17 maggio, 2012

Sara Lovari e Valerio Bucaletti, i pittori della “Storia”




Aggirandosi per le sale di Palazzo Ferretti, a Cortona, posso ammirare dei dipinti che vedono come soggetti degli oggetti, oggetti che stanno passando- o che sono già passati- in disuso, ed è per questo che acquistano una dimensione storica; poi mi giro, e vedo altri dipinti dove vengono rappresentate delle scene di massa, delle vere e proprie battaglie, in cui, anche qui, riaffiora, anche se in modo diverso, la dimensione storicistica. Ecco, forse è proprio questo che accomuna la pittura di Sara Lovari a quella di Valerio Bucaletti, esposti insieme in queste sale: il senso della dimensione storicistica. Ma andiamo per ordine:
Sara Lovari
Sara Lovari è una giovane pittrice di Poppi, ma vanta già prestigiose mostre in territori stranieri; molto varia la sua carriera e il carattere della sua pittura, non solo nell’arco del tempo si è voluto, ma ha subito veramente delle grandi variazioni. Nonostante questo la storia autobiografica non si dimentica e gli elementi permangono, seppur nascosti. In queste sale della Lovari troviamo dipinte moka, macchine da scrivere Olivetti, vecchi telefoni… sono oggetti che non sono lì per un fine decorativo, ma sono lì per parlarci, per evocare in noi emozioni. I colori sfumati e spenti ci esprimono qualcosa di melanconico e ci fanno ripensare alle nature morte di Morandi (anche quelle della pittrice casentinese sono nature morte, ma lei preferisce dargli il nome di “oggettistica”), e riaffiora veramente un’aria nostalgica, un’aria di non ritorno, un’aria di “storia”, storia che se n’è andata. Chi conosce il percorso della Lovari sa anche che l’artista ha attraversato un “periodo giapponese”, in cui il tema del Giappone era protagonista delle sue tele, ed è possibile ravvisare, in queste nuove opere, una vicinanza con la filosofia nipponica, quella filosofia – di cui ci parla anche Zeami, storico attore del Teatro Nō- che porta una persona all’identificazione con l’oggetto stesso, arrivando alla personificazione dell’oggetto, ed è proprio per questo che si può attribuire a queste moka, a queste macchine da scrivere, a questi telefoni… -tra l’altro dipinti con grande sapienza formale, sapendo anche in certi casi creare collage di vecchi giornali con oggetti dipinti- una vera e propria anima, anima che ci parla di una storia nostalgica.
Valerio Bucaletti
Valerio Bucaletti ha un’esperienza decennale. È nato a Cortona e anche lui vanta importanti mostre nazionali e internazionali. Per lui la storia assume connotati diversi da quelli di cui abbiamo parlato. Sono le scene di massa quelle che interessano, perlopiù, al pittore, e soprattutto le scene di battaglie, antiche battaglie storiche o mitologiche. Ma Bucaletti non si limita a riproporre una minuziosa ricostruzione degli avvicendamenti, ma ci dà la sua idea, il suo punto di vista su quelle vicende, e un punto di vista non solo esteriore e formale, ma anche, e soprattutto, interiore. I dipinti di Bucaletti sono come sogni e accanto alla realtà appaiono elementi onirici e, perché no?, ludici- come la scacchiera, molto presente nelle sue opere. C’è grande abilità dell’artista nell’affrontare questa unione, unione che non risulta mai pesante, ma anzi, sempre “leggera”- nel senso calviniano del termine, talmente leggera questi dipinti “volano via”, volano via come sogni che si perdono nella storia. Bucaletti non è solo il pittore delle battaglie, in cui s’intravede lo studio di Paolo Uccello, ma anche quello dei paesaggi, dove si nota, anche qui, la stilizzazione onirica del pittore toscano, e anche un’attenzione miniaturistica – e per i grandi spazi – tipica dei fiamminghi, di cui però Bucaletti rifiuta i colori cupi e misteriosi, a favore di toni vivaci e allegri.
Valerio Bucaletti
Sono entrambi due pittori, Sara Lovari e Valerio Bucaletti, dotati di ottima sapienza formale e provveduti d’idee che rendono la loro Arte originale e non scontata. Inoltre, questa è la cosa forse più banale, ma sicuramente, almeno per me, la più importante, i loro quadri ci comunicano emozioni e non ci lasciano indifferenti e all’Arte non si può chiedere più di questo.
Sara Lovari
Se volete vedere le loro opere, potete farlo a Cortona (Arezzo) a Palazzo Ferretti – Via Nazionale – e sarete in tempo fino alla fine di Maggio.
Sara Lovari sta anche facendo un concorso per il Premio Combat, se volete votarla potete farlo da qui: 





Stefano Duranti Poccetti

2 commenti:

  1. Ho avuto il grandissimo piacere di vincere, dopo lo spettacolo in dialetto contadino, " Scarpe grosse e cervello fino ", un quadro di Alvaro Bucaletti. Mia madre che già lo aveva ammirato e desiderato quando lo portavano nel palco, è stata felicissima: si tratta di una natura morta con funghi e frutti in un cesto di vimini.
    cest

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  2. bravo valerio continua a fare i tuoi meravigliosi quadri

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