24 ottobre, 2013

La "Double Mort de l'horloger". Morte di disperazione, morte d’Amore. Di Stefano Duranti Poccetti


Parigi, Théâtre National de Chaillot, sabato 19 ottobre 2013

Due pièce di Ödön von Horváth con un soggetto molto simile: l’assassinio di un orologiaio. Nella prima, “Meurtre dans la rue des Maures” (Assassinio nella Mohrengasse), l’omicidio è già avvenuto e dall’inizio alla fine della messa in scena assistiamo al dolore del giovane Wenzel Klamuschke, l’omicida che l’ha assassinato con la complicità della sua famiglia. Il ragazzo è così disperato che alla fine, dopo essere tornato nel luogo del delitto – luogo di prostituzione – e avere rincontrato Simon Kohn, l’orologiaio, il cui fantasma vaga sempre in giro per la città, decide di uccidersi impiccandosi. L’ultimo momento della pièce è contrassegnato dal ritorno in scena dell’orologiaio che viene per portarsi via il corpo del ragazzo dandogli un bacio in fronte, forse segno di perdono.
La seconda, “L’Inconnue de la Seine” (La sconosciuta della Senna), prende spunto da una storia realmente accaduta, quando fu ritrovato il corpo senza vita di una giovane ragazza nel fiume parigino. Di quel suo bel viso sconosciuto fu addirittura fatto il calco di una maschera, poi venduto per Parigi.

In quest’ambito troviamo il giovane Albert, che, innamorato e momentaneamente non ricambiato da Irène, decide di unirsi a un gruppo di rapinatori per svaligiare il negozio dell’orologiaio. Evidentemente qualcosa va storto e Albert per sbaglio uccide l’uomo. La fortuna è che ha conosciuto poco prima la “Sconosciuta”, che innamorandosi di lui l’aiuta a depistare le prove. Il finale anche in questo caso sarà tragico, visto che Irène tornerà da Albert, che lascerà la ragazza che l’aiutato per andare da lei. Si scoprirà solo anni dopo, quando ormai Albert e Irène vivono la loro vita da marito e moglie, che quella ragazza si è suicidata gettandosi nella Senna e che su di lei è stato creato il calco venduto in città. A questo punto, in modo (lasciatemelo dire) alquanto bizzarro, l’atmosfera cambia completamente e sembra regnare l’happy end, con tutte le coppie del quartiere parigino che passeggiano felici e contente con le carrozzine. Finale che s’incastra non molto bene con tutto il resto della pièce, decisamente su un altro tono.

Molto interessante la scenografia di Nicky Rieti, che, supportata dal disegno luci di André Diot, crea brillantemente prima gli esterni e gl’interni della città austriaca Linz, poi quelli per la capitale francese, sapendo giocare molto bene con il colpo prospettico fuori e dentro e sapendo riproporre in modo molto suggestivo e piacevole la fisionomia della città. In “Meurtre dans la rue des Maures” è da menzionare il “trucco scenografico” per i cambi scena a vista, dove vengono proiettati in scena una serie d’ingranaggi giganti di orologio, visione di colore molto piacevole.

Bravi gli attori sul palcoscenico e menziono soprattutto: Jérôme Kircher, nei panni dell’assassino, che riesce a giocare bene con gli alti e bassi del suo stato d’animo turbato: Yan Collette, nel ruolo dell’orologiaio, è presenza che c’è e non c’è, ma è proprio molto interessante la sua interpretazione un po’ caricata e fantasmagorica; Tom Novembre è l’ispettore, perfettamente a suo agio nel suo ruolo investigativo e poliziesco; Julie-Marie Parmentier, come “Sconosciuta” è dolce, misteriosa, tenebrosa e ingenua allo stesso tempo e interpreta in modo approfondito un ruolo che forse può essere definito il più complesso tra quelli presenti in scena ed è per questo che a lei va un grande merito. Brava anche l’altra donna della “Sconosciuta della Senna”, Irène, interpretata da Marie Vialle, una donna passionale, che deciderà infine di non rinunciare al suo vero Amore.

In definitiva, belle scenografie, ottima componente attoriale e buona prova registica di André Engel, anche se non sono pienamente convinto dell’utilità scenica di mettere in scena queste due pièce insieme. Argomenti comuni, intrecci anche simili, situazioni emotive quasi uguali… è uno spettacolo che forse a un certo punto crea nello spettatore un po’ di ansia, deconcentrazione e noia; poi finalmente la fine arriva, ma avviene tramite un finale inaspettato e completamente slegato dal resto: un siparietto felice, un happy end all’americana che mi ha convinto fino a un certo punto.

Stefano Duranti Poccetti



CREATION A CHAILLOT

D’après deux pièces d’Ödön von Horváth
Meurtre dans la rue des Maures (1923) et L’Inconnue de la Seine (1933)
Texte français Henri Christophe
Adaptation André Engel et Dominique Muller
Mise en scène André Engel
Dramaturgie Dominique Muller
Scénographie Nicky Rieti
Lumières André Diot
Costumes Chantal de la Coste
Son Pipo Gomes
Assistante à la mise en scène Ruth Orthmann

Avec Caroline Brunner, Yann Collette, François Delaive, Evelyne Didi, Yordan Goldwaser, Jérôme Kircher, Gilles Kneusé, Manon Kneusé, Arnaud Lechien, Antoine Mathieu, Tom Novembre, Ruth Orthmann, Julie-Marie Parmentier, Natacha Régnier, Marie Vialle

Production déléguée Théâtre National de Chaillot
Production Théâtre National de Chaillot / Le Vengeur Masqué • Coproduction L’Espace Jean Legendre – Théâtre de Compiègne

Avec la participation artistique du Jeune Théâtre National

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