27 agosto, 2012

Le borse di Serena Radicati, il perfetto binomio Arte/praticità



È vero che la borsa è un oggetto pratico, ma non per questo non si può trasformare anche in un oggetto artistico. Non è detto che l’accessorio che tutte le donne usano per metterci dentro trucchi, portafogli, oggetti di ogni genere… non possa assumere un valore più alto sia della maneggevolezza quotidiana sia della bellezza, perché si sa che la parola “Arte” ha una connotazione più importante della parola “Bellezza”. L’Arte, certo, può essere anche bella, ma la Bellezza, da sola, non possiede in sé tutte le caratteristiche per essere definita “Arte”. Tutto questo per dire che le borse create da Serena Radicati non sono solo belle, come possono essere quelle di Prada o di Louis Vuitton, ma sono anche intrise di valore artistico.
L’artista fa uso di materiali di seconda mano riuscendo a dare loro un’alta qualità assemblativa, e quest’ottima dote creativa è unita anche a una grande sapienza formale, a una forte abilità tecnica del cucire perfino cose molto difficili, come i disegni tratti dalle stampe giapponesi. Cucire è un po’ come disegnare e, in questo senso, si può dire che Serena Radicati –figlia d’Arte del pittore Luciano- è dotata di una bellissima mano.
Sono già due anni che l’artista si dedica a queste creazioni, che lei chiama “Peinture à porter”. “Quest'anno ho voluto usare, oltre ai soliti materiali come pelle e tessuti di vario genere, anche vecchi bottoni, plexiglass e piccoli inserti in legno colorato... così da creare sia qualcosa di elaborato che qualcosa di estremamente minimale”, dice Serena, e possiamo dire che queste borse sono veramente molto piacevoli allo sguardo dello spettatore e possono essere ammirate come dei dipinti. In un certo senso quindi possedere uno di questi accessori è come avere la possibilità di portarsi un’opera d’Arte sempre con sé, e un’opera d’Arte molto pratica anche, si può dire, visto la spaziosità che offre e la fodera interna, che, ben cucita, dà un’esaustiva sensazione di resistenza.

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Stefano Duranti Poccetti

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