé stesse senza la possibilità di apportare il proprio personale contributo. In questo caso, poi, trattandosi del fenomenale quartetto vocale che ha accompagnato con classe estrema lo spettacolo italiano sin dal debutto del 27 maggio 1940 nel prestigioso Teatro Valle di Roma, l’impresa è da far tremare i polsi.

Con “Cetra una volta”, spettacolo di rara gradevolezza, il trio composto da Toni Fornari, Stefano ed Emanuela Fresi (accompagnati da Mimmo Sessa al piano, Cristiana Polegri al sax e Michele Ranieri alla chitarra e percussioni) riesce a deliziare il numeroso pubblico presente nel teatro Golden con una performance di tale freschezza, simpatia e senso di umiltà nei confronti della storia dei Cetra, da giustificare gli applausi entusiasti che più volte hanno sovrastato il loro bel canto. Non si limitano a cantare le canzoni rese immortali da Lucia Mannucci e i suoi compagni, ma hanno il merito di ripercorrere la genesi del Quartetto, sottolineandone i momenti di maggior successo e di autentico “sigillo” a determinate innovazioni nel campo dello spettacolo italiano. “Concertino” è il primo bel pezzo musicale che apre la serata, per poi approfondire la satira dei Cetra sempre molto delicata, raffinata, (lo stile tipico del suo autore Dino Verde) con gustosissime scenette, l’esordio all’EIAR fino alla nascita, nel 1961 del programma televisivo che fu davvero rivoluzionario: “Studio 1 e subito dopo la celebre “Biblioteca di Studio 1, che li consacrò definitivamente e che ne segnò il momento di maggior celebrità, dopo tanto militare nelle riviste di Garinei e Giovannini, di cui i Favete Linguis ci offrono deliziosi momenti. L’accurata regia di Augusto Fornari sà ben miscelare il divertimento scenico, spontaneo ed efficace dei tre, con i momenti musicali in cui i fratelli Fresi e Toni Fornari sorprendono per la perfetta sincronia ed i loro virtuosismi vocali. Non copiano tout-court i brani del Quartetto, ma reinterpretano, inventano, li rivisitano a loro modo e nelle scene comiche tratte da alcune famose parodie, come quella di Otello, sanno essere esilaranti. Impresa non facile. Uno spettacolo davvero divertente, curato nei minimi particolari, che ha l’enorme pregio di far uscire il pubblico dal teatro con una bella sensazione di leggerezza, delicatezza, e soprattutto con il sorriso stampato sui volti. Contenti e orgogliosi di aver rivissuto un pezzo di storia di spettacolo italiano, di raffinato stile, durato più di 40 anni. In epoca  di “talent-show” non è cosa da poco.

Paolo Leone



 “Cetra una volta” di Toni Fornari

Con: Toni Fornari, Emanuela Fresi, Stefano Fresi.
Agli strumenti: Mimmo Sessa (piano), Cristiana Polegri (sax), Michele Ranieri (chitarra e percussioni)
Regia: Augusto Fornari.

Produzione: Andrea Maia (teatro Golden) e Vincenzo Sinopoli

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