14 settembre, 2013

“…da quale calore vengono i portici italiani?” ITALIA mia ITALIA di/con Maddalena Crippa. Di Mario di Calo


Roma, Teatro Sala Umberto. Dal 12 settembre 2013

Maddalena Crippa non è avvezza da un po’ di anni a riuscitissime incursioni nel teatro-canzone con ITALIA mia ITALIA - che apre il bel cartellone del Teatro Sala Umberto di Roma - di cui è anche autrice, raggiunge una maturità ed una sensibilità unica riuscendo appieno nelle sue intenzioni di grande impegno civico, di essere, prima che donna e attrice, una cittadina italiana.
Si parte senza mezzi termini con un Giacomo Leopardi del 1818 ed una Mariangela Gualtieri del 2010 passando per “La Cura” di Franco Battiato, come a testimoniare che nulla è cambiato da quando questa giovane nazione è nata. È subito grande impatto emotivo, difatti il pubblico si predispone alla serata con uno scroscio di applausi, meritatissimo. L’incipit è poetico, ma la poesia è solo un tramite per l’autrice per traghettarci in un viaggio su e giù per il nostro meraviglioso Belpaese!
Gli autori tirati in ballo sono molteplici, ma il Pasolini letto epicamente al centro della scena, l’attrice seduta su di uno sgabello, libro spiegato in mano ma da cui prende le distanze, è la dimostrazione lampante di quanto serva poco per affabulare un incantato pubblico, che grida a più riprese “brava” alla Crippa di verde vestita, con i capelli tirati indietro ed una faccia che sembra scolpita nella pietra.
Accompagnata dalla BUBBEZ ORCHESTRA: Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alla chitarra ed Ermanno Dodaro al contrabbasso, ma soprattutto con gli arrangiamenti e la direzione musicale di Massimiliano Gagliardi, in scena anch’esso al pianoforte, ogni momento musicale viene riletto ed interpretato con enorme sensibilità ed originalità, ed è il caso di quando viene intonata “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo cantata con un sottile filo di voce al pianoforte, dedica di un innamorata che non vuole perdere il suo amore, conscia che le distrazioni possono essere tante, ma la loro relazione nonostante possa subire qualche scossone l’amore non può finire.
O quando, per spiegare e far meglio comprendere al marito Peter Stein, anche sensibile regista dello spettacolo, la rilettura sotto forma di metafora per una necessaria ripresa del nostro paese di “Si, viaggiare” di Lucio Battisti, questo spettacolo, questa serata è ragionata, è spiegata,  è vissuta sulla propria pelle dall’interprete/autrice in accordo col suo regista, con parole cercate, coccolate e appassionate, per arrivare dritta al cuore dell’italiano che ha ancora una coscienza politica, ma nel senso stretto della parola: appartenenza ad un gruppo, ad una comunità, ad una collettività che nonostante sia di giovane formazione ha bisogno di sbagliare per poter ripartire; le epoche son fatte di flussi e ri-flussi ed in quanto tale dobbiamo “ri-partire, certamente non volare ma viaggiare…”, come dice appunto il testo della nota canzone e il teatro con la sua funzione catartica ci può aiutare a liberarci dai traumi passati, da culture apparentemente diverse ed opposte e fare un passo in avanti verso una partecipata, consapevole e sentita risalita.
“ITALIA mia ITALIA” dovrebbe essere portato nelle scuole, nei licei, nelle università, per formare nei giovani italiani una conoscenza ed una coscienza civica ed un orgoglio che pare lontano e sbiadito ma che per fortuna ancora vive in ognuno di noi. Serata commovente e a tratti incantata dalla magica presenza di una Maddalena Crippa in splendida forma anche quando nel finale rilegge “L’italiano” di Toto Cotugno in una chiave multietnica e multirazziale… quanta intelligenza, quanta raffinatezza in una serata casuale che invece è diventata unica.

Mario Di Calo


Teatro e Società di Pietro Mezzasoma
MADDALENA CRIPPA
ITALIA MIA ITALIA
direzione musicale, arrangiamenti
e pianoforte
Massimiliano Gagliardi
e con BUBBIZ ORCHESTRA:
Ermanno Dodaro contrabasso
Giovanna Famulari violoncello
Massimo De Lorenzi chitarra
regia
PETER STEIN
dal 12 settembre 2013
TEATRO SALA UMBERTO
Via della Mercede 50
Roma

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