29 giugno, 2013

“The Piano Upstairs”. Lo straordinario ritorno di Alessandra Ferri al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Di Stefano Duranti Poccetti



Spoleto, Festival dei Due Mondi. Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Venerdì 28 giugno 2013


Foto Andrea Kim Mariani
Un pianoforte a coda solennemente sollevato al di sopra del palco, in un gioco aereo intenso e magico; la musica che inizia durante il suo “volo”, la musica che inizia senza che nessuno lo suoni: è il pianoforte che suona autonomamente, è lui che “apre le danze”, è lui che dà inizio allo spettacolo e lo fa come se fosse uno di quei congegni che mette in moto un carillon. Un carillon intenso, espressivo e solenne; un carillon che vede come protagonista la disperazione di un marito abbandonato dalla moglie e che si rende conto che la vita non vale più niente senza di lei.
Questo è “The Piano Upstairs”, spettacolo, in qualche modo, di Teatro-Danza che ha aperto la cinquantaseiesima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, prima assoluta che ha consacrato il ritorno sul palco della danzatrice Alessandra Ferri, che ha curato anche le coreografie, e che ha visto la regia del direttore artistico del Festival Giorgio Ferrara.
Sullo sfondo si nota una città dall’architettura moderna e anche fantasiosa: il luogo della rappresentazione è quindi quasi fiabesco, a-spaziale, a-temporale, questo per rappresentare le splendide visioni che troviamo sul palcoscenico; “visioni”, certo, perché quello che vediamo è il frutto immaginario della mente del disperato marito (Boyd Gaines), che ha perso sua moglie. Si aggira spaesato sul palcoscenico, vestito elegantemente ma allo stesso tempo trascurato; i suoi occhi sono persi nel vuoto, la sua disperazione si alterna a momenti di umorismo – molto bravo l’attore a entrare sapientemente in questa dimensione. Alessandra Ferri è la moglie che appare sul palcoscenico accompagnata da tre danzatori – Attila Csiki, Stephen Hanna, Andrea Volpintesta - ed è ormai diventata solo una visione, un ricordo, un sogno, un incubo, un tormento. Ma riuscirà alla fine il marito a riconciliarsi con la moglie? Sembra di sì, perché nel finale i due si ritrovano abbracciati, come un tempo, mentre il pianoforte ricala sul palcoscenico, come a sancire la fine del “carillon”. Si tratta della realtà, oppure, ancora una volta, della visione tormentata del marito? Lasciamo la risposta in sospeso.
Straordinario ritorno di Alessandra Ferri, che veramente ci emoziona con la sua fluidità corporea, con la sua capacità di esprimersi in un modo tanto inteso con il proprio corpo, con la sua “semplicità”, con cui riesce a fare diventare tutto così naturale da porsi in una posizione di estrema vicinanza con le emozioni del pubblico. Le coreografie da lei create – che uniscono passi di danza classica e moderna - sono capaci di raccontare, di narrare le situazioni della vicenda, capaci di creare, attraverso la rituale ripetizione di passi e di figure, un’atmosfera di sospensione, di cristallizzazione della messa in scena. Magnifico il momento in cui la danzatrice danza su Chopin: comincia con i passi da balletto classico, ma poi è costretta a fermarsi; ricomincia e ancora è costretta a fermarsi disperata, come a volerci dire: la bellezza è finita, l’idillio amoroso è finito, il romanticismo è finito, il sogno è finito… e adesso c’è spazio solo per l’incubo.
Bravi anche gli altri danzatori, che accompagnano i naturali movimenti della Ferri, e ottima anche la prova di Boyd Gaines, le cui parole entrano in relazione con i movimenti della danzatrice - da annoverare il suo splendido monologo sul finire dello spettacolo.
Tutto sommato abbiamo visto una bella prima a Spoleto, anche se non sempre la relazione tra l’attore e la danzatrice risulta del tutto organica, proprio perché non è semplice mettere in relazione due protagonisti che si avvalgono di due mezzi espressivi diversi: uno della voce, l’altra del corpo. 
La musica è registrata e, benché riconosco non sia facile adattare gli spazi, ritengo che uno spettacolo di questa portata necessiti di musica dal vivo.  Inoltre, infine, non smetterò mai di dirlo, anche se ho paura che dovrò dirlo in eterno, non ritengo opportuno l’uso del microfono da parte degli attori – in questo caso da parte di Boyd Gaines -, ciò toglie solo espressività ed emotività al gesto vocale.

Stefano Duranti Poccetti



The Piano Upstairs
di John Weidman
da un’idea di Alessandra Ferri

con Boyd Gaines

e Attila Csiki, Stephen Hanna, Andrea Volpintesta

musiche Giovanni Allevi, John Cage, George Crumb, Morton Feldman, Fabrizio Ferri, Philip Glass, Arvo Pärt

regia Giorgio Ferrara
coreografia Alessandra Ferri
scene Gianni Quaranta
costumi Luisa Spinatelli
luci Daniele Nannuzzi
coordinatore musiche Arthur Solari

aiuto regista Gianni Santucci
assistente alla coreografia Marco Pelle
professeur de danse Philippe Beamish
coordinamento progetto Lisa Weisinger Manne, Roberta Righi
understudy Jesse Campbell

direttore tecnico Ottorino Neri
direttore di produzione Maya Dimova
coordinamento direzione tecnica Daniele Di Battista
segreteria tecnica Silvia Preda
assistente al direttore tecnico Alessia Forcina
responsabile luci Graziano Albertella
responsabile settore macchinisti Paolo Zappelli
direttore di scena Laurent Daniel Gerber
capo macchinista Michele Colella
macchinisti Generoso Ciociola, Massimiliano Marotta, Fabio Pibiri
capo elettricista Roberto Gelmetti
operatore consolle luci Fiammetta Baldisseri
elettricisti David Baldoni, Umberto Giorgi
fonico Luca Starpi
capo attrezzista Patrizia Valentini
attrezzisti Maurizio Salvatori
responsabile sartoria Chiara Crisolini Malatesta
sarte Claudia Zampolini, Serenella Orti, Marian Osman Mohamed, Giuliana Rossi
costumi Brancato Costumi Milano
calzature Pompei
responsabile trucco e acconciature Roberto Maria Paglialunga
elementi scenografici Tecnoscena s.r.l
scenografia Staff Tecnico Festival dei Due Mondi
responsabile Claudio Balducci
macchinista costruttore Enrico Calabresi
pittori scenografi Moreno Bizzarri, Silvana Luti, Marta Tazza
servizio audio/video Sound Store di Luca Starpi – Spoleto
luci Luce E’ S.r.l Firenze
sottotitoli/sopratitoli Prescott
strutture e servizi per spettacolo Atmo Divisione Gioform srl
pianoforti Angelo Fabbrini
trasporti GBANG S.r.l.
computer regolazione luci E.T.C. Italia www.etcconnect.com

Si ringraziano The Jerome Robbins Foundation & The Robbins Rights Trust, Judith Hoffman, Margo e Allen London per il prezioso supporto al progetto negli Stati Uniti.

produzione Spoleto56 Festival dei 2Mondi

in lingua inglese con sottotitoli in italiano

musiche
Arvo Pärt, moderato Variation 1, 2, 3
Arvo Pärt, Für Alina
Fabrizio Ferri, Clouds
John Cage, In a Landscape
Arvo Pärt, Für Anna Maria
Philip Glass, Suite II Orphée’s Bedroom
John Cage, A Room
Morton Feldman, Nature Pieces - 4
Arvo Pärt, Fragile
Giovanni Allevi, Jazzmatic
George Crumb, Dream Images (Love-Death Music) – Gemini
Fabrizio Ferri, TV
Fabrizio Ferri, Luna

Arvo Pärt, Spiegel Im Spiegel (Mirror In Mirror)

1 commento:

  1. dopo i suoi trentacinque spettacoli di addio alle scene direi che la coerenza non è proprio il suo forte. Lia

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