19 dicembre, 2012

TARTUFO OVVERO L'IMPOSTORE. Non si può vivere da protagonisti...



Roma, Teatro Parioli “Peppino De Filippo”. Fino al 21 dicembre 2012

Al Teatro Parioli, dedicato dal direttore artistico Luigi, al Padre “Peppino De Filippo”, abbiamo visto un bellissimo TARTUFO OVVERO L'IMPOSTORE con la regia di Giovanni Anfuso.
Madame Pernelle e suo figlio Orgon sono entusiasti di Tartufo, che hanno accolto in casa loro prestandogli molte attenzioni. Cleònte, cognato di Orgon, cerca invano di ricordargli la promessa di accordare la figlia Mariane a Valerio, ma Orgon così ha deciso: darà in sposa all'impostore sua figlia. Dorine, per difendere la giovane ragazza da un simile progetto assurdo, la istiga contro il padre e a indurla a macchinare qualcosa. Sapendo che Tartufo ha un debole per lei, Elmire, moglie trascurata di Orgon, lo invoglia a farle una dichiarazione e poi gli chiede di rinunciare al matrimonio in cambio del suo silenzio, ma suo figlio Damis ha sentito tutto e vuole aprire gli occhi a suo padre, che si ostina ancor di più a dar fiducia a Tartufo e vuole scacciare il figlio. Clèante chiede a Tartufo di convincere Orgon a perdonarlo, ma Tartufo si rifiuta; gli altri tentano invano di convincerlo a risparmiare Marianna; alla fine Elmire, ancora una volta, si offre di far vedere al marito, opportunamente nascosto, il vero volto di Tartufo, e ci riesce in pieno. Tartufo viene cacciato di casa. Mentre Madame Pernelle rifiuta di credere alla colpa di Tartufo, Orgone scopre che l'impostore gli ha rubato una importante cassetta di lettere, ma da tempo la giustizia sta cercando questo truffatore e lo arresta. Finalmente il lieto fine, Valère sposa Mariane.
Eterno dilemma fra onestà ed impostura, il dramma di Moliere è di ancora tanta attualità e il regista Giovanni Anfuso - in una scena da bric-à-brac teatrale piena di anfratti e concentrica, avvolta su sé stessa, quasi a significare il turbine emotivo che subisce il padrone di casa da parte dell'impostore - ci regala uno spettacolo gustosissimo ed elegante, accostando Jean Battiste Poquelin all'altro francese Eugène Ionesco raggelando il tutto in un meccanismo perfetto, contemporaneo e cattivissimo, tempi perfetti e ritmati - sembra assurdo crederci ma la storia è realmente andata così ed è assolutamente vicina ai nostri tempi, è una società corrotta a permettere l'ingresso e l'affermazione di cotal impostore o è Orgon che è realmente un unto dal signore? "Proprio a me!" esclama il protagonista, come a confermare lo stato di progressivo avanzamento verso la totale decadenza di un’infinita epoca di transizione; soluzione geniale il carteggio fra Tartufo e Clèonte all'inizio della seconda parte dello spettacolo. Il regista iberna Tartuffe in nicchie da santino in odore di sagrestie, incensi e processioni di un sud ancestrale, le sue pose o movenze ricordano l'iconografia cristiana, ed è bravissimo Domenico Pantano a rendercene tutta la sua ipocrita untuosità. Siamo in un’epoca contemporanea in una casa variopinta con una tavolozza di colori che va dall'indaco all'azzurrino, scena di Alessandro Chiti, che da un momento all'altro potrebbe essere sequestrata dalla polizia ed è difatti un ufficiale del re a riportarci indietro nel tempo e a ricordarci che si tratta di una commedia di Moliere.
I due interpreti principali Franco Oppini, che nelle sua ampia e generosa gestualità ci ricorda spesso un Dario Fo di annata, e Corinne Clery, che gioca divertendoci con la sua provenienza d'oltralpe, sono una coppia perfetta nei gustosi duetti e motore della serata è Dorine: "Non parlo più ma penso...", la saggezza e il distacco popolare è come sempre il deus ex machina di ogni commedia molieriana e Liliana Randi è bravissima e arguta in tutti i suoi affannati e affannosi tentativi di salvare il salvabile. Bravi anche i giovani interpreti Andrea Murchio, Giorgia Guerra e l'irriducibile Davide Paciolla. Completano il cast con maestria da professionisti Antonio Tallura (Clèonte), Paola Giannetti (Madame Pernelle) e il trasformista Gianluca Delle Fontane. Bellissimi e azzeccatissimi i costumi di Cabiria D'Agostino.

Mario Di Calo


C.T.M. CENTRO TEATRALE MERIDIONALE
in collaborazione con
XLVI festival teatrale Borgio Verezzi
e Palinuro Teatro Festival
TARTUFO OVVERO L'IMPOSTORE di Molière
con
FRANCO OPPINI, CORINNE CLERY, DOMENICO PANTANO, ANTONIO TALLURA, LILIANA RANDI, PAOLA GIANNETTI, ANDREA MURCHIO, GIORGIA GUERRA, DAVIDE PACIOLLA, GIANLUCA DELLE FONTANE
scene Alessandro Chiti
costumi Cabiria D’Agostino
musiche originali Luciano Francisci e Stefano Conti
regia GIOVANNI ANFUSO

Nessun commento:

Posta un commento