29 giugno, 2013

Il ponte va visto da sotto: STILL LIFE la nuova produzione di Ricci/Forte per il ventennale de “Il Garofano Verde”. Di Mario Di Calo


Roma, Teatro Argentina. Martedì 25 giugno ore 21

Daniele e Virginia Antonelli
Ha debuttato per una serata unica presso il Teatro Argentina di Roma l’evento tanto atteso di questa stagione teatrale che ormai volge al termine, il nuovo spettacolo di Ricci/Forte STILL LIFE (2013), messo a punto per la ventesima edizione de Il Garofano Verde 2013, scenari di teatro omosessuale, in attesa che l’amministrazione comunale conceda la possibilità ai promulgatori di organizzare entro fine anno una programmazione un po’ più articolata, ma l’assaggio di inizio d’estate è di altissimo livello.
STILL LIFE si imparenta strettamente a MACADAMIA NU BRITTLE, che per altro pure debuttò per un’ edizione del Garofano Verde ed ha avuto una lunga vita. Lo spettacolo, che ha debuttato martedì 25 giugno, ne è complementare, speculare. Se in Macadamia era la difficoltà a vivere un amore, era la difficoltà ad amare a farne da traccia, qui invece l’amore è conclamato, e, come diceva Lord Alfred Douglas: “Io sono l’amore che non osa pronunciare il suo nome”, per definire il suo amore per Oscar Wilde, l’amore c’è, e, dal momento che c’è, purtroppo non lo si può pronunciare; molte vittime, una in particolare, a cui è dedicato lo spettacolo, sono cadute, non hanno retto sotto il pesante fardello di un bullismo che ti combatte, che ti contrasta con la viltà della violenza.
Con il tagliafuoco, verniciato d’oro, completamente abbassato, centinaia di lumini accessi, che resteranno accesi per tutta la durata dello spettacolo, contro il quale sono affissi i necrologi che poi verranno letti alla fine dagli interpreti, il palcoscenico prolungato per mezza sala del Teatro della di Roma, ricoperto di lamiera, ed il solito armamentario di attrezzeria di scena che gli attori utilizzeranno nel corso dell’ora e mezza di tensione al massimo della straordinaria serata.
I cinque interpreti entrano, vestiti di tutto punto, gli uomini in camicia azzurra e pantaloni bleu, e le donne in tailleur, giocando al gioco dei mimi, mentre vengono proiettati sul tagliafuoco i nomi di vittime recenti dell’intolleranza e dell’indifferenza. Ma presto scopriamo essere ad una conferenza stampa dove si annuncia che lo stato italiano è morto, poiché ancora si è discriminati per l’orientamento sessuale e che il presidente della repubblica è un novello pilato. Chi è pronto ad alzare la mano per definirsi e qualificarsi per quello che è? Che forse si desidera e si agogna per un mondo perfetto dove uomini gay vanno sposi a donne lesbiche?
Il ponte va visto da sotto, c’è una sequenza brevissima all’inizio di ANOTHER COUNTRY di Marek Kanievska, tratto dall’omonima pièce di Jiulian Mitchell del 1984, dove un’imbarcazione passa sotto a dei ponti dei canali di Cambridge, il ponte va visto sempre da sotto, è la chiave, l’uscita di emergenza che ci offrono Ricci/Forte, ogni cosa ha il suo rovescio come nel film, ed è arrivato il tempo di fare conti con quel sotto che tanto irrita ed ancora indigna coloro che si assurgono a giudici e castigatori. Non è più tempo di aspettare.
Quanto male si può fare, quanta violenza si può esercitare su di un semplice cuore? Una sequenza agghiacciante dello spettacolo è quando i cinque interpreti come cuochi provetti di un Master Chef televisivo, in proscenio davanti ad un tavolo, illuminati solo da un neon freddo e raccapricciante, strizzano, spremono, tagliuzzano, vivisezionano, maltrattano ognuno un cuore di vaccino a testa.
O quando uno degli interpreti provvisto solo di cuffie per ascoltare musica, viene marchiato in tutti i modi ed in tutti i posti del suo straziante e vile corpo nudo con anfibi intinti in inchiostro nero.
Se in Macadamia c’era la famiglia dei Simpson, qui per poter urlare la propria verità ed affermare la propria esistenza ci sono Paperino e i suoi nipoti Qui, Quo, Qua che fuoriescono a forza dallo squarcio di cuscini ripieni di piume, che invadono la sala e che impediscono ai quattro attori di essere se stessi ad annunciare se stessi, ed allora la maschera, il personaggio aiuta a traghettare la propria identità verso un autoconsapevolezza ed autodeterminazione.
E la conclusione è una eucarestia civile sulle note de ‘La fine’ di Nesli. Il pubblico tutto, dapprima coinvolto in un bacio omosex, è invitato a scrivere su di un tableau la propria vittima, il proprio ricordo di qualcuno che è andato via troppo prematuramente, e mentre il tagliafuoco si innalza da altezza di persona e tutto sfuma i cinque generosi, commoventi, impetuosi, emozionati, appassionati, gioiosi, febbrili interpreti: Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero, Liliana Laera, Francesco Scolletta spariscono dietro di esso.
Il veliero sul quale sono saliti e che si nutre del loro alito soffiato sui necrologi di chi ci fa da faro da lontano può finalmente salpare!

Mario Di Calo


Teatro Argentina martedì 25 giugno ore 21
ricci/forte
STILL LIFE (2013)
con
Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero, Liliana Laera, Francesco Scolletta
drammaturgia
ricci/forte
movimenti
Marco Angelilli
direzione tecnica
Davide Confetto
assistente regia
Claudia Salvatore
regia
Stefano Ricci

una produzione ricci/forte realizzata con il sostegno del Teatro di Roma

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