13 maggio, 2013

Maggio al Salone. “INTIMACY, nelle stanze degli altri”. CRT Centro di Ricerca per il Teatro/Animanera. Ideazione e regia Aldo Cassano. Drammaturgia Magdalena Barile, Luca Scarlini. Di Daria D.


“Farci riflettere sulla sete voyeuristica di privato che ci ossessiona” è lo slogan di questo “Intimacy” prodotto da CRT/Animanera e che porta gli spettatori, memori o seguaci del Grande Fratello e frequentatori di Face book, a ritrovarsi a sbirciare, ancora una volta, nei privati di quattro donne singole, poi altrettanti uomini, per finire uomini e poi donne insieme. Il percorso di questo reality teatrale è partito l’8 maggio e si chiuderà il 19 dello stesso mese nella sede storica della Compagnia Ricerca per il Teatro, a Via Ulisse Dini 7, a Milano.
La serata comincia con lo spettacolo “30 minuti di Milena. Un cabaret suicida” interpretato e scritto da Elisa Bottiglieri. Milena, donna sorridente, per benino, laureata, ci appare però come una di quelle donne solitarie che s’incontrano sull’autobus o, mentre te ne stai seduto sulla panchina a farti i fatti tuoi, ti si appiccicano addosso per raccontarti la loro vita, e poi leggi sul giornale che si sono buttate sotto il treno della metropolitana. Perché non avevano nessuno con cui dividere la vita, perché erano costrette a fare una vita che non gli piaceva, perché il lavoro non era soddisfacente, perché non avevano mai conosciuto l’amore.  O più probabilmente perché erano delle malate mentali e nessuno se ne era accorto. E’ inutile che Milena ci racconti che è spontanea e che le piacciono i bambini, che vuole bene ai genitori, che è gentile con la vicina di casa paralizzata perché dietro alla facciata di falsa serenità e dolcezza, c’è il dramma di una donna malata e sola, che si sfoga a male parole con la dirimpettaia e poi, tenta di suicidarsi. Se ci riesce o no, non è chiaro. Ma noi spettatori “mostri” ben poco possiamo fare per aiutarla. Un po’ come succede anche nella vita. Mostri anche qui.
Dopo questo monologo, passiamo dal ruolo di spettatori a quelli di “guardoni” o, con parola più chic, di voyeurs. Il senso non cambia. Nel buio prendiamo delle cuffie e ce le mettiamo alle orecchie e poi sbirciamo attraverso dei buchi  dentro  quattro ambienti: bagno, cucina, camera da letto e soggiorno, dove quattro attrici, consce di essere guardate e ascoltate, recitano nevrosi, paure e  gesti quotidiani  nella loro intimità.
 I loro pensieri ci arrivano attraverso le registrazioni in cuffia ma, a parer mio, sarebbe stato più efficace, fare improvvisare le attrici, ascoltando le loro vere voci come pure i silenzi delle loro menti.
 Noi “guardoni” ci muoviamo da un buco all’altro delle pareti, per seguire i gesti delle protagoniste che, ovviamente come in qualsiasi reality, sono guidati da un Grande Fratello, rendendo la cosa un po’ poco credibile e spontanea. Sapere di essere spiati da un buco della serratura fa cambiare i nostri comportamenti, e questa consapevolezza può far scattare la molla della provocazione o della timidezza, verso chi ci guarda.  Anche lo spiato usa lo spione, per metterla così. Ho trovato queste quattro donne, che si muovono in lingerie, vestaglie, slip, topless, bigodini in testa, un po’ cliché e poco simpatiche. Ma forse non dovevano proprio esserlo, per non farci mai sorridere, perché il sorriso è leggerezza, e noi spettatori dobbiamo invece provare la vergogna di trovarci nella penosa situazione di guardare, da un buco della serratura, gente che non conosciamo nella propria  intimacy.
La formula di Intimacy  è molto originale e si capisce che c'è un grande impegno  per denunciare e cercare di far riflettere sui nostri comportamenti sociali e privati.
Alla fine però ci viene spontanea la domanda: perché dovremmo sbirciare dal buco della serratura per vedere delle donne che si fanno gli affari loro, si depilano, si masturbano, si spogliano, fanno pipì, le tagliatelle, stirano, hanno le visioni, pregano, o vanno in estasi? Qual è il senso di questo peep show? Non ne abbiamo abbastanza di Face book e di altre pratiche voyeuristiche, più o meno legalizzate che ogni giorno ci assillano?
Evidentemente no, se siamo qui. Ma speriamo di guarire, presto.

Daria D.


MAGGIO AL SALONE
programma

08 - 12 maggio 2013_women
14 - 18 maggio 2013_men
19 maggio 2013_men/women
INTIMACY
Nelle stanze degli altri
– retropalco
produzione CRT Centro di Ricerca per il Teatro / Animanera
ideazione e regia: Aldo Cassano
drammaturgia: Magdalena Barile, Luca Scarlini
women: Natascia Curci, Lucia Lapolla, Lorenza Pambianco, Xena Zupanic
men: William Lecis, Christian Russo, Giovanni Rho, Federico Tinelli
voices (women): Benedetta Cesqui, Natascia Curci, Cinzia Spanò, Debora Zuin
voices (men): Aldo Cassano, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Massimiliano Speziani
assistenti alla regia: Antonio Spitaleri, Natascia Curci
scenografia / costumi: Monia Giannobile, Lucia Lapolla, Silvia Moro
audio eng.: Beppe Sordi, Luigi Galmozzi
realizzazione scene: Danilo Tamburini
organizzazione: Carolina Pedrizzetti
thanks to Jannelli & Volpi

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