09 dicembre, 2013

ALICE UNDERGROUND. Da Lewis Carroll. Scritto, diretto e illustrato da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Di Daria D.


Milano, Teatro Elfo Puccini, Sala Shakespeare. Dal 7 al 31 dicembre 2013

Vedere la sala gremita  di pubblico di tutte le età in un teatro impegnato come l’Elfo Puccini è un ottimo segnale di cultura, di  partecipazione e di successo.
 Il motivo di tanto meritato entusiasmo è uno strepitoso “Alice underground” , titolo che Lewis Carroll, pseudonimo del reverendo Charles Lutwidge Dodgson, scrittore e matematico inglese, diede nel 1865 alla versione originaria  della fiaba,  e che Bruni e Frongia mantengono rigorosamente  per raccontarci un viaggio nelle viscere di quello che non è ma che potrebbe essere, della logica illogica, del tempo senza tempo, dello spazio in-finito. È il trionfo dell’immaginazione, della fantasia  e del sogno  con tutte le loro sfumature, linguaggi, simbolismi sulla piatta e deludente realtà, sul mondo adulto, quello delle convenzioni e dei divieti.  È il mondo dei bambini che sanno  credere nella magia e nel potere dei giochi di trasformare il mondo e non  di esserne vittime.
Gigantesche farfalle sullo sfondo di  un prato verde, sono la prima immagine di questa discesa nel sottosuolo della mente, del tempo e dello spazio, e noi spettatori, adulti  felici di essere tornati bambini e bambini  felici di essere i veri  protagonisti  della storia, ci  lasciamo trasportare insieme  alla mitica Alice,  di  anni  sette e sei mesi, la cui età “è piuttosto scomoda” come le ricorda Humty Dumpty,  in un mondo che è la summa di paure, desideri e attese dell’età infantile.
Alice però è in grado, nonostante un panico  e un  disagio iniziali,  di far fronte alle situazioni più diverse, ai personaggi più strani, agli imprevisti,  dimostrando forza, coraggio e un’intelligenza innata, da bambina matura  che si ribella al monito “Taci, tu non sai un bel niente!” oppure “Parla solo quando sei interrogata”. “Ma se tutti parlassero solo quando sono interrogati, e ognuno aspettasse il permesso per parlate, nessuno direbbe mai niente” ecco la saggezza e il buon senso propri  di Alice che ingigantisce  e mette KO cervelloni, re e regine. Eppure Alice è  la creatrice di una logica surreale che sovverte le cose, che trasforma in simboli gli oggetti di tutti i giorni, che eleva l'irrazionale a regola della vita.
Molto bravi gli attori, tra cui spicca Elena Russo Arman, la nostra eroina, qui in un ruolo che le è decisamente congeniale, esagerato e fanciullesco, allegro e ingenuo,  timido e dolce, che  interpretano con grande versatilità più ruoli, animali o uomini che siano, aiutati da una inventiva  realizzazione dei costumi. E un Oscar per le scenografie simili ad un caleidoscopio  variopinto e originalissimo di trecento disegni dipinti ad acquarello proiettati sullo schermo, che animano e modernizzano  la fiaba trasformandola in uno straordinario  cartone animato non privo di poesia oltre che  grande divertimento.
L’ultima scena tra Alice e l’Unicorno è l’incontro tra due mondi irreali e fantastici che hanno bisogno, per esistere, di qualcuno che li sogni e che continui a crederci anche al risveglio. Noi stasera ci abbiamo creduto.

Daria D.


con Elena Russo Arman Alice
Ida Marinelli  Lo Spazio, Il Piccione, La Duchessa, Il Ghiro, Il Due di Cuori, La Capra Dammelo, La Regina Bianca
Ferdinando Bruni Il Tempo, Il Bruco, Il Lacchè Pesce, La Cuoca, Il Gatto, Il Cappellaio Matto, La Regina Rossa, Il Controllore, Dimmelo, Humpty Dumpty, La Voce dell'Unicorno
Matteo De Mojana Il Coniglio Bianco, Il Lacchè Rana, La Lepre Marzolina, Il Sette di Cuori, L' Uomo di Carta, Il Cavaliere Bianco, L'Unicorno
luci Nando Frigerio,
suono e programmazione video Giuseppe Marzoli
direzione e arrangiamento delle canzoni Matteo De Mojana
assistente scene e costumi Giorgio Raiola
produzione Teatro dell'Elfo


1 commento: