23 novembre, 2012

“Il mio nome è Bohumil”. Jacob Olesen, grande trasformista.



Roma, Teatro dell'Orologio. Giovedì 2 novembre 2012

Nella sala grande del Teatro dell'Orologio di Roma abbiamo visto un grande Jacob Olesen cimentarsi nella riuscitissima affabulazione del romanzo dello scrittore ceco Bohumil Hrabal, noto anche aver scritto “Una solitudine troppo rumorosa”, grazie anche alla accurata regia di Giovanna Mori.
E’ la storia di un piccolo, di statura e di condizione sociale, camerierino, della sua carriera in servizio presso il Gran Hotel de Paris di Praga, della sua brama di diventare ricco tanto quanto di sembrare più alto, infine del suo successo e della disfatta, il tutto sullo sfondo della Cecoslovacchia degli anni ’30
, libera e proto-capitalista, poi occupata dai nazisti, poi di nuovo e brevemente libera e poi ancora fattasi comunista. L'adattamento di Jacob Olesen ce ne rende tutta l'umanità e la delicatezza del romanzo, e l’attore interpreta tutti i personaggi aiutandosi con la sua pratica fisiognomica e di ogni personaggio ci restituisce tic e manie - ottimo anche il pastiche linguistico che opera, rendendolo uno spettacolo di sapore e di gusto europeo. Molto gradevole è la gag dell'alito cattivo del quale Bohumil fa un gustoso momento che si ripete a mo’ di ossessione; ad aiutarlo è la regia di Giovanna Mori, che l'accompagna per tutta la durata dello spettacolo in uno spazio neutro e vuoto, ma che ci appare carico di presenze e di situazioni diverse. I gesti e le movenze sono spesso ripetitivi, ma occorrono a dare la giusta dimensione del costante spaesamento e stupore di Bohumil (sia davanti ai suoi superiori sia davanti alle donnine che incontra sul suo percorso). Jacob è uno straordinario interprete e, sempre sul filo dell'emozione, ci fa rivivere la storia con una grazia ed un incanto sempre vivo. Occhi spiritati, ma sempre attenti, divertito e divertente per l'ora e un quarto di durata dello spettacolo, ci tiene sempre desti e qualche momento di commozione non manca e ci fa riflettere su quanto poco possa bastare per raccontare una piccola-grande storia.

Mario Di Calo


Jacob Olesen
in
Il mio nome è Bohumil
liberamente tratto da
Ho servito il re d'Inghilterra di Bohumil Hrabal
regia di Giovanna Mori
prod. Enrico Carretta

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