15 febbraio, 2013

Il ballo degli elefanti: “Elephant Man” di Giorgio Marinelli. Di Mario Di Calo



Roma, Teatro Ghione. Dal 7 al 17 Febbraio 2013

Intorno a Joseph Carey Merrick, conosciuto da tutti nel mondo come l'Uomo elefante (The Elephant Man), si è scritto molto e molto si è detto, il primo ad occuparsene fu proprio il suo salvatore ed amico sir Frederick Treves, che da medico scrisse The Elephant Man and Other Reminiscences, riguardo alle sue ricerche sulla anomalia e particolarità di questo uomo così mostruoso e così sensibilmente maltrattato, ma anche nel libro cult di Leslie Aaron Fiedler Freaks, nel capitolo “Uomini selvaggi e bambini selvatici”, c’è una disamina circa questa particolare mostruosità; poi venne Bernard Pomerance nel 1977 col suo omonimo testo teatrale, che vanta una messa in scena italiana per la regia di Giorgio Pressburger del 1981 per il Festival dei Due Mondi di Spoleto con Paolo Bonacelli nel ruolo di Treves, infine il film di David Linch del 1980, che ha dato maggiore notorietà e risalto alla vicenda umana di questo straordinario uomo.
Ora per la Compagnia Molière e il patrocinio della Regione Veneta va in scena la riduzione originale di Giancarlo Marinelli, che ne cura anche la regia, che opera un taglio netto con la scientificità del caso e ne dà un taglio più umano e contemporaneo: “Portare sulla scena una storia di amicizia tra un brillante ed ambizioso chirurgo ed un mostro apparente, capace di regalare un mondo di poesia e di bellezza, significa sovvertire il putrido sistema di vuote apparenze, di fasulle perfezioni, di oscene ostentazioni artificiali a cui siamo ormai assuefatti, la storia di Joseph Merrick è in fondo la storia della nostra ipocrisia, del nostro proverbiale rifiuto ad accettare l’altro da noi”, e ci riesce benissimo, la dimensione del racconto è assolutamente centrata e messa a fuoco, ci si commuove e ci si vergogna di fronte alle nostre preoccupazioni quotidiane di apparire, c’è chi invece vuole nascondersi per poi metterci a nudo di fronte alle pochezze della società contemporanea fatte solo di esibizione e di apparenza. Ed è altrettanto ben riuscita e coraggiosa la scelta di far interpretare il ruolo di Joseph Merrick a Daniele Liotti, bello, e non solo del cinema italiano, che, con coraggio, umiltà ed umanità si cala nel ruolo difficile e pericoloso del freak tanto noto, con pochi accorgimenti sia fisici, leggermente claudicante, che vocali, imbrunisce ed arrochisce la voce. La maschera che indossa è di Sergio Stivaletti. Egli riesce perfettamente a calarsi sia nei panni dello sfortunato e sensibile fenomeno del “The Penny Show Man” che a fine declamatore - come in “L’attimo Fuggente di Peter Weir” - di “Oh Capitano mio Capitano”, nota lirica di Walt Whitman, e questo è un momento particolarmente riuscito dello spettacolo che come un varietà ci riporta a quanto vanesia possa essere la nostra sofferente e incerta contemporaneità.
Sono accanto al protagonista vero della serata, Daniele Liotti, presso il Teatro Ghione di Roma, una straordinaria Ivana Monti, autoritaria quanto commossa capo infermiera, che dà peso e spessore ad ogni suo intervento; vigile e materna custode di Treves, per un vecchio amore ormai solo ricordo, una accorata e passionale Debora Caprioglio che in un ballo, denominato ballo dell’elefante da Joseph Merrick, crea il primo punto di contatto/snodo nella drammaturgia scenica fra la cosiddetta normalità e la tanto spaventosa mostruosità!
Infine Rosario Coppolino, che con affabilità e generosità fa un percorso interpretativo esemplare, ci porta per mano nella sua caparbietà e ostinazione di medico e di uomo nel voler dapprima conoscere e poi ritrovare, innanzitutto un’amicizia ed un affetto, e poi poter confermare e dimostrare ai benefattori/detrattori della clinica in cui opera che le sue teorie sono al passo con i tempi e soprattutto non sono errate.
Bravi anche Andrea Cavatorta (direttore della clinica), Francesco Cordella (l’aguzzino padrone del circo), Serena Marinelli (presunta sorella e complice scellerata) e il duttile e crudele, nonché puttaniere, ben reso da Simone Vaio.

Mario Di Calo


ELEPHANT MAN
di Giancarlo Marinelli
tratto dall’omonimo racconto di Frederick Treves
con Ivana Monti, Daniele Liotti, Rosario Coppolino
con la partecipazione di Debora Caprioglio
Compagnia Molière
con il patrocinio della REGIONE VENETO
Ivana Monti
Daniele Liotti
Rosario Coppolino
con la partecipazione di Debora Caprioglio
con Andrea Cavatorta, Francesco Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio
regia Giancarlo Marinelli
scene Andrea Bianchi/Forlani
costumi Marta Crisolini Malatesta
light designer Daniele Davino
la maschera dell’uomo elefante è realizzata da Sergio Stivaletti
Teatro Ghione, Roma
dal 7 al 17 Febbraio 2013

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