13 ottobre, 2013

CLANDESTINI. Realtà Ribaltate tra Risate e Riflessioni. Di Claudia Conte ed Emanuele Ajello


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,

oggi vi presentiamo ''Clandestini', commedia teatrale in scena dall’ 8 al 20 ottobre presso il Teatro 7 di Roma, centro culturale sito in via Benevento 23. L’opera teatrale è scritta da Gianni Clementi, autore romano di scrittura applicata allo spettacolo. L’autore immagina quelle che saranno le sorti italiane e di tutto il mondo occidentale nel 2031. A causa della grave crisi petrolifera che ha colpito il cosiddetto “primo mondo”, vi è stato un ribaltamento delle parti. Gli sbarchi disperati dei clandestini che oggi raggiungono il nostro paese in cerca di fortuna, nella drammatica (pre)visione di Gianni Clemente, non esisteranno più. Proprio noi europei, invece, dopo aver sperperato tutte le risorse disponibili in patria, saremo costretti a raggiungere le coste africane per sbarcare il lunario. La previsione è più che drammatica e non mancano spunti di riflessione che lasciano un senso di profonda amarezza, ma la storia riesce ad essere rappresentata con una esilarante comicità che non lascia tregua alla risata. Spettacolo appassionante, reso particolarmente coinvolgente dalla bravura e dall’entusiasmo degli attori guidati dalla dinamica regia di Vanessa Gasbarri. Particolarmente brillante l’interpretazione di Marco Cavallaro, attore, autore e direttore artistico della casa di produzione Esagera. Il cast si compone inoltre di Alessandro Salvatori, Andrea Perrozzi e Antonella Renzella.


Claudia Conte ed Emanuele Ajello


CLANDESTINI

dal 8 al 20 ottobre Marco Cavallaro, Alessandro Salvatori, Andrea Perrozzi CLANDESTINI Una nuova commedia di Gianni Clementi per il ritorno sul palco del Teatro7 della coppia Perrozzi-Salvatori, con la compagnia del comicissimo Marco Cavallaro. di Gianni Clementi; regia: Vanessa Gasbarri

1 commento:

  1. Amo Clementi, che conosco personalmente. Una delle penne più prolifiche della commedia teatrale italiana. La sua comicità non è mai fine a se stessa ma, come scritto nella recensione, lascia sempre un retrogusto amaro che lascia spazio ad una sana riflessione. Grazie per la segnalazione.

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