24 settembre, 2013

“La Trilogia della villeggiatura” di Goldoni. Amare o non rischiare? L’ottima “Trilogie” della Comédie-Française. Di Stefano Duranti Poccetti


Parigi, Comédie-Française, Salle Richelieu. Dal 16 settembre al 30 settembre 2013

Quattro ore e trenta minuti alla Comédie-Française, per vedere l’intera “Trilogia della Villeggiatura” di Carlo Goldoni. Quattro ore e trenta minuti passati senza pesantezza, senza noia, con tanta voglia di proseguire a guardare questo spettacolo dai ritmi scenici perfetti e composto da un’ottima componente attoriale.
La “Trilogia della Villeggiatura” è un percorso teatrale narrativo diviso in “puntate”; una sorta di serie teatrale in cui si parte da “Le smanie per la villeggiatura”, si prosegue con “Le avventure della villeggiatura”, per infine concludere con “Il ritorno dalla villeggiatura”. Come si capisce è proprio “Villeggiatura” il campo semantico delle Pièce, “Villeggiatura” che assume diverse forme e diversi significati: amore, odio, maledizione, serenità, agitazione… Ma andiamo per ordine e partiamo dalla trama: siamo in estate, a Livorno, e Leonardo, un borghese che però vorrebbe ostentare una ricchezza e uno stato sociale che non ha, vuole andare in villeggiatura con Giacinta, la donna che ama e che dovrà sposare a breve, a Montenero. Il caso vuole che a questa vacanza partecipi anche Guglielmo, innamorato anch’egli di Giacinta e la ragazza, avendo la possibilità di frequentarlo durante il soggiorno, s’innamora di lui e sarà combattuta per tutta l’opera tra l’aut aut della scelta tra l’Amore emozionale per la nuova fiamma e l’amore di convenienza per Leonardo. In villeggiatura c’è anche la sorella di Leonardo, Vittoria, innamorata invece di Guglielmo, con cui conta di potersi sposare a breve, come del resto sembra prossimo il matrimonio tra Leonardo e Giacinta, ed è proprio per questo, per non avere il coraggio di venire a meno a una promessa scritta su un contratto, che le due coppie decidono di continuare a rimanere legate e a sposarsi, probabilmente infelicemente, rinunciando così ai propri veri Amori.
Una “commedia” sull’Amore quindi, ma anche sui vincoli dettati dai contratti, dalle famiglie, dalla superficialità sociale; una commedia sul tema del borghese parvenu,  che sente il bisogno di camuffarsi da ciò che non è, ed è per questo che per lui, Leonardo, come del resto per gli altri personaggi in scena, non potrà realizzarsi la felicità.
La regia di Alain Françon è pulita, fluida e organica dall’inizio alla fine e, come accennavo all’inizio, queste quattro ore e trenta (circa quattro senza intervalli) volano senza distogliere l’attenzione dello spettatore.
Le scene di Jacques Gabel rappresentano, in “Le smanie per la villeggiatura” e in “Il ritorno dalla villeggiatura”, l’interno di un palazzo di Livorno, in cui si svolgono le vicende dei personaggi, con tutti i bauli sparsi qua e là - da riempire al momento della partenza; da sfare al momento del ritorno. Ma la scena certamente più suggestiva è quella realizzata per “Le avventure della villeggiatura”, dove sullo sfondo si apre un aperto paesaggio di campagna, incorniciato ai lati da eleganti piccoli edifici aperti al gioco scenico. A questa straordinaria bellezza partecipano il ben congegnato disegno luci di Joël Hourbeigt - capace di giocare con la luce come se fosse un vero e proprio cielo – e i costumi di Renato Bianchi, studiati per stare l’uno accanto all’altro e per dare nell’ensemble una sensazione armonica di freschezza e limpidezza.
Non posso fare a meno di ricordare il momento che è stato forse il più felice dal punto di vista della bellezza visuale: immaginate un mucchio di eleganti sedie in mezzo al palcoscenico, qualcuna vuota, qualcuna con i personaggi della scena che guardano la platea in modo frontale; immaginate una violinista che interpreta una malinconica melodia diegetica, davanti allo sguardo meravigliato del “pubblico” composto dai personaggi della scena. Noi intravediamo i loro volti mentre la violinista (Floriane Bonanni) suona messa quasi in oscurità dal disegno luci. Tutto questo decorato dalla scenografia paesaggistica sullo sfondo e da dei lampioni cinesi disposti al di sopra della scena: un momento veramente romantico e indimenticabile.
Gli attori infine, non per importanza, ma per conseguenza, sono tutti artefici di un’ottima prova (anche gli allievi della Comédie-Française), rispettano i ritmi scenici e si muovono sul palco con sicurezza e disinvoltura. Mi dispiace non poterli citare tutti, ma metterò in evidenza le interpretazioni fresche, vivaci, energicamente e artisticamente vitali di Giorgia Scalliet nei panni di Giacinta e di Anne Kessler, nel ruolo di Vittoria. Certo, ottime le interpretazioni del “Leonardo” Laurent Stocker, che regge brillantemente il palco per tutte le ore dello spettacolo, e di Bruno Raffaelli, decisamente un Fulgenzio imponente e divertente allo stesso tempo. Mi è piaciuta anche Elsa Lepoivre, nei panni di Brigida, cameriera di Giacinta, una cameriera saggia, devotamente fedele alla padrona.
In definitiva, una piacevolissima giornata teatrale passata alla Comédie- Française, in cui si è visto uno spettacolo – degli spettacoli – organizzato e apprezzabile in tutte le sue parti.

Stefano Duranti Poccetti



La Trilogie de la villégiature
De Carlo Goldoni
texte français de Myriam Tanant
DU 16 AU 30 SEPTEMBRE 2013
durée 4h30 avec deux entractes
Mise en scène d’Alain Françon
Version scénique Alain FRANÇON et Adèle CHANIOLLEAUI Dramaturgie et assistanat à la mise en scène Adèle CHANIOLLEAU I Scénographie Jacques GABEL I Costumes Renato BIANCHI I Lumières Joël HOURBEIGT I Son Daniel DESHAYS I Musique originale Marie-Jeanne SÉRÉRO I Maquillages Carole ANQUETIL I Ledécor et les costumes ont été réalisés dans les ateliers de la Comédie-Française.

avec
Anne KESSLER, Vittoria
Éric RUF, Paolo
Bruno RAFFAELLI, Fulgenzio
Florence VIALA, Costanza
Jérôme POULY, Cecco
Laurent STOCKER, Leonardo
Guillaume GALLIENNE, Guglielmo
Michel VUILLERMOZ, Ferdinando
Elsa LEPOIVRE, Brigida
Hervé PIERRE, Filippo
Georgia SCALLIET, Giacinta
Adeline D’HERMY, Rosina
Danièle LEBRUN, Sabina
Benjamin LAVERNHE, Tognino
et les élèves-comédiens
de la Comédie-Française
Matĕj HOFMANN, Servante chez M. Filippo
Paul McALEER, Serviteur chez Mme Costanza
Pauline TRICOT,Tita
Gabriel TUR, Beltrame

et Floriane BONANNI, la Violoniste

3 commenti:

  1. Un des plus beaux spectacle qu'on puisse voir au français cette saison, avec "le chapeau de paille d'Italie"...
    à mon humble avis... Patrice

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  2. Je vais la voir dimanche à 14h; j'ai vu le Labiche et oui il est sensationnel aussi :-) Arthur

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  3. Une superbe interprétation à voir et même à revoir Jean

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