07 luglio, 2012

Interviste ad attori: Marzia Fontana, “Io faccio teatro perché mi arricchisce a livello umano”.



Ciao Marzia, puoi presentarti agli amici del Corriere dello Spettacolo?
Certo! Mi chiamo Marzia Fontana e sono nata ad Arezzo, ma mi sono spostata da questa città per poi tornarci all’età di 16 anni, quando mi ci sono trasferita definitivamente e dove ho frequentato tre anni di superiori. Mi sono poi fatta un’esperienza in Australia di un po’ di mesi e, tornata, ho preso la  Laurea in Economia e Commercio a Siena. Contemporaneamente ho lavorato poi a Roma e a Milano in fiction e pubblicità.
Dal punto di vista teatrale ho studiato due anni al Piccolo Teatro di Arezzo, ho fatto vari stage e intanto ho cominciato, come dicevo, a lavorare a Milano per la pubblicità, la mia  esperienza lavorativa è andata quindi di pari passo con la mia formazione artistica.

Nella tua carriera ti sei dedicata a teatro, cinema e televisione, hai una preferenza tra queste tre attività?
Preferisco Cinema e televisione, ho una forte passione per le innovazioni tecnologiche -anche oggi, per esempio, devo finire di fare montaggi video. Mi piacciono molto queste cose!

Quali sono le esperienze professionali che ti sono rimaste più impresse?
Le esperienze più impresse? L’emozione della prima pubblicità non me la dimentico… fu a Milano ed era lo spot del “Riso Gallo”: io parlavo con un gallo, che in verità non c’era, è stato aggiunto dopo.
Un’altra bella esperienza che non scorderò mai è stata quando, a 19 anni, ho avuto una piccola parte per “Un Tè con Mussolini” di Zeffirelli. Dovevo recitare in un Istituto d’Arte a Firenze e mi ritrovai sul set con Zeffirelli, Cher e altri grandi nomi, mi sentivo veramente emozionata, fino a quel momento mi sembravano personalità irraggiungibili! Di Zeffirelli mi ricordo che era molto duro, autoritario e, particolarità, aveva un cane di nome Blanche, che aveva la cuccia vicino alla seggiola del regista: erano inseparabili.
Ultima esperienza che ricordo, molto divertente, è stata la possibilità di lavorare con Laurenti e Ceccherini: sono due personaggi, sia dentro che fuori dal set… forse più fuori che dentro!

Accennavi al fatto che Zeffirelli aveva una cane… anche tu sei una vera e propria amante degli animali giusto?
Sono un’animalista! Ho 12 gatti raccolti dalla strada e stanno in casa con me, e qui vorrei aggiungere una cosa riguardo agli spettacoli che vedono come protagonisti gli animali, quelli circensi:
Il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) viene usato per finanziare anche lo spettacolo circense, e quindi anche quello con gli animali. I circhi stanno in vita perché il fondo unico per lo spettacolo li finanzia. C’è un dato statistico del 2006 che afferma che al circo di Moira Orfei sono stati concessi 300.000 euro! I fondi dovrebbero invece essere elargiti al circo senza animali, uno spettacolo con la “S” maiuscola, dove si mettono in luce le eccezionali capacità di grandi sportivi, di veri artisti circensi. Basta pensare ai numeri che registra il “Cirque du Soleil”. Si continua insomma a finanziare gli spettacoli con gli animali, che a nessuno interessano più e che sono anche nocivi per le stesse fiere, e intanto, come se non bastasse, al Teatro il FUS concede veramente pochissimo!

Come è iniziato per te l’Amore per la recitazione?
Mi sono innamorata della recitazione a 6 anni, guardando Sandro Massimini a teatro –è colui che ha riportato in auge il musical in Italia. Anche mia nonna ha contribuito alla mia passione, perché anche lei recitava, così mi aiutava anche a studiare le parti. Pensa che ero timidissima, delle volte arrivavo a scuola e prendevo brutti voti perché non riuscivo a parlare… per me il teatro è stato una terapia d’urto! Fondamentalmente rimani timido, ma riesci a rapportarti all’altro in modo diverso. Il teatro è stato per me fondamentale per imparare a interagire con gli altri, io faccio teatro perché mi arricchisce a livello umano.

Credi che sia importante per un attore la preparazione teatrale?
Il teatro è la base, un bravo attore parte sempre dal teatro, poi sceglierà se rimanere sul palco o se andare sul set, però deve partire da lì. Il teatro insomma è indispensabile, però, purtroppo, è un’Arte povera -l’ottanta percento degli attori hanno un secondo lavoro… ci vuole molto coraggio e molta passione per farlo. Inoltre in Italia l’attore non ha un’identità professionale, mentre all’estero ti pagano anche se sei chiamato a fare un provino!

Hai una storia personale che ti lega allo sport, soprattutto al calcio… come vedi questo sport?
Mio padre era un giocatore di calcio, poi diventato allenatore: ha giocato nell’ Arezzo, nella Ternana, nella Lazio; come allenatore è stato all’Udinese e l’ha portata in A. Del calcio mi è rimasto un profondo odio, rispetto per la disciplina sportiva, ma odio del calcio come contorno, se vado a pensare a tutte le vicende di calciopoli, delle scommesse… Il calcio si dovrebbe basare sul Fair play, dovrebbe insegnare la sportività, il rispetto, la solidarietà… per me una cosa che non ha principii non ha senso di esistere.

E della tua laurea in Economia e Commercio cosa ne è stato?
Pensa, mi sono fatta anche il triennio da commercialista! L’economia l’ho fatta perché sono una persona curiosa e mi piace sapere cosa accade nel mondo a livello finanziario. Tra l’altro, lavorando nell’arte, campo che poi  ti porta un po’ fuori dalla realtà, è stato importante fare questo tipo di studi.

“Talent Center”, parlami di questa scuola in cui insegni e che ti sta togliendo molte soddisfazioni…
Sono stata chiamata tre anni fa a Talent Center, a questa scuola dove si fa recitazione teatrale, cinematografica, canto e regia cinetelevisiva. È un progetto ambizioso a cui collaborano casting director importanti, come Roberto Graziosi, Simona Tartaglia… È una scuola molto frequentata dai ragazzi del centro Italia, a cui si sono aggiunti studenti del Piemonte e della Calabria. La scuola si appoggia a un’agenzia per attori che si chiama “Mar8” e due bambini (Marta Vaselli e Ryan Gori) sono riusciti a fare un film da protagonisti che si chiama “La ragazza e la gondola”, un film inglese;  un altro ragazzo, Pierangelo Menci, è stato in lizza fino all’ultimo per essere protagonista del primo film della “Lux Vide”; Rina Scartoni è stata interprete nel film malesiano “Love Nora”; Andrea Beluatto è a Hollywood, è stato accettato alla Ambda, scuola di recitazione dove prendono quindici persone in tutto il mondo. I risultati quindi ci sono!

Spesso corrono lamentele sul fatto che Arezzo non si preoccupi abbastanza delle discipline artistiche, tu che ne pensi di questa situazione?
 Arezzo, con il nuovo assessore Macrì, sta dando molta importanza alla sua crescita culturale e artistica. L’assessore, in prima persona, ha cercato spettacoli da portare qui, tra cui ce ne sono anche alcuni del Piccolo Teatro di Milano, in esclusiva aretina. Lui è un amante dell’Arte moderna e sta mettendo i suoi rapporti personali a disposizione del comune. Si tratta di una giunta che si sta dando veramente da fare e sta cercando di ridare ad Arezzo dei giusti spazi per i fini artistici. Anche il ritorno di Arezzo Wave è un passo importante e, inoltre, anche il “Polifonico” sta rifacendo passi da gigante!

Ultima domanda a una intenditrice sia delle materie economiche sia di quelle artistiche? È l’Arte un importante spiraglio di salvezza spirituale davanti a questa crisi finanziaria?
L’Arte è uno spiraglio che può servire ad alleviare le tensioni, a fare sognare… però costa troppo, e questo vale per il teatro quanto per il cinema. È pur vero che le Compagnie teatrali e le produzioni cinematografiche devono coprire i costi e anche che i finanziamenti alla cultura sono sempre meno… Mah!

Curata da Stefano Duranti Poccetti 

3 commenti:

  1. Brava Marzia..artista a 360'(Liliana)

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  2. la visibilità deve servire ad attirare l'attenzione sulle cose che non funzionano altrimenti non ha senso. baci(Marzia)

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  3. Bella testa e bei pensieri. Questa ragazza si merita di fare strada!!!

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