08 maggio, 2013

Antonella Fattori, tra la popolarità televisiva e il ritorno al Teatro


Per il Corriere dello Spettacolo è un onore proporre alle sue Spettatrici e ai suoi Spettatori questa intervista fatta all'Attrice Antonella Fattori, che ci racconta subito qualcosa riguardo la sua formazione artistica...



Ciao Stefano, la mia formazione d'attrice è cominciata con l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico. Dopo l'Accademia ho avuto la fortuna di lavorare con grandi personalità, quali Gassman, Ronconi e Squarzina. Ho cominciato così a fare Teatro, interpretando ruoli da prima attrice giovane e solcando i palchi dei più grandi Teatri italiani. In un secondo momento mi sono avvicinata al Cinema e questo è accaduto quando ho incontrato Silvio Soldini, che cercava un’attrice toscana per il suo primo lungometraggio “L’aria serena dell’Ovest”. Ho continuato così a lavorare per il Cinema e poi per la Televisione; tutto questo, purtroppo, a discapito del Teatro, che ho lasciato, pentendomene, avrei infatti potuto continuare la carriera teatrale parallelamente a quella cinematografica e televisiva, cosa che non ho fatto. È anche per questo che nel 2010 sono tornata a Teatro con un testo scritto proprio da me: "Giorni S-contati", dove ricopro, oltre che il ruolo di autrice, anche quello d’attrice. Si tratta di una pièce che racconta in chiave agro-dolce la storia di quattro personaggi femminili all’interno di una cella carceraria. Le protagoniste sono quattro donne molto diverse tra loro, costrette a convivere con questa dura realtà; una ladra, una donna che ha commesso un reato finanziario, una donna ambigua e misteriosa e un'altra che ha ucciso il fratello. Abbiamo fatto una tournée di due anni solcando palcoscenici dal nord al sud e ottenendo un notevole successo! Lo Spettacolo sarà riproposto il prossimo anno al Teatro La Cometa di Roma.

Che differenze noti tra Teatro, Cinema e Televisione?

Il Cinema e la Televisione possiamo accomunarli come mezzi espressivi simili, mentre il Teatro è certamente diverso. I primi richiedono un’immediatezza, l’altro invece richiede uno studio più profondo del personaggio, uno sforzo introspettivo, una sorta di sturm und drang. La costruzione di un personaggio teatrale, per quanto mi riguarda, la vivo con   meno tranquillità rispetto a quelli davanti alla macchina da presa, si tratta di personaggi con intensi sotto-testi, dove entra in gioco un rapporto con l’anima molto importante.
Sono insomma due modi espressivi molto diversi tra loro ma che racchiudono a mio sentire un diverso fascino.

Hai lavorato con molte personalità importanti, ce n’è una – o ce ne sono più – che ti è rimasta nel cuore?

Appena uscita dall'Accademia ho avuto la possibilità di lavorare in televisione con Vittorio Gassman, in un programma, una docu-fiction della Rai, il cui nome era "Cinecitta-Cinecittà", dove interpretavo il ruolo di una giornalista. È stata un'esperienza umana e professionale molto formativa. Gassman era rigido con i giovani, ma questo suo carattere, delle volte duro, ti aiutava certamente a crescere. Un'altra personalità, che nella mia vita professionale  è stata  emblematica, è stato Giancarlo Giannini, attore più intimista rispetto a Gassman con una grande capacità di calarsi nei personaggi attraverso uno studio attento, maniacale e introspettivo veramente straordinario, un vero Artista. Ho lavorato anche con molti altri, come Massimo Dapporto, Fabrizio Bentivoglio, Ennio Fantastichini, Regina Bianchi, Paola Borboni, attrice dal carattere scoppiettante, intelligente e anticonformista.

Forse la tua popolarità è arrivata con “Elisa di Rivombrosa”, che ricordo hai di quella esperienza?

Elisa di Rivombrosa
Per la Televisione avevo già fatto delle cose importanti, come "La donna del treno", con Alessio Boni con la regia di Carlo Lizzani o “Nessuno Escluso’’ di M. Spano, proprio con G. Giannini, dove interpretavo un’agente della DIA. Grazie a questo personaggio vinsi il premio Flaiano nel 1998 come migliore attrice televisiva dell’anno. Però, certo, la popolarità arrivò con "Elisa di Rivombrosa", forse una delle fiction più popolari degli ultimi anni. È stato un fenomeno veramente inaspettato e, oltre a essere un prodotto molto popolare, era anche un prodotto ben fatto, perché manteneva un certo rigore visivo, aveva bellissimi costumi, la fotografia e la qualità delle immagini erano molto curate, d'altra parte il direttore della fotografia era Alessandro Pesci. Eravamo nel 2002 e quella fu una delle prime fiction in costume girate in Italia. Averne oggi di prodotti così! I prodotti di oggi, o per mancanza di soldi o di capacità, sono spesso scadenti.

E dopo questa esperienza, cosa hai fatto?

Giorni S-contati
Ho continuato a lavorare in Televisione, con la serie Rai "Chiara e Francesco" con la regia di F. Costa, dopodiché è stata la volta di "Terapia d'urgenza", una serie ospedaliera (dove interpretavo una donna chirurgo) che purtroppo è andata in onda solo una stagione, questo perché, benché fosse ben fatta, non fu molto seguita... nonostante questo, ancora dopo anni, esiste un gruppo di fan che chiede la seconda serie!
Adesso invece sto girando "Le tre rose di Eva 2", dove interpreto Elisabetta, un personaggio inquietante e misterioso. Inoltre sarò Greta nella seconda stagione del  "Tredicesimo Apostolo", con Claudio Gioè e Claudia Pandolfi.

C'è un personaggio che hai interpretato a cui sei rimasta particolarmente legata?

Sono molto legata al primo film con Silvio Soldini “L’aria serena dell’ovest”, dove interpretavo Irene, personaggio che ho nel cuore. Quello è stato tra l’altro il mio primo debutto cinematografico.

Che ne pensi della situazione attuale del Teatro in Italia?

Non la vedo bene purtroppo, anche perché la Cultura è una delle ultime cose a cui il nostro Paese pensa. Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a una situazione che ha voluto rendere la Cultura umiliata, con la volontà di eliminarla, come se fosse inutile. L’Italia non ha mai brillato per saper valorizzare la Cultura, ma negli ultimi sette o otto anni c'è stato un vero tracollo!

Tu sei nata a Prato, che visione hai della Toscana? Pensi che potrebbe fare di più dal punto di vista artistico?

L'Aria serena dell'Ovest
Io sono di Prato e devo riconoscere alla mia città una curiosità artistica particolare. Prato, pur essendo una città prettamente industriale, è una città disposta verso le nuove sperimentazioni artistiche, un esempio su tutti il Museo Pecci. Anche Ronconi un po’ di anni fa tenne qui un suo laboratorio teatrale. In questo territorio ci sono anche importanti enti che valorizzano la nuova drammaturgia, come il Teatro Metastasio e il Fabbricone.
Insomma, a Prato si deve proprio respirare un'aria artistica, anche perché qui sono nate anche molte figure di primo livello, come Pamela Villoresi, Roberto Benigni, Francesco Nuti, Yuri Chechi, Giovanni Veronesi, Paolo Rossi, Marcello Bartoli, Sandro Veronesi... tutti questi, compresa me, sono inseriti in un libro fotografico, che s'intitola "Strane Creature", che parla proprio dei personaggi nati a Prato. Curioso no?

Puoi parlarmi dei tuoi progetti futuri?

In questo momento sono alle prese con "Le rose di Eva 2" e il "Tredicesimo Apostolo", nonché con il debutto della mia pièce teatrale "Giorni S-contati", con la quale sono felicissima di tornare al Teatro La Cometa da metà novembre. Il mio Teatro, che ho abbandonato per troppo tempo e cosa di cui mi pento, l’ ho ritrovato dopo tanti anni... chi lo lascia più!!!


Curata da Stefano Duranti Poccetti

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